Dal digitale alla salute pioggia di verifiche sui pilastri del Pnrr
Dal Mef le nuove istruzioni per il monitoraggio dei sei temi chiave del Piano
Un po’ di tempo c’è, ma il lavoro è enorme. Nella già ricchissima griglia di impegni che scandiscono le attività di monitoraggio degli interventi del Pnrr arrivano le verifiche sui sei «pilastri» (pillar) del Piano. O, meglio, più che arrivare prendono forma nelle 64 pagine di istruzioni che la Ragioneria generale dello Stato ha allegato alla circolare 34/2022 (l'allegato) per fissare le regole sul tema. Regole che coinvolgono le amministrazioni centrali «titolari» degli interventi ma anche regioni ed enti locali «attuatori». Ma partiamo dall’inizio.
Accanto ai 520 fra obiettivi e risultati del Pnrr (e ai 308 del Piano nazionale complementare) che sono messi periodicamente sotto esame per dare il via libera alle rate semestrali, il regolamento della Recovery and Resilience Facility, cioè il meccanismo comunitario che eroga i fondi, ha indicato sei «pilastri» per gli interventi nazionali. Si tratta dei marco-obiettivi a cui deve mirare l’investimento dei 750 miliardi (191,5 per l’Italia) messi a disposizione dall’Unione, e riguardano «transizione verde, trasformazione digitale, crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, coesione sociale e territoriale, salute e resilienza economica, sociale e istituzionale e politiche per le nuove generazioni, l’infanzia e i giovani».
Per evitare che queste rimangano parole nobili confinate sulla carta dei Piani nazionali, con la filosofia classica del Pnrr che innovando radicalmente la prassi italiana fa della rendicontazione finale il momento culminante dell’azione amministrativa, anche questi sei filoni sono soggetti a verifica, dopo essere stati tradotti un anno fa in 14 declinazioni operative dal Regolamento delegato Ue 2021/2106 del 28 settembre. «Transizione verde» e «crescita intelligente», per esempio, si uniscono negli indicatori su «Risparmi sul consumo annuo di energia primaria», «Capacità operativa supplementare installata per l’energia rinnovabile» e «Infrastrutture per i combustibili alternativi», mentre la «Trasformazione digitale» e la «Coesione sociale e territoriale» si alleano nell’indicatore che misura le «Abitazioni aggiuntive con accesso a Internet fornito attraverso reti ad altissima capacità», e così via.
Le verifiche a cui sono ora chiamate le pubbliche amministrazioni italiane coinvolte nel Pnrr si concentrano su questi indicatori, che il tavolo di monitoraggio ha associato a ogni misura o sub-misura del Piano. Nel caso dei filoni dedicati ad asili nido, scuole dell’infanzia ed edilizia scolastica, per esempio, bisognerà fra le altre cose misurare l’indicatore 13 relativo alla «Capacità delle classi nelle strutture per la cura dell’infanzia e nelle strutture scolastiche nuove o modernizzate», che associa i pilastri su «Coesione sociale e territoriale» e «Politiche per le nuove generazioni».
Il lavoro è certosino, perché i soggetti attuatori dovranno calcolare gli indicatori per ogni singolo progetto individuato da un Codice unico (Cup). Le amministrazioni «titolari» degli interventi esamineranno e aggregheranno i dati per costruire l’indicatore complessivo legato alla misura, e il tutto sarà verificato dall’Unità di missione Ng-Eu al ministero dell’Economia. Questa operazione piramidale, condotta attraverso il sistema Regis, dovrà avvenire due volte l’anno: entro il 20 gennaio andranno caricati i dati relativi al secondo semestre dell’anno prima, ed entro il 20 luglio quelli della prima metà dell’anno in corso. Le due scadenze riguardano le amministrazioni centrali «titolari» degli interventi, per cui il calcolo e il caricamento dei dati da parte dei soggetti «attuatori» dovrà cominciare ben prima.
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