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Rincari cantieri, i fondi salgono a 2-3 miliardi. Sulle rinnovabili è scontro sulle Sovrintendenze

Nel Dl aiuti due fondi per le compensazioni sui cantieri. Potere sostitutivo Mise sui grandi investimenti bloccati e ristori per le aziende colpite dalla guerra. Giudicate poco efficaci le semplificazioni proposte da Franceschini

di Celestina Dominelli e Carmine Fotina

Un assist da 2-3 miliardi, sfruttando i fondi Ue non spesi, per far ripartire i cantieri. Un ulteriore pacchetto di interventi per accelerare l'indipendenza dal gas russo. E poi ancora ristori per le aziende danneggiate dal conflitto in Ucraina e la possibilità per il ministero dello Sviluppo economico di intervenire a tutela di investimenti strategici per il sistema produttivo che risultino bloccati. Sono alcune delle norme contenute nel decreto aiuti che era atteso al Consiglio dei ministri in programma inizialmente per oggi, ma che è slittato a lunedì prossimo. Il provvedimento, al centro ieri di una serie di riunioni tecniche, necessiterà quindi ancora di qualche ora di confronto soprattutto per far quadrare i conti rispetto alle tante richieste pervenute dai diversi ministeri. Ultime in ordine di tempo quelle del Lavoro. Anche i partiti premono per un intervento molto più robusto: il segretario Pd Enrico Letta chiede un pacchetto da 15 miliardi. Nonostante lo slittamento alla prossima settimana, però, il Governo confermerà per almeno un altro mese il taglio delle accise sui carburanti, con un decreto da licenziare prima del 2 maggio (giorno in cui scade lo sconto alla pompa) da riassorbire successivamente nel nuovo decreto aiuti in modo da allungare il beneficio fino all'8 luglio.

Il cuore del Dl sarà rappresentato da una sterzata ai progetti del Pnrr. Su input del premier Draghi saliranno fino a 2-3 miliardi le risorse destinate a contrastare l'impatto del caro materie prime. Il contributo sarà messo in pista attraverso due fondi ad hoc: uno dedicato alle grandi opere, l'altro riservato ai progetti minori. Nel decreto, ci sarà poi un ampio capitolo dedicato all'energia, a cominciare dalla previsione del possibile raddoppio del credito d'imposta per i gasivori che sarà anche reso retroattivo. Quanto al resto, servirà un supplemento di riflessione sul fronte delle attese semplificazioni per accelerare la realizzazione di nuovi impianti rinnovabili (fotovoltaico ed eolico, in primis). Sul tavolo del Cdm sarebbero dovute infatti arrivare le nuove misure messe a punto dal ministro della Cultura, Dario Franceschini, per sbloccare una volta per tutte gli attuali colli di bottiglia rappresentati dalle sovrintendenze. Ma le proposte presentate dal Mic sarebbero state giudicate insufficienti e quindi occorrerà un ulteriore passaggio per trovare la quadratura del cerchio. Nel nuovo decreto, dovrebbero poi confluire, ulteriori misure, su cui sta lavorando il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, per accelerare la diversificazione energetica, sfruttando anche il cruciale apporto degli stoccaggi e ottimizzando la capacità di rigassificazione.

 Due tasselli, questi ultimi, su cui ieri è arrivata anche una nuova spinta dell'Arera. Insomma, il governo si prepara a intervenire ancora dopo aver già messo in pista, come ha ricordato ieri il ministro dell'Economia, Daniele Franco, durante il question time, 20 miliardi di interventi nel 2021-2022 per famiglie e imprese. A favore delle quali, ha detto Franco, l'esecutivo è pronto a valutare nuove risposte insieme «a ulteriori misure di reperimento delle risorse» con riferimento alla tassazione degli extraprofitti, su cui non sono quindi da escludere nuove mosse dell'esecutivo. Tornando al Dl, fino a ieri sera si è lavorato anche a un Fondo ristori per le aziende danneggiate dalle ripercussioni della guerra sulle catene di approvvigionamento. La richiesta del Mise è di 200 milioni e i contributi a fondo perduto (fino a 400mila euro per beneficiario) sarebbero riservati alle Pmi che negli ultimi due bilanci registravano un fatturato medio di almeno il 20% con Russia, Bielorussia e Ucraina o che nell'ultimo trimestre hanno sofferto un incremento del costo medio di materie prime e semilavorati di almeno il 30% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Il pacchetto messo a punto dal ministero dello Sviluppo economico (Mise) contiene anche altro. La norma più dirompente di Giorgetti è lo sblocca-investimenti, studiato sull'onda del caso Catalent, l'azienda di farmaceutica che ha abbandonato per mancate autorizzazioni un investimento ad Anagni. In presenza di «investimenti di rilievo strategico per il sistema produttivo nazionale», di valore superiore a 50 milioni di euro, che risultano bloccati, il Mise potrà intervenire in tre modi alternativamente: procedere, anche in sostituzione dell'amministrazione proponente, all'indizione della conferenza di servizi; adottare, in caso di inerzia, la determinazione motivata di conclusione della conferenza di servizi; convocare la conferenza preliminare, sostituendosi all'amministrazione procedente, trascorsi 5 giorni dalla richiesta dell'interessato.Nel robusto pacchetto Mise rientrano anche il ripristino del credito di imposta per formazione 4.0, un fondo per l'attrazione investimenti esteri, il rifinanziamento dei grandi progetti di ricerca Ipcei e il chiarimento sull'automatismo del bonus luce e gas per chi ha i requisiti Isee.

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