Fisco e contabilità

Sicilia, piano Pnrr bloccato dalla burocrazia

Da un anno Ecogestioni aspetta il via per un impianto a Termini Imerese

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di Nino Amadore

Costruire una filiera dell’economia circolare anche grazie alle risorse del Pnrr. Era (ed è ancora) il progetto dell’azienda Ecogestioni con sede a Santa Flavia in provincia di Palermo che ha già tre impianti di recupero e smaltimento di rifiuti a Santa Flavia, Cefalà Diana e Polizzi Generosa (tutti e tre comuni del palermitano) e avrebbe in animo non solo di metterli a sistema ma di sviluppare anche nuovo business nell’ambito dell’economia circolare. Ma il progetto rischia di naufragare per i ritardi nelle autorizzazioni.

L’azienda, 30 dipendenti e un fatturato di quasi 8 milioni, ha pianificato un investimento di quasi 9 milioni per costruire nuovi impianti nella zona industriale di Termini Imerese dove ha già acquistato un terreno per 13mila metri quadrati e un capannone di 3.500 metri quadrati. Una prima parte è stata realizzata. Già pronta la Linea 1 adibita alla selezione di rifiuti e alla produzione di Css (combustibile solido secondario): vengono recuperati i metalli ferrosi e non solo, la plastica mentre con lo scarto si produce Css per forni cementifici.

Il problema si pone per il secondo impianto che dovrebbe occuparsi di riciclo di rifiuti tessili, abiti non utilizzabili e scarti di materassi per la produzione di pannelli fonoassorbenti e termoisolanti. In questo caso, spiega l’amministratore dell’azienda Michele Raspanti, il progetto (primo e unico del genere in Sicilia) che prevede un investimento di 4,25 milioni «ha ottenuto un finanziamento del Pnrr nazionale pari a 2,75 milioni ed è tra i 25 progetti faro accolti e finanziati ma resta in attesa di autorizzazione da parte della conferenza di servizi». Il progetto è stato ammesso a finanziamento nel dicembre 2022 e la nuova linea doveva essere completata entro gennaio 2025 ma Ecogestioni ha chiesto una proroga al Mase e l’ha ottenuta fino al 2026 (cioè alla scadenza Pnrr) «proprio perché in attesa dell’autorizzazione della conferenza di servizi il cui iter è stato avviato a settembre dell’anno scorso». Una storia paradossale per vari motivi: il primo è che accade in Sicilia, dove lo smaltimento dei rifiuti si ripropone costantemente come emergenza; il secondo perché riguarda il materiale tessile che, come è noto, è una delle grandi criticità del settore.

«Più passa il tempo più diminuiscono le possibilità che l’impianto possa essere realizzato - dice Raspanti -. Le macchine da utilizzare per questo tipo di lavoro vengono realizzate e consegnate in un anno e mezzo, poi ci sono i tempi tecnici di installazione e avvio ed entro il 2026 l’investimento deve essere completato. Senza il via libera della conferenza di servizi noi non possiamo fare l’ordine e restiamo in attesa ma sarebbe veramente un peccato perdere questa opportunità». Già.

Resta in sospeso, intanto, un altro progetto da 5 milioni della Ecogestioni che ha acquistato un terreno da 30 mila metri quadrati (con un capannone di 2.400 metri quadrati già costruito ma da adeguare) nel territorio di Monreale. In questo caso l’obiettivo è di utilizzare una parte dei rifiuti lavorati nell’impianto di Termini Imerese per produrre gas.

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