Urbanistica

Superbonus, Commissione Ue: misura esportabile (con aggiustamenti) anche in altri Paesi

Suggerimenti: premiare la riduzione di consumo energetico non il miglioramento della certificazione. Attenzione alla sostenibilità fiscale

di Massimo Frontera

Opportunamente adeguata alla realtà e alle necessità dei diversi Stati membri, l'invenzione italiana del bonus edilizio del 110% potrebbe essere esportata in altre aree dell'Unione. Lo afferma la Commissione europea nel numero dell'European Construction Sector Observatory della Commissione interamente dedicato al Superbonus dell'Italia. Il documento è stato redatto a novembre scorso ma pubblicato on line solo a febbraio e recentemente segnalato dall'Ance. Nel testo vengono anche indicati alcuni correttivi, alcuni dei quali superati, come il suggerimento di estendere l'agevolazione agli alberghi, misura in parte concretizzata. Inoltre, il documento della Commissione prende in cosiderazione i dati Enea aggiornati a novembre 2021, osservando l'«elevata e crescnte domanda». Come è noto, i numeri sono andati notevolmente incremendandosi nei mesi successivi, arrivando al nuovo picco di febbraio scorso.

Come è emerso con chiarezza in questi mesi, il superbonus si è rivelato molto dispendioso per l'erario, distorsivo sul piano dell'equità sociale e oggetto di frodi di dimensioni inedite. Il documento non fa cenno a questi effetti collaterali. Riconosce invece le qualità positive dell'idea "made in Italy" che, non senza superare difficoltà e ostacoli, è stata infine tradotta in norme, procedure attuative e, infine cantieri. «The Superbonus 110% scheme has achieved significant success, to date - si legge nel documento -. It continues to attract a high and growing volume of applications and is helping to increase construction sector activity».

Il documento della commissione suggerisce anche gli stessi correttivi suggeriti dalle associazioni imprenditoriali e da alcune forze politiche, volti a semplificare le procedure, prorogare le scadenze ed estendere il beneficio. In particolare si indica il rischio che alcuni promotori possano pagare costi di un intervento che non si riesce a terminare entro le scadenze di legge. Un utile suggerimento è quello di attuare un diverso approccio premiale in tema di efficienza energetica. L'obiettivo di migliorare la classe energetica dovrebbe essere sostituito con quello - decisamente più concreto e reale - di guardare alla riduzione di energia richiesta dall'immobile: «a focus on reducing energy needs, rather than just energy classification, may be a more appropriate approach».

Alla qualità della "good practice" della misura è stata data una valutazione sintetica molto elevata: di quattro stelle su cinque. Per ottenere anche la quinta stella - si legge nel capitoletto dedicato a "perspectives and lessons learned" - sarebbero necessari i correttivi suggeriti; ma anche assicurare che il costo della misura produca un vantaggio per il contribuente («Concerns about the expense and sustainability of this incentive instrument would also need to be addressed, to ensure the cost/impact is net positive for the Italian taxpayer»).

Anche la valutazione per la "transferability" della misura ha ottenuto l'analogo punteggio di quattro stelle su cinque, grazie al sistema fiscale di base che è comune a molte nazione e «readily transferable» con gli opportuni adattamenti. Cosa manca per la quinta stella? L'accento torna nuovamente sulla sostenibilità economica: «the key consideration for national governments would be to define an appropriate tax relief rate and a feasible budget for their own national context».

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