Progettazione

Fuksas: «Ricucire Roma da Nord a Sud: dall'Aurelia alla Romanina fino ai Castelli»

«Non si può lasciare abbandonato lo scheletro di Calatrava come un oggetto su cui tutti si interrogano senza conoscerne il suo destino»

di Paola Pierotti

Dalla Francia alla Russia fino alla Cina: Massimiliano Fuksas ha gli occhi puntati sul mondo e sui tavoli del suo studio ci sono aeroporti “spaziali”, un complesso multifunzionale nel Principato di Monaco, ma anche nuove scuole e interventi per il mondo dell’hospitality.

Oltre a ipotesi di ricerca sull’industrializzazione edilizia, e altre sull’idrogeno. Non c’è invece il parco di Bari, 70 ettari sopra il tracciato ferroviario, finanziato dal Pnrr, per il quale l’architetto fa sapere che nonostante abbiano vinto il concorso e consegnato in fretta come richiesto il definitivo per poter accedere al finanziamento, manca l’incarico per le successive fasi della progettazione. Nessuna interlocuzione con il sindaco Antonio Decaro sul tema, intanto qualche colloquio iniziale con il primo cittadino di Roma Roberto Gualtieri.

«La priorità per la Capitale non può essere che quella dei rifiuti. Ho sostenuto con il neo-sindaco che vada fatta una strategia e serva un termovalorizzatore. Senza metterlo in centro alla città come hanno fatto ad esempio Parigi o Copenaghen o Vienna: Roma può contare su un territorio molto ampio, se ne potrebbero inserire uno o due, in aree non densamente popolate. E la discarica abbandonata dovrebbe essere ripensata come parco urbano e fabbrica del riciclo, anche aprendo opportunità per l’economia circolare». A poche settimane dalla chiusura del G20 che ha celebrato la sua Nuvola all’Eur come icona del contemporaneo italiano, e a qualche settimana dalla presentazione ufficiale di Roma 2030 al Bureau International des Exposition, l’architetto fa il punto sullo sviluppo urbano della sua città, sottolineando l’urgenza della nuova giunta «di prendersi cura dell’organizzazione dei servizi. Questione dimenticata per troppo tempo» commenta l’architetto romano.

Rifiuti, sviluppo economico, scienza, sanità e università. Sanare le criticità trascurate da anni, e proiettarsi nel futuro: «Puntare su aree di sviluppo non scontate, concentrarsi su filoni in crescita come la farmaceutica e la medicina». Fuksas, che già si è speso nei mesi della pandemia sul tema dell’abitare e della riorganizzazione del sistema ospedaliero, parla di «necessaria riorganizzazione di una sanità oggi troppo frammentata: le cliniche private sono di grande qualità, ma di piccole dimensioni. E anche il pubblico necessita di sostanziali interventi: per il Policlinico Umberto I c’era stato un concorso più di dieci anni fa, ma tutto si è fermato al progetto».

Roma è una eccellenza anche per le sue università, sia pubbliche che private, «ma va rafforzata l’apertura al mondo internazionale» sottolinea durante la chiacchierata in esclusiva con Il Sole 24 Ore.

Tutto questo, con quale disegno urbano? «Roma oggi è caotica, è a macchia di leopardo e non ha ancora trovato come svilupparsi in modo omogeneo - spiega -. L’ultimo grande sviluppo edilizio romano risale alle Olimpiadi del 60». Fuksas scommette sul futuro di Roma guardando a quattro ambiti in corrispondenza dei punti cardinali: da Nord a Sud, dagli insediamenti lungo la via Aurelia, alla Romanina con Tor Vergata fino ai Castelli per fare alcuni esempi. «Non si può lasciare abbandonato lo scheletro di Calatrava come un oggetto su cui tutti si interrogano senza conoscerne il suo destino - ricorda -. Tor Vergata è rimasta incompleta, e forse a questo punto è un bene che lo Sdo (il centro direzionale previsto nell’area tra Tiburtino e Pietralata, Ndr) non sia decollato».

A metà dicembre Gualtieri è intervenuto alla presentazione ufficiale della candidatura di Roma ad Expo 2030 al Bie insieme con il ministro Luigi Di Maio: Giubileo 2025 (per il quale il premier Draghi ha nominato il sindaco commissario) ed Expo 2030 sono le due tappe che Roma si propone di traguardare per trasformarsi in una città «più moderna, accogliente e sostenibile». Il titolo proposto? Persone e territori: rigenerazione urbana, inclusione ed innovazione. Si punta sul rapporto tra uomo e abitare urbano, considerando transizione digitale, cambiamento climatico, crescente disuguaglianza, trasformazione demografica, migrazioni, e ora pandemia. E “Roma Eterna Evoluzione” è il claim del nuovo sito che lancia la candidatura.

«Con l’occasione di Expo 2030, aree con grande carenza di servizi e con poca qualità, potrebbero essere rigenerate - commenta Fuksas - non credo nel concetto di “centralità”, va ripensata la città esistente. Per fortuna si sta eliminando dal vocabolario il termine “periferia” che viene ormai definita “un pezzo di città”: se nel centro storico di Roma vivono 120mila abitanti, dove abitano gli altri 3,5 milioni di cittadini?». L’architetto stressa la questione dei dati: il Comune di Roma è 11 volte più grande di quello di Parigi, confrontando le due città all’interno del Grande raccordo anulare e del Boulevard périphérique. La capitale italiana è anche il più grande comune agricolo europeo. Valori significativi per il confronto con l’Europa a cui si possono aggiungere alcuni riferimenti con Milano, come l’estensione, il numero di abitanti e degli utilizzatori delle due città. Il Lazio è secondo alla Lombardia per il Pil: due regioni estremamente produttive, «anche per sfatare il mito che a Roma e nella regione ci siano solo servizi e politica – commenta Fuksas – non dimentichiamoci dell’alta tecnologia, dell’aerospaziale grazie alla presenza di una grande azienda come Leonardo per fare un esempio».

Sul fronte immobiliare Roma potrebbe diventare l’alternativa di Milano, città dove ora sono approdati i grandi capitali degli investitori istituzionali. «Anche nel real estate gli investitori ci sono a Roma, tutti dicono che li stiamo aspettando ma ci sono - commenta - per ora sono mancate le occasioni. A monte serve però un progetto per la città, innovativo, che consenta ai privati di fare investimenti, anche sulla sostenibilità e le fonti energetiche alternative». E per Fuksas la sfida passerà proprio per l’idrogeno: «Roma potrebbe essere davvero un laboratorio di sperimentazione e ricerca sulle nuove forme di energia». Il superbonus, non esente oggi anche da critiche? «Male non fa, riavvia le piccole aziende e fa lavorare gli artigiani, ma vanno affrontati i grandi temi».

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