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Credito, allarme dell'Ance per la «tempesta perfetta» che minaccia di travolgere le imprese

Il vicepresidente Rudy Girardi alla commissione Finanze del Senato: «folle la nuova definizione di default»

di El&E

Ci sono quattro eventi che potrebbero determinare seri problemi di sopravvivenza per molte imprese delle costruzioni settore, travolte da una vera e propria "tempesta perfetta". L'allarme arriva dall'Ance, che ha segnalato - nell'audizione di oggi al Senato del vicepresidente Rudy Girardi - tutti i rischi che arrivano dal fronte della finanza. Al primo posto c'è «la nuova, folle, definizione di default, molto più stringente rispetto al passato, e l'entrata in vigore dell'obbligo di copertura delle perdite attese - il cosiddetto "approccio di calendario" - che determineranno una nuova "fame" di capitale per le banche».

L'Ance ha ricordato che «la nuova definizione di default scaturisce da una norma del 2013 e dalla disciplina dell'Eba nel 2016». Nello specifico, viene stabilito che «il debitore è considerato in default se in arretrato da oltre 90 giorni su un'obbligazione verso l'istituto di credito per importi di pagamento superiori a 500 euro e che rappresentino più dell'1% del totale delle esposizioni. Per le persone fisiche, per esempio le famiglie e le Pmi, che presentano esposizioni complessive inferiori a 1 milione di euro, l'importo della soglia è abbassata addirittura a 100 euro. La classificazione in default di una posizione farebbe riclassificare in default tutti i finanziamenti dello stesso cliente presso quell'istituto e sarà vietato compensare le esposizioni problematiche con i margini disponibili su altre linee di credito accordate al medesimo debitore». Secondo i costruttori, «le scelte dell'Eba appaiono assolutamente fuori dalla realtà, quasi frutto di un accanimento terapeutico nei confronti dell'economia reale».

Il vicepresidente dell'Ance ha poi segnalato il termine della moratoria sui crediti, la fine dell'accesso "libero" al Fondo Pmi e, infine, il codice della crisi d'impresa. «Si tratta - ha spiegato Girardi - di eventi molto interconnessi tra di loro e capaci, insieme, di mettere in crisi non solo le imprese ma anche le banche italiane». Secondo l'Ance «la nuova normativa europea spingerebbe ulteriormente le banche a svendere a fondi definiti "specializzati", il cui obiettivo non è certo la tutela aziendale». «Per questo - ha detto Girardi - l'Ance è convinta che si debbano intraprendere percorsi alternativi rispetto alla svendita degli Npl. Per esempio, il presidente della Bce, Christine Lagarde, nel documento di aprile 2021 del Comitato Europeo per il Rischio Sistemico, apre per la prima volta ad una trasformazione dei crediti garantiti dallo Stato in sovvenzioni (grants), entro il 31 dicembre 2022, dando prova di aver compreso, finalmente, che la crisi che ci troviamo ad affrontare è strutturale, dovuta al sovraindebitamento delle imprese. Una crisi eccezionale ha bisogno di soluzioni eccezionali. Paesi come l'Olanda e Spagna stanno prendendo in seria considerazione questa impostazione».

Da quello che risulta all'Ance, l'Italia avrebbe già espresso interesse rispetto alla possibile conversione di forme di finanziamento come anticipi rimborsabili, garanzie, prestiti in altre forme di aiuto, come le sovvenzioni. È necessario approfondire questa possibilità e introdurla quanto prima nel nostro ordinamento. La seconda via è quella dell'approvazione del Ddl sul sovraindebitamento, come sintesi delle proposte De Petris, Pittella, Urso e Lannutti. L'Ance si è espressa più volte a favore di questa norma straordinaria e chiede alla Commissione di dare un impulso deciso al Ddl sul sovraindebitamento e approvarlo nel più breve tempo possibile».

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