Progettazione

Oice, ad aprile frenata del mercato della progettazione. Lupoi: spariti gli incarichi di taglio medio

Le gare di accordo quadro rappresentano il 18,9% del numero e il 51% del valore del totale dei bandi del mese

di Al. Le.

Ad aprile battuta di arresto delle gare di ingegneria e architettura. Il mese scorso, secondo i dati dell'osservatorio Cresme Europa Servizi, sono stati pubblicati 243 bandi per 171 milioni, con un calo del 46,2% per il numero e del 63,5% per il valore su aprile 2022. I bandi per accordi quadro per servizi di architettura e ingegneria sono stati 46 per 87,2 milioni di servizi, pari al 18,9% del numero e al 51% del valore del totale dei bandi del mese. Sempre molto attiva negli accordi quadro Invitalia, che il mese scorso ha pubblicato 16 bandi per 38 milioni, seguita da Anas con 12 bandi per 24 milioni. Tutte procedure che dovranno tradursi in contratti attuativi nei prossimi anni. Ad aprile sono state 94 le gare Pnrr per servizi di architettura e ingegneria con 70,7 milioni di servizi e 567,2 milioni di lavori. Rimane in campo positivo, nonostante il crollo di aprile, il mercato dei servizi di architettura e ingegneria nel primo quadrimestre del 2023: i 1.479 bandi per 1.184,5 milioni di euro corrispondono a una crescita dell'1,1% per il numero e del 19,8% in valore sui primi quattro mesi del 2022.

«In aprile il mercato, dopo i sorprendenti risultati del primo trimestre, si prende una pausa – ha dichiarato il presidente dell'Oice Giorgio Lupoi – ma continuano a crescere in modo quasi impetuoso gli appalti integrati, segno evidente che le stazioni appaltanti sono mosse dalla semplificazione e quindi dall'accelerazione delle procedure indotte dall'uso di questo strumento. Ma è anche l'appalto integrato a risultare particolarmente rilevante e questo soltanto in parte per la necessaria accelerazione degli interventi del Pnrr. Se a questo aggiungiamo l'effetto degli affidamenti diretti, si può rilevare come le gare per progettazione pura, sopra i 139.000 euro, si riducono sempre più. Sarà una tendenza sempre più marcata anche con il nuovo codice appalti di cui il consiglio generale Oice sta valutando gli effetti, ma appare chiaro che l'eccessivo ricorso agli affidamenti diretti e, in prospettiva, l'assenza delle regole per gli affidamenti di servizi tecnici rappresenteranno un vulnus per la qualità delle attività affidate e uno spostamento sulle imprese di costruzioni della progettazione esecutiva».

«Rimane poi sempre il problema - conclude Lupoi - della reale attuazione degli accordi quadro, che a volte rimangono semplici manifestazioni di intenti e agli appalti integrati che ancora troppo spesso vedono richieste di elaborati in sede di gara, un'opzione che il decreto 77/2021 ha dato per il Pnrr ma che a nostro avviso è del tutto errata e controproducente perché distoglie energie a danno di tutti i progettisti coinvolti, in un momento in cui occorre dare seguito alle tante richieste delle stazioni appaltanti. Dal primo luglio si rischia una radicalizzazione di quanto rilevato, con una spinta ulteriore alla polarizzazione del mercato fra piccole strutture e grandi organizzazioni, mentre per le medie imprese gli spazi di autonomia verranno probabilmente a ridursi. Chiediamo al Governo di riaprire un confronto sulla soglia per gli affidamenti diretti e sui livelli della qualificazione che non può essere su soli tre anni».

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