Progettazione

Anac: stop alla prassi del doppio ribasso nelle gare di progettazione

Parere richiesto su istanza dell'Oice: no ai bandi che riducono la base d'asta incorporando gli sconti medi delle procedure precedenti

immagine non disponibile

di Mauro Salerno

Un «modus operandi» che da un lato di tiene fuori dalle competizioni le imprese in grado di offrire maggiore qualità e dall'altro produce ribassi eccessivi all'esito delle gare. Con queste motivazioni l'Autorità Anticorruzione boccia la prassi del cosiddetto «doppio ribasso», con cui molte stazioni appaltanti incorporano già nel corrispettivo posto a base delle gare di progettazione gli sconti medi registrati nelle procedure precedenti dello stesso tipo, salvo chiedere poi ai concorrenti di scontare ulteriormente il prezzo già ribassato.

A sollevare la questione è stata l'associaizone delle società di ingegneria e architettura (Oice) portando all'attenzione dell'Anac il bando promosso da Consorzio informatica territorio (società in house tra i comuni cremaschi) per la direzione lavori e il coordinamento sicurezza delle opere di riqualificazione di una scuola.

Per determinare il compenso dell'appalto il Consorzio ha fatto sì riferimento alle tabelle del decreto parametri, ma ha subito deciso di ridurne il valore di ben il 37,7 per cento, per tenere conto della media dei ribassi ricevuti nelle precedenti gare per servizi analoghi.

Sul punto l'Anac non può fare a meno di rilevare che «i parametri di riferimento dell'istruttoria» con cui è stato calcolato lo sconto del 37,7% applicato subito alle tariffe ministeriali, «riguardano percentuali medie di ribasso relative a gare già espletate, mentre nel caso di specie la riduzione viene applicata al fine di stabilire la base d'asta, che per sua natura è soggetta a ulteriori ribassi, a seguito del confronto concorrenziale».

Una prassi che l'Anac boccia come «non congrua» perché «induce a ribassi che rischiano di essere eccessivi all'esito della gara» e perché «rischia di escludere dalla competizione gli operatori che pur essendo in grado di offrire una qualità elevata, potrebbero non essere in grado di offrire prezzi uguali o inferiori a un importo fortemente ribassato rispetto alle tabelle ministeriali».

«Si tratta di un parere che rende giustizia alla battaglia che da mesi portiamo avanti rispetto alla scellerata prassi di alcune amministrazioni che, nel motivare come vengono calcolate le basi d'asta, riducono gli importi riferendosi ai ribassi ottenuti in precedenza e non al contenuto della prestazione da rendere - commenta il presidente dell'Oice Giorgio Lupoi -. Adesso il "doppio ribasso" non sarà più legittimo, anche a tutela della qualità del progetto. Come Oice chiediamo che nel nuovo codice tutto questo sia superato dall'obbligo di applicare il Dm, senza se e senza ma, per rendere effettivo il principio dell'equo compenso».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©