Imprese

Bonus alberghi già bruciato: in quattro giorni richieste per 2,3 miliardi

Record di istanze da micro e Pmi, adeguamento antisismico snobbato. In Toscana il numero maggiore di domande, in Lombardia la cifra maggiore richiesta

di Massimo Frontera

Il bonus alberghi fa il pieno. Nel periodo di tempo che va dalle ore 12:00 del 28 febbraio - cioè dall'apertura dello sportello virtuale per presentare l'istanza - alle ore 8:10 del 4 marzo, orario scelto dal ministero per fare un primo bilancio della risposta del mercato, sono state presentate 5.307 domande valide per una cifra di investimenti di oltre 2,3 miliardi (esattamente 2.339.411.125). Altre 1.814 domande risultano in compilazione al momento della fotografia scattata dal ministero del Turismo (altre 647 domande risultano annullate dal proponente). I numeri si leggono nel sintetico ma ricco rapporto pubblicato sul sito del ministero del Turismo per un primo e parziale, ma significativo, bilancio.

Cifre elevate, molto al di sopra della disponibilità, che confermano la bontà della decisione di ampliare i bonus edilizi anche a questa categoria di immobili per l'impresa, come peraltro, suggerito anche dalla Commissione europea. Tra i tanti dati riportati nello studio c'è quello che riguarda gli immobili oggetto della richiesta. Nessuna sorpresa che i più gettonati siano le strutture alberghiere o alloggiative (4.609 unità). Le richieste di riqualificazione di stabilimenti balneari sono state 130, 41 le domande che riguardano strutture termali, 34 quelle di strutture per fiere e convegni. Si registrano anche 21 domande rubricate sotto la categoria "porti e banchine", 23 "parchi", 6 impianti sciistici, 2 sale da ballo e, infine, il settore residuale "altro" con 441 domande. La graduatoria per valore riflette quella stilata in base al numero delle domande: gli alberghi hanno totalizzato 1,65 miliardi di fondi richiesti. Al secondo posto c'è il comparto che riunisce affittacamere, case vacanza, bed & breakfast che sfiora i 150 milioni. Gli agriturismi, al terzo posto, fanno segnare richieste per 105 milioni circa.

Il bando consentiva tre possibili modalità di richiesta: credito di imposta, fondo perduto, tutte e due le modalità insieme. La maggior parte delle domande (4.701 su 5.307) conteneva la doppia modalità di finanziamento, 480 domande indicavano la scelta del solo credito di imposta e 126 domande il solo fondo perduto. Sotto il profilo economico, la modalità del credito di imposta ha visto una maggioranza schiacciante: poco più di 2,1 miliardi di euro contro poco più di 238.600 milioni di finanziamenti a fondo perduto.

Altro indicatore interessante è la dimensione dell'impresa proponente. La stragrande maggioranza delle domande - pari a 4.944 domande su 5.307 - ha riguardato micro imprese (2.875) e piccole imprese (2.069). Le medie imprese sono state 306, le grandi imprese solo 57. La fascia di intervento più ricorrente è quella compresa tra 100mila e 200mila euro (1.362 domande). Sotto il profilo geografico il maggior numero di domande è arrivato dalla Toscana (632), la lista delle regioni si chiude con il Molise, da cui sono partite appena 19 istanze. Se si guarda al finanziamento richiesto, la Lombardia guadagna il primo posto (245,6 milioni d circa), appena sopra il Veneto (243,7 milioni). All'ultimo posto ancora il Molise, con appena 8,1 milioni di euro.

Un'altra chiave di lettura è quella della tipologia di interventi. Al primo posto c'è l'incremento di efficienza energetica (1,67 miliardi di euro circa), seguito da interventi edilizi (645,5 milioni di euro) e acquisto di mobili e illuminotecnica (oltre 289 milioni). L'adeguamento antisismico non sembra essere una priorità per il settore, visto che la cifra richiesta complessivamente - 137,5 milioni di euro - è anche inferiore a quella richiesta per la digitalizzazione delle strutture (142,8 milioni circa).

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