Fisco e contabilità

Pignoramenti mirati dei Comuni con l’Anagrafe dei conti correnti

Anche gli enti locali potranno accedere ma senza vedere tutti i dati

di Marco Mobili e Giovanni Parente

É la chiusura del cerchio della riforma della riscossione locale realizzata dalla legge di Bilancio 202o per dare più potere ad enti creditori e concessionari e consentire loro di recuperare le somme vantate. Ora la possibilità di interrogare l’Anagrafe tributaria si estende anche le informazioni relative a conti correnti e altri rapporti finanziari. A prevederlo è l’articolo 17-bis inserito durante l’approvazione al Senato del decreto Semplificazioni (Dl 76/2020, convertito dalla legge 120/2020) in vigore da ieri 15 settembre. Un’arma in più che sicuramente richiederà una cornice di garanzie per evitare accessi e utilizzi indebiti, ma che serve sopraattutto a calibrare i pignoramenti (soprattutto quelli dei conti correnti) e ad evitare azioni a vuoto.

Il riferimento ai dati accessibili è quello dell’articolo 7, comma 6, del Dpr 605/1973. Si tratta dei dati identificativi - codice fiscale incluso - di ogni soggetto che intrattenga qualsiasi rapporto o effettui , anche per conto o a nome di terzi , operazioni di natura finanziaria (tranne i bollettini di conto corrente postale di importo unitario sotto i 1.500 euro) con operatori finanziari come banche, Poste, intermediari finanziari, imprese di investimento; organismi di investimento collettivo del risparmi, società di gestione del risparmio. Queste informazioni relative a esistenza e natura dei rapporti e di qualsiasi operazione (anche fuori da un rapporto continuativo) sono comunicati all'Anagrafe tributaria e archiviati appunto in una sezione specifica con l'indicazione dei dati anagrafici dei titolari e dei soggetti interessati.

In pratica, il Dl 76/2020 opera un’estensione di quanto già ora consentito al concessionario pubblico della riscossione. Ma fuori dalla portata della sezione consultabile rimangono i dati di sintesi di saldo a inizio e fine anno, totale dei movimenti in entrata e in uscita e giacenza media che rappresentano il patrimonio della Superanagrafe utilizzabile dall’agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza per effettuare l’analisi di rischio e stilare liste selettive grazie all’incrocio con gli altri dati reddituali e patrimoniali disponibili e individuare i soggetti a più alto rischio evasione da controllare.

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