Urbanistica

Enea, 53 miliardi di investimenti grazie alle misure degli ecobonus

L’asticella del superbonus a quota 11,9 miliardi con oltre 69mila interventi

di Celestina Dominelli

Il superbonus ha accelerato gli investimenti in efficienza energetica, facendo da traino anche alla ripresa economica: a un anno dall'avvio della misura, infatti, gli investimenti ammessi a detrazione sono stati 11,9 miliardi, di cui 8,28 miliardi per interventi già conclusi con più di 69mila asseverazioni. Se, invece, si allarga lo sguardo a tutte le detrazioni fiscali, negli ultimi 15 anni lo sforzo complessivo ha superato i 53 miliardi, di cui una grossa fetta garantita dall'ecobonus 65% (circa 45 miliardi). La fotografia aggiornata è contenuta nei due Rapporti dell'Enea che tracciano, come di consueto, un bilancio sia sull'efficienza energetica sia sugli incentivi a sostegno della riqualificazione green e dell'utilizzo di fonti rinnovabili negli edifici e che sono stati illustrati ieri, nella sede di Confindustria, alla presenza del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, dal presidente dell'Enea, Gilberto Dialuce che ha definito la transizione energetica «una delle sfide più impegnative da affrontare».

«Grazie alle imprese e al loro grande sforzo e lavoro, l'Italia è diventata un campione dell'efficienza energetica a livello globale», ha sottolineato Aurelio Regina, delegato del presidente di Confindustria per la transizione ecologica, che ieri ha fatto gli onori di casa. Regina ha quindi ribadito, da un lato, che la decarbonizzazione «è un elemento prioritario per le imprese ma non deve andare a discapito della loro competitività né minarne la sopravvivenza» e, dall'altro, ha rimarcato il contributo delle incentivazioni fiscali nel settore edilizio «elemento centrale nell'ambito di questa impegnativa e ambiziosa transizione ecologica». Tali misure, è la riflessione, «hanno consentito di raggiungere importantissimi risultati e crediamo che, anche in futuro, possano svolgere ancora un ruolo importante, auspicando una semplificazione e un'armonizzazione degli stessi», ha precisato Regina. Secondo cui la strada tracciata dall'Europa è ineludibile: «Dobbiamo lavorare tutti insieme per arrivare agli obiettivi del Fit for 55 sani e salvi e non rischiare di perdere per strada pezzi di industria».

Insomma, la via è tracciata. Ma attenzione al percorso e, soprattutto, agli strumenti che consentiranno di percorrerla, ha avvertito il ministro Cingolani, pragmatico come sempre. «Non c'è ideologia riguardo la transizione. È il momento di studiare qualunque tecnologia che ci aiuti a decarbonizzare», ha chiarito il fisico genovese. Che, sul superbonus, è stato netto: «Siamo quelli che su questo binario hanno la politica più attiva. Siamo noi che stiamo dando l'esempio in Europa. La regola si può certamente migliorare però la misura è formidabile: rilancia un mercato in crisi e accelera il risparmio energetico». E, sull'esigenza di un "tagliando" al superbonus anche alla luce della necessità, sollecitata ormai da più parti, di trasformarlo in una misura strutturale, hanno concordato tutti alla presentazione dei due rapporti Enea, a cominciare da Marcella Panucci, capo di gabinetto del ministero per la pubblica amministrazione e già dg di Confindustria.

Che ha poi evidenziato il «ruolo cruciale» della Pa in tutte le transizioni, «energetica, ambientale e digitale», perché «è un fattore chiave di questi processi di cambiamento che accadono nel Paese, ma non solo, in quanto supporta i policy maker nell'attuazione degli interventi di riforma e regolatori a sostegno degli investimenti, gestisce il permitting, ma è anche acquirente di beni e servizi, il più grande in Italia, oltre che consumatore di energia». Mentre Massimo Beccarello, responsabile transizione energetica di Confindustria, ha ricordato come i nuovi e più stringenti target Ue per decarbonizzare il Paese ed efficientarlo sotto il profilo energetico hanno posto l'esigenza di aggiornare il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) nel quale, pero, «andrà inclusa una visione strategica di politica industriale». Affinché, e anche su questo ieri c'è stata massima convergenza, la transizione non spazzi in modo irriversibile un pezzo dell'industria nazionale.

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