Appalti

Appalti/2. Danno erariale, controllo preventivo della Corte dei Conti contro lo «sciopero della firma»

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di Mauro Salerno

Arriva lo scudo contro il rischio di vedersi contestare il danno erariale per i funzionari della Pa che sottopongono bandi di gara e aggiudicazioni al controllo preventivo della Corte del Conti. La misura, mirata a superare le conseguenze negative del cosiddetto "sciopero della firma" messo in atto da dipendenti pubblici incerti sull'applicazione delle norme ( e della giurisprudenza) che regolano il sistema degli appalti, dovrebbe farsi largo all'interno del cosiddetto decreto Ministeri, che il Senato sta esaminando per la conversione in legge. Il provvedimento (As 1493, ora al vaglio della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama) è atteso in Aula dal 29 ottobre.

La norma-ombrello per i dipendenti pubblici è al centro di un emendamento gemello presentato da Lega (primo firmatario Luigi Augussori) e Cinque Stelle (Ugo Grassi). Che il tema sia caldo lo conferma anche il fatto che - proprio oggi - la questione della responsabilità erariale sia al centro di un convegno organizzato proprio dalla Corte dei Conti dal titolo emblematico («Quale controllo preventivo per gli appalti pubblici») alla presenza di esponenti delle imprese, a cui parteciperà anche il ministero delle Infrastrutture Paola De Micheli.

L'emendamento (qui è possibile scaricare i due testi gemelli) riprende un'idea già proposta ma naufragata all'epoca del decreto Sblocca-cantieri. La strategia è semplice: creare un interpello preventivo alla Corte dei conti, a cui le Pa si potranno rivolgere per un controllo di legittimità «sui bandi di gara e sugli atti di aggiudicazione comunque denominati». Il controllo preventivo - che permetterà di usufruire dello scudo della Corte dei Conti rendendo impossibile la contestazione del danno erariale per colpa grave del funzionario - potrà essere richiesto dalle amministrazioini centrali dello Stato e dagli altri enti pubblici nazionali per i lavori di importo superiore alla soglie comunitarie (quindi oltre 5,5 milioni), nonchè sulle varianti che superano il 10% del valore del contratto. In caso di esito positivo del controllo, scatterebbe la norma della legge che disciplina la giurisdizione della Corte dei Conti (articolo 1, comma 1 della legge 20/1994) che esclude «la gravità della colpa quando il fatto dannoso tragga origine dall'emanazione di un atto vistato e registrato in sede di controllo preventivo di legittimità». In questo caso l'atto, sottoposto al controllo preventivo, diventa esecutivo in 30 giorni. Altrimenti i tempi possono allungarsi sulla base delle richieste di chiarimenti.

Se l'emendamento andrà in porto, alla Corte dei Conti potranno rivolgersi anche gli enti locali , ma solo per lavori di importo superiore almeno alla metà delle soglie Ue e bussando alle porte delle sezioni di controllo regionale.

Visto che al momento il controllo sulle varianti è affidato all'Anac, l'emendamento prevede che la richiesta alla Corte escluda la necessità di inviare gli atti all'Anticorruzione, in modo da evitare la duplicazione degli adempimenti, rischiando di ingolfare ulteriormente l'attività delle stazioni appaltanti.

Se il meccanismo dovesse funzionare il rischio-ingolfamento si porrebbe però quasi ceretamente per i magistrati contabili, bloccando gli uffici, e quindi gli appalti. Ccon un effetto paradossale rispetto all'obiettivo sminare il cosiddetto «blocco della firma». Rischio che il Parlamento dovrà tenere molto ben presente, ponderando se allo scopo sia sufficiente affidarsi al l'adozione di semplici «misure organizzative» a costo zero cosi come si prevede negli emendamenti Lega-M5S.

Gli emendamenti gemelli sulla responsabilità erariale

Le norme sulla giurisdizione della Corte dei Conti citate dall'emendamento

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