Fisco e contabilità

Asili nido, costi di gestione fuori da quelli dei servizi individuali che i Comuni strutturalmente deficitari devono coprire

La legge di bilancio ha incrementano la quota del Fondo di solidarietà comunale

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di Amedeo Di Filippo

I commi 172 e 173 della legge di bilancio 234/2021 incrementano la quota del Fondo di solidarietà comunale destinato a potenziare il numero di posti disponibili negli asili nido e determina un livello minimo che ciascun Comune è tenuto a garantire da qui al 2027. Prevista l'esclusione dei costi di gestione dal costo dei servizi individuali che i comuni strutturalmente deficitari sono tenuti a coprire.

Le finalità
Rimuovere gli squilibri territoriali nell'erogazione del servizio di asilo nido in attuazione dell'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione. È l'obiettivo assunto dal comma 172 dell'ultima legge di bilancio, al fine di garantirne la gestione una volta realizzate le infrastrutture previste nell'ambito del Pnrr, il quale ha stanziato risorse per finanziare il Piano per asili nido e scuole dell'infanzia e servizi di educazione per la prima infanzia (Missione 4, Componente 1, Investimento 1.1) per un totale di 4,6 miliardi di euro fino al 2026. La disposizione rifinanzia il Fondo di solidarietà comunale (Fsc) destinando risorse ai comuni delle regioni a statuto ordinario, della Sicilia e della Sardegna finalizzate a incrementare il numero dei posti nei servizi educativi per l'infanzia sino al raggiungimento di un livello minimo che ciascun comune o bacino territoriale è tenuto a garantire, definito quale numero di posti equivalenti in termini di costo standard al servizio a tempo pieno dei nidi, in proporzione alla popolazione ricompresa nella fascia di età da 3 a 36 mesi, fissato su base locale al 33%, inclusivo del servizio privato. Obiettivo da raggiungere progressivamente entro il 2027, mentre quest'anno è fissato al 28,88%. La disposizione è da leggere in combinato col comma 564 della stessa legge di bilancio, che ridetermina la dotazione complessiva del Fsc a partire dal 2022, ricomprendendovi non solo gli importi incrementali previsti per il potenziamento degli asili nido, ma anche quelli per il trasporto dei disabili (comma 174) e per il finanziamento dei servizi in materia sociale (comma 563).

La strategia
Nel 2002 il Consiglio europeo di Barcellona ha sollecitato gli Stati membri a fornire entro il 2010 un'assistenza all'infanzia per almeno il 90% dei bambini di età compresa fra i 3 anni e l'età dell'obbligo scolastico e per almeno il 33% dei bambini di età inferiore ai 3 anni. Il raggiungimento degli «obiettivi di Barcellona» è stato anche al centro della strategia di Lisbona e della successiva strategia Europa 2020, ma nel 2010 i servizi di accoglienza per l'infanzia a livello Ue non erano ancora in linea con gli obiettivi dichiarati. Per quanto riguarda il primo, l'Italia si colloca stabilmente al di sopra, per il secondo c'è stato un indubbio aumento del livello di copertura ma con una forte disparità tra centro-nord e mezzogiorno e spesso anche a livello regionale.
L'Italia ha rilanciato col Dlgs 65/2017, istitutivo del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni, che fissa l'obiettivo di raggiungere il 33% di copertura della popolazione sotto i tre anni a livello nazionale, la graduale diffusione territoriale dei servizi educativi per l'infanzia per ottenere il 75% di copertura dei comuni e la generalizzazione progressiva della scuola dell'infanzia dai tre ai sei anni.

Le risorse
L'investimento Pnrr per la prima infanzia ammonta a 4,6 miliardi: 3 miliardi sono stanziati grazie all'avviso pubblico dedicato (2,4 miliardi per asili nido e 600 milioni per scuole dell'infanzia), 700 milioni sono relativi al bando già in corso e 900 milioni sono in conto corrente per la gestione. La prima tranche è nell'avviso n. 48047 dello scorso 2 dicembre, con il quale il ministero dell'Istruzione intende far crescere l'offerta di servizi educativi grazie alla realizzazione di nuovi spazi o alla messa in sicurezza di strutture già esistenti. L'avviso è aperto alla partecipazione di tutti i Comuni, che possono presentare le candidature entro il 28 febbraio 2022, e finanzia progetti per costruzione, sostituzione edilizia, messa in sicurezza, ristrutturazione e riconversione di edifici pubblici da destinare ad asili nido, servizi integrativi, comprese le sezioni primavera, e scuole di infanzia.
Le ulteriori risorse messe a disposizione dalla legge di bilancio vanno alla gestione dei servizi e saranno ripartite con apposito decreto, che conterrà anche gli obiettivi di potenziamento dei posti di asili nido da conseguire e le modalità di monitoraggio. A quel punto gli enti locali avranno anche la possibilità di assumere il personale necessario alla diretta gestione dei servizi, senza che la relativa spesa incida sui valori soglia della media delle entrate correnti relative agli ultimi tre rendiconti approvati.

I costi di gestione
Il comma 173 esclude i costi di gestione degli asili nido dal costo dei servizi individuali che i Comuni strutturalmente deficitari sono tenuti a coprire in base all'articolo 243, comma 2, lettera a), del Tuel. Per quanto riguarda i servizi a domanda individuale, il costo complessivo della gestione deve essere coperto con i relativi proventi tariffari e contributi finalizzati in misura non inferiore al 36%. In tale ambito i costi di gestione degli asili nido sono calcolati al 50% del loro ammontare. Con la norma della legge di bilancio 2022, i costi di gestione degli asili nido sono integralmente esclusi dal calcolo del costo complessivo della gestione dei servizi a domanda individuale che gli enti strutturalmente deficitari sono tenuti a coprire con i relativi proventi tariffari e contributi finalizzati in misura non inferiore al 36%.

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