Progettazione

Bonus edilizi, pagamenti bloccati anche per progettisti ed esperti fiscali

Scatta la corsa a liberarsi delle somme incagliate con riduzioni dal 15 al 35%

di Valeria Uva

Per i professionisti impegnati nel superbonus e negli altri bonus edilizi è scattata la corsa a liberarsi dei crediti incagliati: sia propri che dei clienti.

Tra commercialisti, architetti e ingegneri, i più in difficoltà – già prima dello stop alla cessione deciso il 16 febbraio – sono i tecnici che avevano scelto di essere pagati con la cessione del credito o scontando la propria fattura, magari per evitare la commissione sull’onorario riconosciuta ai general contractor per la gestione complessiva del superbonus, che poteva arrivare fino al 25 per cento. A Milano e provincia in molti sono preoccupati: «Abbiamo già le prime richieste di aiuto – conferma Angela Panza, consigliera dell’Ordine architetti con delega alla sostenibilità, che sta gestendo tutta la partita dei bonus edilizi –. I colleghi ci chiedono a chi poter cedere i crediti, perché hanno i cassetti fiscali pieni».

Una situazione analoga, seppure per importi minori, la stanno vivendo anche alcuni commercialisti, coinvolti per il rilascio dei visti di conformità. «Sì – conferma Maria Pia Nucera, presidente dell’Associazione dottori commercialisti –, alcuni colleghi hanno accettato di venire pagati con i crediti e, se i bonus restano incagliati, rischiano ora di perdere la parcella». Le fa eco Giuseppe Ferro, da poco alla guida dell’Ordine ingegneri di Torino: «Anche nella nostra provincia si stanno verificando casi di ingegneri pagati con crediti ora bloccati».

I progettisti che hanno appena avviato le pratiche temono il blocco totale, con il rischio di non venir pagati, se non a prezzo di lunghi contenziosi. Comunque vada, per loro il conto sarà salato: «In tanti hanno investito, comprato software e assunto personale», ricorda l’architetto Panza. Con le nuove responsabilità su prezzi e progetti, poi, sono cresciuti i costi assicurativi: «La polizza che a fine 2021 costava 1.600 euro oggi è più che raddoppiata», segnala ancora.

Ordini e associazioni di categoria vogliono tutti mantenere il meccanismo dei bonus per il futuro, seppur rimodulato, ma chiedono intanto una soluzione ponte e spazi di apertura per gestire i crediti incagliati. Così, ad esempio, la Rete delle professioni tecniche ha proposto al tavolo con il Governo, tra l’altro, «l’eliminazione dell’esclusione delle Casse di previdenza professionali dall’acquisto dei crediti, l’estensione della garanzia Sace ai professionisti, la proroga dei termini per il completamento delle opere». Mentre Confprofessioni preme nell’immediato anche per «riattivare subito il circuito della cessione del credito al sistema bancario, e a terzi, con un tetto massimo alle commissioni per l’acquisto».

I commercialisti del Cndcec chiedono, tra l’altro, la proroga del termine del 31 marzo per comunicare le opzioni di cessione del credito e sconto in fattura relativi alle spese sostenute nel 2022.

La corsa alla cessione è la protagonista di queste ore. Lo sa bene Dario Simone, commercialista in Brianza che ha puntato molto sui bonus e anche grazie a un suo gruppo Facebook ha gestito oltre 500 pratiche, tra villette e condomìni in tutta Italia: «Ora mi occupo soprattutto di cercare società con capienza fiscale per rilevare i crediti, ma ormai la richiesta è di uno sconto fino al 35 per cento». La sua collega, Maria Pia Nucera, segnala che però «si può ancora trovare chi compra scontando solo il 15%», che resta a carico di chi ha eseguito i lavori.

Per il futuro i progettisti sperano che l’efficientamento energetico degli edifici possa continuare sotto altre forme: «Ce lo chiede anche l’Europa con la direttiva sulle case green», sottolinea ancora Angela Panza. Che però teme: «Senza incentivi sarà difficile convincere i proprietari». Più amara Nucera: «Per i commercialisti questa attività mi sembra terminata». Mentre c’è già chi guarda altrove: «Per gli ingegneri si sono aperte altre prospettive – osserva Ferro –: è ripartito il settore della manutenzione di infrastrutture, ad esempio, ma i lavori più urgenti sono quelli legati al Pnrr. Tecnicamente, tra rendere efficiente un condominio o una scuola non c’è molta differenza».

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