Progettazione

Oice, con il Pnrr boom dei bandi di progettazione nel 2022: in gara 3,5 miliardi

Lupoi: «Se tutto continuerà così si darà un grande slancio al settore delle professioni tecniche»

di Al. Le.

Boom delle gare di progettazione e servizi tecnici nel 2022: 3,5 miliardi di compensi che attiveranno 45 miliardi di lavori. La progettazione Pnrr messa in gara lo scorso anno (2 miliardi) da sola supera del 75% il valore promosso nel 2021 (1,1 miliardi) relativo alle opere ordinarie. Impennata anche degli appalti integrati con 718 bandi per 1,1 miliardi di progettazione esecutiva e 24 miliardi di lavori. Sono questi i dati principali del Report diffusi dall'Oice (l'Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria) che fa il punto sui bandi di gara relativi a opere del Pnrr e del Piano nazionale complementare emessi in tutto l'anno 2022, oltre che nell'ultimo trimestre dell'anno scorso.

La quota percentuale riservata ai servizi tecnici rapportata all'importo dei lavori è pari al 7,7%, un valore dimezzato rispetto al valore medio rilevato da Eurostat (che prende anche il settore privato) pari al 14,7%, a sua volta molto più basso rispetto a Paesi come la Germania (22,9%), la Danimarca (25,4%) o la Slovenia (29,7%). Molto positivo è il commento del Presidente dell'associazione di via Flaminia, Giorgio Lupoi: «I dati del Report del nostro Ufficio studi certificano un'accelerazione del mercato rilevantissima per il nostro settore. Era prevedibile ed eravamo preparati: le nostre società hanno raccolto questa sfida, ancora in corso, mettendo a disposizione del Paese il meglio del loro know-how, frutto di investimenti in ricerca e innovazione. Se tutto continuerà così - e ci auguriamo che avvenga, senza tagli sensibili al programma - si darà un grande slancio al settore delle professioni tecniche, anche in una prospettiva estera perché si compete al meglio a livello internazionale se si è forti nel proprio Paese».

Per Lupoi, a fronte del trend di mercato assolutamente positivo, non mancano certamente le difficoltà ancora da superare: «Ci sono problemi nei rapporti con le stazioni appaltanti che non valorizzano la fase progettuale come si dovrebbe, sono limitate le risorse umane a nostra disposizione: mancano ingegneri, il fabbisogno delle nostre società non trova adeguata risposta. C'è poi il problema della messa a terra dei progetti che saranno predisposti quest'anno: molto è stato fatto a livello normativo per incidere sulla fase di gara, sia pure limitando la concorrenza nei numerosi affidamenti diretti che hanno riguardato gli interventi di minore importo. La risposta delle stazioni appaltanti è stata molto incisiva dal punto di vista dell'accelerazione, con un ruolo rilevante di Invitalia e di grandi stazioni appaltanti come RFI e Anas».

Secondo il presidente dell'Oice «molto si è fatto, sempre a livello normativo, anche per velocizzare gli iter autorizzativi dei progetti con i vari decreti di semplificazione e forse arriveranno a breve anche altre norme per accelerare ancora di più. I risultati positivi sul lato della semplificazione degli iter autorizzativi sono misurabili guardando all'egregio lavoro del Comitato speciale del Consiglio superiore dei lavori pubblici e a quello della Commissione speciale Via. Adesso bisogna però pensare alla fase di implementazione dei progetti che si stanno predisponendo, perché gli enti attuatori avranno ancora di più bisogno di supporti e il fatto che nel 2022 il 16% delle gare riguardino assistenze conferma questa esigenza. Abbiamo visto anche bandi sporadici di supporto di project management, per tenere sotto controllo tempi e costi della fase esecutiva. E' un anno e mezzo che lo diciamo: non sarà sufficiente il ricorso all'in house, bisogna pensare ad accordi quadro di project management a supporto delle esigenze degli enti, soprattutto quelli locali».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©