Appalti

Piani casa sui capannoni in 17 Regioni

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Con la previsione della Puglia di prorogare di sei mesi la sua scadenza, diventano sei le Regioni le cui leggi sui piani casa non potranno più essere applicate dopo il 31 dicembre, salvo le proroghe di fine anno. Nelle altre c’è più tempo per beneficiare dei premi di superficie e di volume concessi per realizzare interventi di demolizione e ricostruzione o di ampliamento. In sei di queste e nella provincia autonoma di Bolzano i legislatori locali hanno decretato il fine piano «mai».

I piani capannone

La manovra di bilancio della Basilicata ha reso recentemente permanente una legge che altrimenti non sarebbe più stata vigente dalla fine di quest’anno. La proroga è diventata spesso l’occasione per allargare il ventaglio delle destinazioni d’uso degli immobili oggetto dei piani. Ora in tutte le Regioni in cui i piani sono ancora attivi è possibile demolire e ricostruire o ampliare anche gli immobili destinati alle attività economiche, con un aumento della superficie oltre limiti prestabiliti dallo strumento urbanistico comunale. Solo la legge abruzzese limita la possibilità di intervenire sugli edifici completamente non residenziale: almeno la metà della loro superficie deve essere costituita da abitazioni.
Anche per gli immobili non residenziali ogni regione ha previsto condizioni particolari per applicare il proprio piano. Alcune di esse non hanno posto alcun limite all’attività economica svolta nell’immobile. Altre hanno invece individuato all’interno della generica categoria degli immobili non residenziali specifiche destinazioni ammesse. La più ricorrente è quella per le attività produttive, industriali e artigianali, ma Campania, Sardegna e Valle d’Aosta accordano i premi agli interventi sugli immobili adibiti ad attività commerciali, turistiche ricreative o di servizi. In Liguria il piano si applica anche agli edifici destinati a uso socio-assistenziale e socio-educativo. La restrizione delle tipologie di destinazioni non residenziali riguarda in genere gli interventi di ampliamento.
Tutte le regioni concedono per la realizzazione delle operazioni di rigenerazione edilizia un premio più alto rispetto a quello accordato per gli ampliamenti. Per questi ultimi, gli incrementi di volume o di superficie oscillano tra il 35% del Friuli Venezia Giulia e il 15% di Abruzzo e Basilicata, alle quali si è aggiunta la Calabria che ha ridotto il precedente livello che era del 20 per cento. La forbice dei premi è molto più ampia nelle demolizioni e ricostruzioni: si va dal 20% di base del Piemonte all’80% massimo del Veneto. Sono poche le regioni (come Molise e Marche) che non hanno posto ai premi anche un limite in numero di metri quadri o di volume.

L’anzianità dei capannoni

Le regioni selezionano gli immobili su cui è possibile applicare i piani casa, anche escludendo quelli realizzati dopo una certa data o entro la quale doveva essere stato compiuto uno specifico adempimento amministrativo, come per esempio il rilascio del permesso di costruire o la presentazione di un altro titolo abilitativo. A quella data si fa, in sostanza, la fotografia del patrimonio che fissa, per ogni regione, i confini del “bacino di utenza” del piano. In principio la data fu fatta coincidere con quella di approvazione delle singole leggi, con qualche eccezione e differenza tra abitazioni e immobili non residenziali. Per questi ultimi, alcune regioni sembrano porre meno vincoli sulla data entro la quale gli edifici dovevano già esistere. La legge ligure riporta una data di ultimazione dei lavori (30 giugno 2009), per la sola demolizione e ricostruzione degli immobili residenziali, con la conseguenza che i premi in diritti edificatori extra Prg dovrebbero essere concessi per interventi sui capannoni e gli altri edifici non residenziali realizzati anche successivamente a quella data. In Piemonte il 30 settembre 2009 per le strutture turistico-ricettive è la data di riferimento per l’esistenza del titolo abilitativo, mentre per tutti gli altri immobili è quella entro cui essi dovevano già esistere. L’incremento del 20% concesso in Toscana per gli interventi di ampliamento e sostituzione edilizia sugli edifici destinati ad attività industriali o artigianali è calcolato sulla superficie utile lorda esistente al 25 agosto 2011. Campania, Calabria, Puglia, Sardegna, Lazio e Veneto hanno aggiornato anche la data di esistenza degli immobili, ampliando lo stock di quelli che possono beneficiare dei premi.

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