Progettazione

Edifici con facciate a prova di incendi: l’Italia attende ancora nuove norme

La regola tecnica approvata dai Vigili del fuoco è al vaglio di Bruxelles e minimizza, ma non azzera, l’uso di materiale combustibile. Nessuna indicazione specifica in case di grande altezza

di Laura Cavestri

La facciata di un edificio può essere rivestita con differenti tecnologie. Ma come ha messo in luce l’incendio della Torre dei Moro, il palazzo in via Antonini a Milano – a prescindere da ciò che dirà l’esito delle indagini – la scelta di materiali sicuri e ignifughi, qualunque sia il rivestimento definito in fase progettuale, è essenziale.

In Italia, su questo punto, non ci sono veri e propri obblighi di legge. La disciplina è in divenire e – avvertono gli addetti ai lavori – la nuova normativa non prevede vincoli ad hoc per gli edifici sopra una certa altezza né vieta l’impiego di prodotti combustibili nei materiali per l’isolamento.

La normativa italiana

«Sul tema – spiega Paolo Migliavacca, amministratore delegato di Rockwool Italia (branch italiana della multinazionale danese leader in prodotti e soluzioni sostenibili in lana di roccia, diffusissima nel Nord Europa e negli Usa, meno nei Paesi mediterranei) – non esiste una normativa unica in Ue. Il 15 giugno scorso il Comitato centrale tecnico scientifico (Ccts) dei Vigili del fuoco ha approvato la nuova «Regola tecnica verticale (Rtv)» antincendio per le chiusure d’ambito degli edifici, di cui è ora in corso la notifica a Bruxelles per la verifica di conformità con il diritto europeo. Tuttavia, anche questo aggiornamento presenta criticità rispetto alle normative più avanzate dei Paesi della Ue. Ad esempio, le prescrizioni riguarderanno direttamente gli edifici civili (come strutture sanitarie, scolastiche, alberghiere, commerciali, uffici, residenziali), senza vietare l’uso di prodotti combustibili nelle facciate e nelle coperture, in particolare negli edifici a grande altezza». In pratica, questi materiali saranno limitati, ma non azzerati.

«Oggi un sistema a cappotto è costituito da diversi elementi: materiale isolante, tasselli di ancoraggio, collanti e finiture esterne – aggiunge ancora Migliavacca –. Il tutto si definisce “kit”, se garantito e comprato da un unico fornitore. La nuova normativa determina la performance del kit ma non si preoccupa di capire se al suo interno sono presenti componenti combustibili, né li vieta. Componenti che, se non installati correttamente, o usurati, diventano pericolosi.

L’opportunità dei bonus

Secondo Fivra – l’associazione dei produttori di lane minerali (lane di roccia e di vetro altamente isolanti e ad elevato risparmio energetico) – oltre a modificare la normativa, è urgente sfruttare le opportunità offerte dagli incentivi fiscali sul patrimonio immobiliare del Paese (super bonus, riqualificazione edifici pubblici prevista dal Pnrr) investendo anche sulla protezione dal fuoco.

Nel 2017, dopo il rogo a Londra della torre Grenfell, Rockwool aveva collaborato con il governo inglese che ha poi introdotto il divieto all’uso di materiali combustibili sugli edifici residenziali oltre i 18 metri e per quelli ad alto rischio come scuole e ospedali.

In Italia, il gruppo danese – quotato al Nasdaq di Copenhagen, presente in 39 Paesi, con 11.600 dipendenti nel mondo e ricavi per 2,6 miliardi di euro derivanti dalle soluzioni in lana di roccia in settori diversi, dal Real Estate ai trasporti, dall’orticoltura alla gestione idrica– ha sviluppato un progetto insieme al Politecnico di Milano.

«Molti operatori economici – conclude Migliavacca – sono già comunque più avanti della legge. Ad esempio, nei sempre più diffusi siti logistici, per far fronte all’aumento del rischio di innesco di incendio legato alla presenza di sistemi tecnologici in copertura, vengono preferite soluzioni costruttive con materiali incombustibili. Studiare soluzioni antincendio diventa un interesse primario del proprietario, del tenant, ma anche delle imprese assicurative, per gli impatti economici, sociali e ambientali»

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©