I temi di NT+Tributi e bilanci a cura di Anutel

Tassa di soggiorno, gettito vicino al miliardo: nuove sfide tra lotta all’evasione e controlli digitali

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di Francesco Foglia (*) - Rubrica a cura di Anutel

Il gettito della tassa di soggiorno si avvicina ormai alla soglia del miliardo di euro l’anno, confermandosi una delle voci più vivaci e strategiche nei bilanci comunali italiani. Sono oltre 1.300 i comuni che hanno adottato questo tributo, spinti da una ripresa dei flussi turistici nel periodo post-pandemico e da un progressivo ampliamento dell’imposta ai territori a forte vocazione turistica. Un’espansione, però, che continua a scontrarsi con l’irrisolto problema dell’evasione e con le sfide poste dalla transizione digitale dei controlli.

Il 30 giugno 2025 rappresenta una data cruciale, segnando il termine per la presentazione delle dichiarazioni relative al 2024. Il settore si trova così a operare in un contesto profondamente trasformato dall’obbligo di digitalizzazione degli adempimenti. Dal 2022, infatti, l’introduzione del modello ministeriale approvato dal Mef e le modalità di trasmissione telematica definite dall’Agenzia delle entrate hanno reso completamente digitale il processo dichiarativo. Quello del 2025 sarà il terzo ciclo effettivo di dichiarazioni online, coinvolgendo non solo le strutture ricettive tradizionali, ma anche i gestori degli affitti brevi, sempre più rilevanti nel panorama turistico nazionale. I dati relativi al 2024 confermano il trend di crescita del tributo, offrendo una fotografia più dettagliata delle dinamiche in atto.

L’innovazione più incisiva degli ultimi mesi riguarda l’introduzione del codice identificativo nazionale (Cin), operativo da novembre 2024 in base al decreto del Ministero del Turismo. Oggi ogni annuncio di locazione breve deve riportare il proprio codice identificativo e quest’ultimo deve essere esposto anche nell’immobile interessato. Si tratta di uno strumento previsto dal decreto-legge 145/2023, convertito nella legge 191/2023, che consente di associare in modo univoco ciascun annuncio a uno specifico immobile, facilitando i controlli incrociati tra piattaforme online, banche dati comunali e dichiarazioni fiscali. Una rivoluzione che promette di innalzare significativamente il livello di tracciabilità dell’intero comparto.

Nonostante questi passi avanti sul fronte tecnologico, l’evasione continua a rappresentare l’ostacolo principale alla piena efficacia della tassa di soggiorno. Il fenomeno si manifesta attraverso locazioni turistiche completamente non dichiarate o dichiarate solo in parte, attività di locazione breve svolte occasionalmente da soggetti spesso ignari dei propri obblighi tributari, e difficoltà nel documentare correttamente le esenzioni previste dai regolamenti comunali. A complicare il quadro, si aggiunge la frammentazione normativa dovuta all’assenza di un regolamento attuativo nazionale, che ha spinto i Comuni a disciplinare l’imposta con propri regolamenti, generando un mosaico eterogeneo sul territorio.

La necessità di contrastare l’evasione ha portato molti Comuni a dotarsi di strumenti tecnologici sempre più evoluti per il monitoraggio delle presenze turistiche. Si va dai software capaci di intercettare automaticamente annunci sui principali portali online, all’analisi dei flussi di pagamenti elettronici per scoprire eventuali discrepanze tra incassi e presenze dichiarate, fino a controlli congiunti tra uffici tributi e polizia locale, inclusi sopralluoghi mirati. Questa evoluzione digitale si rivela particolarmente preziosa per i Comuni di medie e piccole dimensioni, dove le risorse umane disponibili per i controlli restano spesso limitate.

L’impianto sanzionatorio previsto per i casi di mancato o inesatto assolvimento degli obblighi dichiarativi sull’imposta di soggiorno costituisce senza dubbio uno strumento deterrente contro l’evasione, anche se la capacità effettiva di effettuare controlli risulta ancora disomogenea sul territorio nazionale.

La sfida per il 2025 si presenta dunque su due fronti: da un lato, garantire il massimo gettito possibile attraverso un contrasto sempre più incisivo alle irregolarità; dall’altro, evitare di appesantire gli adempimenti burocratici per gli operatori in regola, salvaguardando la competitività turistica dei territori.

Come osservato dalla Corte dei conti in diverse relazioni sul coordinamento della finanza pubblica, l’imposta di soggiorno presenta ancora criticità legate alla gestione non uniforme e all’efficacia variabile dei controlli, rendendo necessario trovare un equilibrio tra rigore fiscale e semplificazione amministrativa.

Fondamentale, in questo scenario, resta l’attività di informazione rivolta soprattutto ai piccoli locatori occasionali, che spesso ignorano gli obblighi previsti e le conseguenze delle violazioni. Solo un approccio capace di integrare controlli mirati e supporto informativo potrà consolidare i risultati ottenuti finora e garantire uno sviluppo sostenibile del comparto turistico.

Non meno rilevante è il tema della trasparenza nell’utilizzo del gettito: sebbene l’articolo 4 del decreto legislativo 23/2011 abbia stabilito che i proventi siano destinati a interventi per il turismo, l’ambiente e i beni culturali, diverse pronunce della Corte dei conti hanno sottolineato la necessità di un legame più chiaro e diretto fra le risorse incassate e gli obiettivi indicati dal legislatore.

L’imposta di soggiorno si conferma così non solo uno strumento importante per le finanze locali, ma anche un banco di prova per la modernizzazione digitale della fiscalità locale e per il monitoraggio di flussi turistici in continua evoluzione. Nei prossimi anni, sarà determinante la capacità di coniugare innovazione tecnologica, efficacia dei controlli e semplificazione degli adempimenti per assicurare il pieno successo di questo tributo.

(*) Docente Anutel

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