Progettazione

Tra gli ulivi della Liguria il rustico di design firmato StudioAta

di Luigi Prestinenza Puglisi

Si può fare buona architettura con interventi edilizi di limitate dimensioni, come testimonia il recupero firmato da Studio Ata di questo piccolo rudere agricolo sulla collina Imperiese, nelle campagne dell'antico borgo di Montegrazie. «Si trattava - ci racconta Alberto Rosso - di trasformare un rustico abbandonato in un accogliente rifugio in grado di allietare con una piacevole permanenza il lavoro di manutenzione dei 2500mq di terreno terrazzato e di 100 piante di ulivo».

Un'operazione, nel suo genere, esemplare che mostra una soluzione per rendere possibile, in un'ottica contemporanea, il riavvicinamento degli abitanti al proprio territorio, attivando processi virtuosi. E così contribuire alla salvaguardia e alla valorizzazione di più ampie porzioni di suolo che oggi continuano ad essere abbandonate. In questo modo, infatti, si attiva la quotidiana manutenzione del capillare sistema di accesso ai lotti, il continuo controllo del regime delle acque, la conservazione dei terrazzamenti, il rischio di incendi.
L'edificio, che insiste sul sedime del vecchio rudere, si sviluppa verso l'alto per ridurre al minimo il suo ingombro sul lotto.

«Volevamo ricordare - continua Alberto Rosso- le tipiche torri saracene della costa ligure; la piccola architettura si innalza oltre le chiome degli ulivi non più per avvistare i nemici ma per raggiungere un affaccio privilegiato verso il mare».
Rivestito in pietra di recupero, l'edificio, è bucato da quattro vetrate a tutta altezza, orientate a piano terra in direzione est-ovest per guardare i terrazzamenti e gli ulivi, a piano primo in direzione nord – sud per cercare un affaccio verso collina e il mare.
In tutto si tratta di appena 53mq, sufficienti per prevedere al piano terra la zona notte con bagno e al piano primo la zona giorno con cucina.

La cucina, il bagno e la cabina armadio sono contenuti in profonde nicchie laterali mimetizzate da pannellature mobili a filo parete. In questo modo si sono privilegiate le funzioni contemplative – in primis il rapporto con il paesaggio- rispetto alle attività pratiche, quali il mangiare e il dormire, anche se si possono svolgere comodamente pure quelle.
La costruzione è stata realizzata con tecniche tradizionali: muratura portante esterna e cassa vuota interna contengono i setti in calcestruzzo armato e i pannelli isolanti.
I solai sono stati realizzati con un sistema misto in latero-cemento e putrelle in acciaio recuperate da un altro cantiere. Le facciate sono in pietra locale con funzione mimetica rispetto al contesto.

Il sistema costruttivo permette un elevato comfort termico estivo grazie ad un elevato coefficiente di sfasamento. Al riscaldamento provvede un camino a bio massa che distribuisce l'aria calda su entrambi i livelli.
Il rustico era stato realizzato in corrispondenza di un sistema di pozzi artesiani che captavano l'acqua per immagazzinarla. Approfittando di un'estate particolarmente secca, è stato ricostruito il pozzo principale con un nuovo sistema automatizzato, l'acqua raccolta nel grande pozzo è pompata fino alla abitazione a 120m di distanza, utilizzando due vasche di accumulo e rilancio da 1000 litri. Le vasche, le condutture idrauliche e quelle elettriche sono stata celate in cavidotti e vani completamente interrati.

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