Progettazione

Al Politecnico di Milano nasce il trifoglio firmato Di Blasi: svelato il nuovo campus per la facoltà di architettura

di Mariagrazia Barletta

Prefabbricazione, assemblaggio a secco e edificazione in buona parte off-site per l'ampliamento del campus di architettura del Politecnico di Milano. Terminate le demolizioni, è iniziata la fase di costruzione. La fine dei lavori è prevista per dicembre 2019. Entra nel vivo il cantiere per la realizzazione di tre nuovi volumi e di un parterre alberato tra gli edifici di Gio Ponti e Vittoriano Viganò. «Sono state ultimate già tutte le demolizioni, stanno procedendo con il getto dei primi magroni, quindi in primavera ci saranno i primi pezzi montati», riferisce Ottavio Di Blasi, che con il suo studio - Ottavio Di Blasi & Partners - ha elaborato il progetto preliminare e definitivo a partire dall'idea donata all'Ateneo, sotto forma di schizzi, da Renzo Piano. A Di Blasi è affidata anche la sovrintendenza alla progettazione esecutiva e alla realizzazione del progetto.

Con l'ampliamento ci saranno 4.200 metri quadri di nuovi spazi coperti e un'area esterna di quasi 9mila metri quadri. Tutto realizzato con tecniche all'avanguardia. «Più che costruire dei singoli edifici, l'idea è di realizzare il nuovo campus laddove oggi c'è già una stratificazione di edifici storici fatti da maestri dell'architettura italiana, da Gio Ponti e da Vittoriano Viganò, più altri fabbricati minori. Facciamo spazio attorno agli edifici storici, eliminando dei piccoli edifici funzionali realizzati nel tempo e che hanno compromesso un po' la leggibilità di questi monumenti dell'architettura contemporanea italiana», racconta Di Blasi. «Poi - continua - costruiamo. Lo spazio è fondamentale: il Politecnico ha fame di spazio, ma lo facciamo nella maniera meno impattante possibile. Tutto il campus è un piano al di sotto del livello della strada. L'insediamento del Politecnico, infatti, è attraversato dalla via Bonardi, che è una strada urbana. Per collegare i due pezzi al di qua e al di là della strada, che sono il campus di architettura e quello di ingegneria, Gio Ponti, nel dopoguerra, pensò ad un tunnel al di sotto della strada e questo ha portato a creare un parterre più basso, di circa tre metri e mezzo rispetto al piano stradale. Noi costruiamo le parti nuove, questi tre edifici, a ridosso del salto di quota, in modo che non siano dei volumi prominenti e in competizione con gli edifici storici».

I due edifici su via Bonardi saranno ad un piano, con il tetto - utilizzabile come terrazza - poco più alto della quota del marciapiede. «Dal marciapiede si potrà salire su queste terrazze, praticabili dagli studenti e da queste affacciarsi direttamente sulle chiome degli alberi del campus». L'edificio più emblematico, un prisma vetrato, conterrà il laboratorio di modellistica della Scuola di Architettura. L'altro sarà dedicato alla didattica. Il terzo prenderà il posto del cosiddetto edificio Sottomarino e ospiterà aule da disegno e laboratori, «Sarà di quattro livelli, di cui solo tre fuori dal livello stradale. Sarà di fianco al Trifoglio di Gio Ponti, ma più basso di questo», riferisce l'architetto. Un nuovo spazio per gli studenti sarà, inoltre, ricavato nell'edificio “Nave”. «Il progetto originario di Gio Ponti - racconta ancora Di Blasi - prevedeva dei pilotis. Abbiamo ritrovato i disegni storici che dimostrano che tutto il piano terra era aperto, permeabile. Nel tempo però è stato chiuso. Noi vogliamo riaprirlo e realizzare un piccolo luogo che chiamiamo student lobby, cioè un posto dedicato agli studenti». Infine, vi è il parterre: laddove c'era un parcheggio viene creato un lastricato urbano permeabile con oltre 100 alberi. Un luogo di relazione e un tessuto connettivo nuovo che collega le varie parti del campus.

I tre edifici di nuova costruzione «hanno un'unica architettura, nel senso che sono tutti quanti costruiti con gli stessi componenti edilizi. Sono edifici assemblati a freddo, con una struttura in acciaio e solai di X-Lam. Sono quasi completamente vetrati e poi c'è un elemento di facciata che riveste i muri degli edifici e della vasca (l'invaso ribassato che contiene il nuovo campus nda) ed è composto da lamelle verticali, abbastanza fitte, con un passo di 60 centimetri», sottolinea Di Blasi. Si predilige l'assemblaggio a secco. «Non c'è niente di gettato fuori dal livello delle fondazioni. È una scelta fatta proprio per avere da un lato dei tempi di cantiere controllati, ma dall'altro anche un livello qualitativo controllato, garantito dall'assemblaggio meccanico degli elementi. Non ci può essere un muro storto o un intonaco malfatto: sono tutti componenti precostruiti in officina e assemblati». «È più che una prefabbricazione, è un sistema costruttivo, è un kit di componenti col quale si costruisce tutto: dai rivestimenti delle parti della vasca, agli edifici monopiano a quello multipiano. Addirittura il parterre è fatto con dei componenti di pavimentazione modulari che vengono assemblati. Tutto - conclude Di Blasi - rientra in questa logica: anche le panchine e le grate degli alberi».

Oltre all'intervento sviluppato su progetto di Di Blasi, per il quale sono stati investiti 25 milioni di euro, il Politecnico ha avviato un vasto programma di riqualificazione del campus di Architettura, che comprende anche il recupero e l'adeguamento normativo del Trifoglio, la ristrutturazione interna di un piccolo edificio su via Bonardi, la realizzazione del nuovo ingresso, interventi sull'edificio Nave e l'ammodernamento della rete impiantistica. Un programma che, nel complesso, considerando anche il progetto Piano-Di Blasi, conta su 41 milioni di euro, di cui oltre 6 milioni ricavati da una campagna di crowdfunding, che sta proseguendo (al momento i donatori sono quasi 2.800). La Regione Lombardia finanzierà 5 milioni; la Fondazione Cariplo parteciperà con 500mila euro e la restante quota, che potrebbe ridursi grazie al crowdfunding, è coperta dal Politecnico (per ora si tratta di 35,5 milioni di euro).

I crediti del progetto
Riqualificazione parterre, realizzazione dei nuovi edifici A, B, C e student lobby
Rup: arch. Riccardo Licari, dirigente area Tecnico Edilizia Politecnico di Milano
Project manager: ing. Gianluca Noto ATE Politecnico di Milano

Progetto definitivo
Responsabile della progettazione: arch. Ottavio di Blasi ODB
Design team:
Progettazione architettonica e integrata: ODB - Ottavio Di Blasi & Partners
Responsabile della progettazione: arch. Ottavio di Blasi - Ottavio Di Blasi & Partners
Progettazione strutture: Ing. Maurzio Milan - Milan Ingegneria
Progettazione impianti: ing. Luca Stefanutti - Tekne S.p.a.
Landscape: arch. Franco Giorgetta - Studio Giorgetta
Computazione: geom. Giovanni Lentinu - Studio Lentinu
Verifiche acustiche: ing. Dario Paini, ConsultingManagement - ing. Ezio Rendina
Progetto di prevenzione incendi: Studio Mistretta
Coordinatore sicurezza in fase di progettazione: arch. Sergio Colombo - Area Tecnico Edilizia

Progetto esecutivo
Responsabile della progettazione: arch. Nicola Cantarelli AEGIS srl
Sovrintendente alla progettazione: arch. Ottavio di Blasi - ODB & Partners
Coordinatore del gruppo di progettazione: arch. Eleonora Zucchelli - AEGIS srl
Responsabile aspetti architettonici: arch. Maurizio Pavani - MATE soc. coop.
Coordinatore progetto architettonico: arch. Ilario Chiarel - MATE soc. coop.
Responsabile strutture: ing. Emilio Bona Veggi - MATE soc. coop.
Coordinatore progetto. Strutture: ing. Stefano Tortella - AEGIS srl
Responsabile impianti elettrici e speciali: ing. Donato Romano - ETS spa
Responsabile impianti termomeccanici: ing. Giambattista Pairetti - ETS spa
Coordinatore sicurezza in fase di progettazione: arch. Eugenio Sagliocca - AEGIS srl

Direzione lavori
Direttore dei lavori: arch. Marco Medizza ATE Politecnico di Milano

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