Appalti

Ance: troppe norme speciali, ridurre le sovrapposizioni

Buia alla Camera: bene il decreto n.77/2001 ma è un dedalo di disposizioni, attenzione alla concorrenza

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di Giorgio Santilli

Il decreto legge varato dal governo è un passo avanti importante sia per la «chiara struttura di governance» del Pnrr sia per il capitolo delle semplificazioni, che «affronta nodi finora irrisolti», sia per la nuova procedura del Superbonus, semplificata con la Cila (comunicazione inizio lavori asseverata). L’Ance (associazione nazionale dei costruttori edili) parla per voce del suo presidente Gabriele Buia in audizione presso le commissioni Affari costituzionali e Ambiente della Camera e dà un giudizio positivo del decreto varato dal governo.

Al tempo stesso, però, per la realizzazione delle infrastrutture, Ance invoca correzioni di rotta sostanziali su due aspetti fondamentali: le «ulteriori procedure derogatorie» per gli affidamenti del Piano, che seguono il decreto sblocca-cantieri del 2019 e il Dl Semplificazioni del 2020, minano le regole di concorrenza, prevedendo «una deregolamentazione piuttosto che una migliore regolamentazione del settore delle costruzioni, dando luogo a un quadro regolatorio dai confini incerti»; inoltre, la sovrapposizione di più discipline speciali, con i provvedimenti attuativi al seguito, genera «un dedalo di norme in cui non sarà facile orientarsi». Convivono sette differenti quadri normativi: 1) regolamento De Lise; 2) codice dei contratti pubblici ; 3) linee guide Anac; 4) decreto Sbloccacantieri; 5) decreto Semplificazioni del 2020; 6) decreto Semplificazioni del 2021; 7) norme europee.

Superbonus

L’Ance esprime «grande apprezzamento» senza titubanze, invece, sulla semplificazione del 110%, in particolare degli adempimenti relativi allo stato legittimo e alle verifiche di conformità.

«La misura - dice Buia - consentirà di snellire il labirinto di norme previsto per l’attuazione degli interventi». Positivo che «per la prima volta si introduca un carattere speciale e prevalente proprio per il perseguimento di un interesse pubblico finalizzato all’efficientamento energetico e alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente». La disposizione ha «necessità di essere implementata rapidamente, per non lasciare zone grigie». Risposte immediate e chiarimenti interpretativi possono arrivare da «una specifica modulistica per la presentazione della Cila» cui per altro la Funzione pubblica sta già lavorando (si veda Il Sole dell’8 giugno).

Due passi avanti ulteriori si possono fare su due aspetti specifici: procedure di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica per gli immobili vincolati; modalità autorizzative di occupazione del suolo pubblico per la realizzazione dei cappotti termici con esonero dal versamento dell’imposta.

La posizione resta netta sulla necessità e sull’urgenza di prorogare subito tutto il Superbonus sino al 2023. In attesa di una proroga generalizzata, una questione specifica riguarda «l’opportunità di estendere quantomeno fino a dicembre 2022 gli incentivi fiscali per la demolizione e ricostruzione di cui all’articolo 119 comma 4, con un costo limitato per le casse dello Stato».

Si tratta di «interventi da incentivare al massimo perché costituiscono la vera rigenerazione urbana e consentono di ottenere il top dell’efficientamento energetico e della messa in sicurezza sismica delle abitazioni delle famiglie italiane».

Infine, ancora un appello al governo per un intervento immediato sul rincaro dei materiali. Appello riproposto dall’Ance ma anche da tutti gli altri soggetti della filiera edilizia intervenuti in audizione.

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