Urbanistica

I lavori da completare agevolati dal 110% a luglio superano quota 11,5 miliardi

Sono destinati a riversarsi sul mercato delle cessioni 12,6 miliardi di sconti fiscali

di Cristiano Dell'Oste e Giuseppe Latour

In attesa di capire se le ultime misure sbloccheranno le cessioni dei crediti d'imposta, un dato pare certo: nei prossimi mesi la mole dei bonus sul mercato è destinata ad aumentare. Dicono chiaramente questo i numeri del report che tutti i mesi viene pubblicato da Enea e che fotografa l'andamento dei soli lavori di efficientamento energetico (esclusi, quindi, quelli di messa in sicurezza antisismica). Valgono, infatti, oltre 11,5 i miliardi i lavori relativi al 110% che – in base ai dati di luglio – risultano in attesa di completamento. Una massa che, mese dopo mese, è andata crescendo di pari passo con l'avvio di nuovi cantieri. E che dice, già oggi, di una gran riserva di lavori che vorranno accedere in futuro alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura, rischiando di ingolfare un sistema già in grandissima sofferenza. Il dato si ricava confrontando due numeri. Il primo, che a luglio valeva circa 39,7 miliardi (per 43,7 miliardi di detrazioni), misura il totale degli investimenti ammessi al 110% in base alle asseverazioni presentate (quasi 224mila a luglio): quindi – spiegano da Enea – «si riferisce alle spese di progetto degli interventi che sono ammesse a detrazione, cioè a quelle spese di progetto che rispettano i costi massimi ammissibili dall'articolo 119 del Dl 34/2020».

In altre parole, è il potenziale complessivo verso il quale tendono le detrazioni del 110%, esclusa la parte relativa alla sicurezza sismica che, come detto, l'Enea non fotografa.Il secondo numero, che a luglio valeva circa 28,2 miliardi di euro (per quasi 31 miliardi di detrazioni), riguarda le spese per lavori conclusi: «Si riferiscono – dicono ancora da Enea – alle spese sostenute che vengono dichiarate negli stati di avanzamento e che possono riguardare interventi interamente conclusi». Quindi, registra tutto ciò che è stato completato e può essere portato in detrazione o ceduto, sia in singoli Sal che per lavori completi. La differenza tra le due grandezze, allora, rappresenta il serbatoio complessivo del 110%: quanti sono, cioè, gli investimenti "programmati", ma non ancora realizzati, che arriveranno a compimento nei prossimi mesi. E questo serbatoio, nel corso del tempo, si è alimentato in maniera continua.Da agosto 2021 ad oggi la crescita è sempre stata, almeno, nell'ordine dei 600 milioni al mese. Il dato più basso, arrivato dopo un incredibile picco di 1,3 miliardi a dicembre, si è registrato a gennaio 2022, con 565 milioni. Poi, però, la progressione è stata eloquente: 783 milioni a febbraio, 875 milioni a marzo, un miliardo ad aprile, quasi 900 milioni a maggio, 1,1 miliardi a giugno e quasi 1,3 miliardi a luglio.

Questi numeri, però, non sembrano testimoniare una sofferenza del mercato dei crediti d'imposta o una difficoltà nell'avanzamento dei cantieri. Nei mesi, infatti, il rapporto tra i lavori in attesa e i nuovi lavori avviati è rimasto piuttosto costante, nell'ordine del 30 per cento. La crescita degli investimenti "in attesa", insomma, è stata alimentata dall'avvio di nuovi lavori, non da una strozzatura nel mercato. Gli 11,5 miliardi accumulatisi nel tempo, però, equivalgono a 12,6 miliardi di bonus fiscali che, in gran parte, si riverseranno sulla catena della cessione dei crediti. Una catena che, tra banche che hanno smesso di comprare e maggiori controlli dell'agenzia delle Entrate, già oggi mostra segni di cedimento.

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