Appalti

Coesione e Recovery, Fitto presenta in Cdm la ricognizione dei fondi

Attese indicazioni sulla quota da impiegare su transizione green ed energia

di Laura Serafini

Il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, porterà oggi all’esame del consiglio dei ministri una relazione sul monitoraggio dell’utilizzo delle risorse per la coesione e del fondo di sviluppo e coesione del ciclo 2014-2020. Un primo passaggio importante nel percorso che il ministro sta costruendo – con i ministeri, le partecipate pubbliche e, da ieri, anche con le banche – per riscrivere la politica energetica nazionale almeno dei prossimi 5 anni attraverso la riattribuzione e canalizzazione verso progetti strategici dei fondi del Pnrr, di RepowerEu e dei fondi di coesione. Per capire quale sia la potenza di fuoco di questa tipologia dei fondi europei basta ripercorrere quanto illustrato da un documento della Camera dei deputati risalente al settembre scorso. «Riguardo alle disponibilità finanziarie, nel bilancio di previsione per il triennio 2022-2024 il fondo sviluppo e coesione - iscritto al capitolo 8000 dello stato di previsione del ministero dell'Economia - presenta una dotazione per il triennio pari a 15,2 miliardi nel 2022, a 13 miliardi nel 2023 e a 15,3 miliardi nel 2024. Tale dotazione è riferita alle risorse autorizzate per i due cicli di programmazione 2014-2020 e 2021-2017, rispettivamente, dalla legge di stabilità 2014 e dalla legge di bilancio 2020. Sono inoltre riportati gli importi autorizzati per gli anni successivi al 2024 dalle citate autorizzazioni di spesa, che verranno iscritte in bilancio negli anni successivi (in tutto, 65,2 miliardi fino al 2031), per complessivi 108,7 miliardi di euro. Di questi, 29,7 miliardi sono relativi alla programmazione 2014-2020 (importo residuale di risorse del ciclo 2014-2020 che dovranno essere utilizzate entro il 2025) e oltre 79 miliardi sono relativi alla programmazione 2021-2027». Oggi con tutta probabilità il ministro illustrerà la quota di questi fondi che potrà essere impiegata in progetti per la transizione e l’indipendenza energetica. Ieri il ministro ha partecipato, per la prima volta, al comitato esecutivo dell’Abi durante il quale è stato affrontato anche il tema di questi investimenti che saranno mobilitati e il ruolo degli istituti di credito. Ai banchieri il ministro ha annunciato che illustrerà gli interventi non appena saranno delineati (entro il 30 marzo deve essere definita una lista) e sui quali chiederà le osservazioni del mondo del credito. Fitto ha affermato che per la revisione del Pnrr si sta «lavorando molto bene con la Commissione europea. Il confronto è positivo sia a livello istituzionale con i commissari Gentiloni e Ferreira e con la presidente von der Leyen sia a livello tecnico. È un lavoro complesso che stiamo mettendo un campo e se dovessi dare una linea di riferimento temporale è il 30 aprile per la presentazione del RePower Eu, che terrà insieme una riflessione sul Pnrr e la politica di coesione perché, come è noto il RePower Eu diventa un capitolo aggiuntivo del Pnrr ed è finanziato con il 7,5% delle risorse della coesione». Le banche sul Pnrr sono «elemento di grande supporto, ne sosteniamo l’attuazione in termini finanziari e siamo interessati che le cose vadano bene e ci sia un’efficacia di applicazione sia dei piani ordinari europei strutturali che di quelli straordinari come il Pnrr», ha osservato il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli.

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