Appalti

Ok al codice appalti, liberalizzazione dell'appalto integrato e adeguamento prezzi con scostamenti del 5%

Il Consiglio dei ministri ha approvato in prima lettura il testo proposto dal ministro delle Infrastrutture. La parola passa al Parlamento. Salvini: in caso di dissenso sulle opere deciderà Palazzo Chigi

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di Massimo Frontera

La promessa è di una generale velocizzazione delle procedure amministrative e dell'esecuzione delle opere, tagliando ulteriormente i tempi per i pareri, definendo quelli per l'ascolto del territorio, eliminando il passaggio per il mercato della fase della progettazione esecutiva, aggirando in larga parte la "mitica" qualificazione delle stazioni appaltanti. E ancora, rispolverando il potere di Palazzo Chigi di superare d'imperio lo stallo dovuto al dissenso e riproponendo il meccanismo della legge obiettivo. Il testo del codice appalti approvato dal Consiglio dei ministri venerdì 16 è la risposta alla doppia pressione del Pnrr, sia per la riforma della legge di riferimento del settore, da raggiungere entro il 31 dicembre in ossequio alla scadenza fissata dal Piano (salvo la discussione parlamentare dei prossimi tre mesi), sia per la mole di investimenti da trasformare in cantieri e da chiudere entro il termine (irrealistico) del 2026.

PROCEDURE DI GARA, REVISIONE PREZZI, PPP, LEGGE OBIETTIVO, AFFIDAMENTI DIRETTI E SUBAPPALTI A CASCATA: TUTTE LE NOVITÀ

Il primo via libera di Palazzo Chigi, su un testo a cura del Consiglio di Stato, e corretto accogliendo alcune delle istanze comunicate a Porta Pia da parte dei portatori di interesse, è stato salutato dall'Anac con forti critiche per il ridimensionamento di alcune prerogative sulla vigilanza e il controllo. Critiche che il ministro Salvini - nella conferenza stampa a Palazzo Chigi seguita all'approvazione del testo da parte del Cdm - ha affrontato senza fare uso di diplomazia. «L'Autorità che si occupa di anticorruzione - ha detto - non fa parte di un contesto politico che fa scelte politiche», ribadendo che «il testo è in buona parte condiviso dal Consiglio di Stato: non penso che nel Consiglio di Stato si annidino pericolosi sovversivi che vogliono limitare la capacità di intervento dell'Autorità anticorruzione».

Appalto integrato «liberalizzato»
Tra le scelte che faranno discutere c'è l'estensione del perimetro dell'appalto integrato. «Abbiamo liberalizzato l'appalto integrato», ha sintetizzato il ministro Salvini riferendosi a questa possibilità (normalmente utilizzata da grosse grandi stazioni appaltanti come Rfi e Anas per infrastrutture di grosso importo) offerta ora anche agli enti locali per interventi di piccolo importo. «In questo modo - ha detto il ministro - i Comuni piccoli e medi potranno avvalersi di uno strumento che consente la redazione dei progetti da parte dell'impresa». Il sottosegretario Mantovano ha difeso la scelta spiegando che «l'appalto integrato permette risparmio di tempo e forse eliminando alcuni passaggi, elimina anche alcune occasioni, ma questo non significa saltare le regole». Difficile che questa scelta di campo possa piacere ai progettisti perché di fatto sottrae al mercato una quota consistente di piccoli e medi servizi di progettazione per consegnarlo al potere discrezionale delle imprese esecutrici.

Mantovano, limite qualificazione Pa è ipotesi aperta
Una delle norme del codice commentate nella conferenza stampa è quella che riguarda il limite di 500mila euro al di sotto del quale le stazioni appaltanti pubbliche non devono essere qualificate. Non è però detto che la norma resti confermata, perché rappresenta una «ipotesi di partenza molto sostenuta dai Comuni ma è una ipotesi aperta, lasciata all'interlocuzione sia con l'Unione europea che con il Parlamento», ha precisato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano rispondendo a una domanda in conferenza stampa.

Riduzione di tempi, procedure, adeguamento prezzi
Tra le novità Salvini ha segnalato «un sistema di programmazione per le opere strategiche con il coinvolgimento diretto delle Regioni». Prevista la riduzione dei tempi del procedimento amministrativo con la riduzione da 45 a 30 giorni per i pareri del Consiglio superiore dei lavori pubblici e da 60 a 45 giorni per la Conferenza dei Servizi. Le verifiche preventive «andranno in parallelo e non saranno più una di seguito all'altra», ha sottolineato il ministro, citando in particolare le opere in aree di interesse archeologico. Nel testo del nuovo codice appalti «si pone fine alla proroga automatica delle concessioni delle autostrade», ha promesso Salvini. Alla fine della concessione, ha spiegato, la gestione tornerà in capo allo Stato per il tempo necessario a selezionare il nuovo concessionario. La revisione prezzi per gli appalti in corso in caso di aumento dei materiali «interverrà a partire da un aumento del 5%», ha detto il ministro, sottolineando il dimezzamento di quanto previsto dall'attuale meccanismo di rilevazione e adeguamento dei prezzi in capo al Mit. Il testo dimezza anche le garanzie richieste alle imprese per gli affidamenti: la cauzione provvisoria passa dal 2% all'1% e quella definitiva dal 10% al 5 per cento.

Discussione in Parlamento
Dopo il primo via libera di Palazzo Chigi il ministro Salvini ha confermato la volontà di affidarlo alla discussione parlamentare, dove eventualmente il testo «potrà anche essere migliorato». Il riferimento all'Unione europea del sottosegretario Mantovano suggerisce che una interlocuzione ci sarà anche con Bruxelles. Il termine per l'approvazione definitiva resta il 31 marzo. Una delle questioni sostanziali da sciogliere - al netto delle polemiche - resta quella del periodo transitorio, cioè dove mettere il confine tra vecchie e nuove norme, considerando anche l'intesa attività di preparazione e pubblicazione delle gare finanziate dal Recovery plan.

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