Appalti

Nuovo round di iscrizioni per le in house all'elenco Anac: 944 domande e risposte al rallentatore

Al via una nuova procedura informatica per la presentazione delle richieste di iscrizione e per le variazioni dell'elenco

di Stefano Pozzoli

Anac ha comunicato l'avvio, a partire da questi giorni, di una nuova procedura informatica per la presentazione delle richieste di iscrizione e per le variazioni all'«Elenco delle amministrazioni aggiudicatrici e degli enti aggiudicatori che operano mediante affidamenti diretti nei confronti di proprie società in house previsto dall'art. 192 del d.lgs. 50/2016».

Per facilitare l'utilizzo della nuova procedura, l'Autorità ha predisposto un manuale utente e una soluzione di help on line che, dovrebbe guidare nella compilazione della domanda di iscrizione all'elenco o di variazione. Curiosamente vi sono due link «Manuale utente» e «Istruzioni per la compilazione del questionario», che portano però al medesimo manuale. Possibile dunque che a breve venga aggiunto un documento ulteriore.

In ogni caso il manuale, e di conseguenza la procedura, ripete pedissequamente il contenuto delle linee guida n. 7 e si concentra sulla acquisizione di dichiarazioni e informazioni sui requisiti dell'in house providing, sia nel caso di società in house che di altri organismi.

Molta attenzione, dunque, è dedicata agli aspetti statutari previsti dal Dlgs 175/2016 per le società e per la dimostrazione, documentale, del controllo analogo.

Al di là di questa novità è interessante, a ormai tre anni dalla redazione delle Linee Guida (pubblicate per la prima volta con delibera n. 235 del 15 febbraio 2017, e aggiornate con delibera n. 951 del 20 settembre 2017) vedere quali siano stati i risultati di questa attività che è stata affidata ad Anac dal codice degli appalti.

Intanto occorre rilevare che le società o altri organismi per i quali è stata richiesta l'iscrizione all'elenco sono stati 944, questo a fronte delle 3.736 che, secondo il report sulle partecipate pubbliche licenziato dall'Istat nel febbraio 2020, risultavano essere a controllo pubblico nel 2017.

Va anche rilevato che, dopo il gran numero di domande inviate ad Anac nel 2018 (725), gli anni successivi le richieste sono state significativamente meno (118 nel 2019 e 74 nel 2020). Delle domande esitate, oltre l'80% ha ricevuto risposta positiva.

Resta però il dato gravissimo dei tempi di risposta di Anac, che a oggi non ha risposto al 74% delle domande inviate nel 2019 ed alla quasi totalità di quelle del 2020. Questa inefficienza crea non poche incertezze nelle ammistrazioni interessate e il Comunicato del Presidente del 31 luglio 2018, dove si sottolinea che Anac non è tenuta a rispettare un criterio cronologico nei procedimenti istruttori, rende ancora più imprevedibile la attesa, che dura spesso ben oltre un anno, arco di tempo in cui, in molti casi (società multiservizi, a volte con una pluralità di soci) a decine di contratti di servizio.

La domanda di iscrizione, in ogni caso, consente di effettuare, sotto la propria responsabilità, affidamenti diretti all'organismo in house. Un eventuale esito negativo, però, ha effetti comunque rilevanti, perché interdice la possibilità di dare ulteriori affidamenti a quella specifica società e, soprattutto, può indurre Anac a ricorrere al Tar avverso i vecchi affidamenti secondo l'articolo 211, commi 1-bis e 1–ter del Codice degli Appalti.

In realtà, le linee guida immaginerebbero tempi molto stretti, a regime, per concludere il procedimento: «entro 30 giorni dalla data di presentazione della domanda di iscrizione è avviato il procedimento ... Il termine per la conclusione … è di 90 giorni decorrenti dall'avvio dello stesso».

Però, «in fase di prima applicazione (…) l'Autorità si riserva la possibilità di dare avvio ai procedimenti … con modalità e tempi che saranno resi noti con successive comunicazioni». Questo è comprensibile ma quanto dura la prima applicazione?

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