Fisco e contabilità

Patti fra Comuni e Governo, blindato il termine del 31 luglio per la richiesta

Niente proroghe per la nuova opportunità di risanamento offerta dal decreto Aiuti

di Elena Brunetto, Claudia Gargiulo e Patrizia Ruffini

La crisi di governo blinda il termine del 31 luglio per la presentazione della proposta di misure per il Patto con il Governo.

La nuova opportunità di risanamento offerta dal decreto Aiuti (articolo 43, commi 2-8, del Dl 50/2022) ai Comuni capoluogo di provincia con alto disavanzo (più di 500 euro per abitante, da rendiconto 2020) o alto debito (più di 1.000 euro per abitante, da rendiconto 2020) non può infatti contare su proroghe del calendario.

Devono dunque attivarsi subito le amministrazioni che sono interessate a cogliere la nuova leva di risanamento dei conti, dopo la conclusione degli iter che hanno portato alla firma del Patto per Napoli e del Patto di Torino.

È proprio a queste prime due esperienze che i comuni capoluogo di provincia, cui la nuova norma si rivolge, possono fare riferimento per la predisposizione dei Patti.

Il comma 3 del richiamato articolo 43 del Dl 50/2022 (come convertito dalla legge 91/2022) prevede infatti che i Comuni interessati presentino, entro il 31 luglio, la propria proposta di misure di risanamento. Il destinatario è il tavolo tecnico istituito presso il ministero dell'Interno, che vede anche la partecipazione di rappresentanti del Mef e dell'agenzia Entrate-Riscossione (Dm 28 giugno 2022).

Il consiglio che viene dall'esperienza di Napoli e Torino – di cui si è parlato a Bologna il 21 luglio in un convegno organizzato sull'argomento – è di iniziare dalla quantificazione del disavanzo di partenza al 31 dicembre 2021 e dalla sua imputazione, per il ripiano, ai successivi esercizi. Anche gli enti che si candidano per l'alto debito dovrebbero verificare l'impatto del rimborso dello stesso nel tempo e della relativa incidenza sulla parte corrente del bilancio. La durata del Patto, non espressamente specificata in questi casi dalla norma, non potrà che essere collegata al tempo occorrente al ripiano del disavanzo ed al ripristino dell'equilibrio di bilancio.

La proposta deve contenere l'indicazione delle misure che gli enti intendono attuare, individuate tra quelle previste dall'elenco stabilito dall'articolo 1, comma 572, della legge n. 234 del 2021, accompagnata da una stima delle nuove e maggiori risorse che il Comune prevede di realizzare.

Da tener presente che, in sede di conversione del decreto Aiuti, sulle azioni riferite all'aumento dell'addizionale Irpef è stato previsto un tetto massimo di 0,4 punti percentuali, mentre l'addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale e aeroportuale non potrà superare i 3 euro per passeggero.

Le misure, la quantificazione del gettito generato, le azioni e gli indicatori dovranno essere inseriti in un cronoprogramma che rappresenterà il fulcro dei controlli centrali, che saranno affidati alla Cosfel.

La proposta deve dimostrare la serietà, la credibilità e la trasparenza con cui l'amministrazione intende portare avanti misure di risanamento.

Nel proporre il piano, è fondamentale partire dall'analisi delle proprie criticità, puntando su un mix di misure, tra quelle proposte dal comma 572, che includa azioni capaci di incidere positivamente sui punti deboli della propria gestione finanziaria. Le attività dovranno essere concrete e verificabili, individuando specifici indicatori che saranno oggetto di constante monitoraggio e controllo per tutta la durata del Patto sottoscritto. Per questo occorre che gli indicatori scelti per la verifica siano chiari e misurabili, seguendo un'impostazione analoga al modello Pnrr, definendo milestone e target.

Una parola chiave, che emerge dall'esperienza di Napoli e Torino, è la flessibilità, nello scegliere le misure fra quelle riportate nella norma, avvalendosi altresì della facoltà, prevista dalla lettera i) del comma 572, di poter proporre «ulteriori interventi di riduzione del disavanzo, di contenimento e di riqualificazione della spesa, individuati in piena autonomia dall'ente».

Il tavolo avvierà un'interlocuzione con gli enti in modo da definire ed affinare le proposte, per la stesura definitiva dei Patti da chiudere entro il 30 settembre.

Certamente la mancanza di sostegno economico da parte dello Stato, a differenza del modello seguito da Napoli e Torino, rende più difficile il percorso di riequilibrio e meno attrattivo lo strumento rispetto a quello varato dalla legge di bilancio 2022. Sarà questa una delle questioni sul tavolo del nuovo Governo.

Considerato che lo strumento consente di individuare leve "nuove" e che i percorsi di pre-dissesto e dissesto fino a ora attivati non hanno portato ai risultati sperati, i Comuni intanto possono provare a dimostrare di voler e saper fare la loro parte!

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