Urbanistica

Autostrade della Liguria, cinque anni di lavori e 1,6 miliardi per la sicurezza

Aspi ha presentato alle istituzioni e ai gestori delle altre strade della Liguria il piano di interventi concertato con il ministero delle Infrastrutture

di Maurizio Caprino

La paralisi raggiunta con il grande traffico degli esodi estivi sulle autostrade di Liguria e Abruzzo-Marche è finita e probabilmente la seconda ondata della pandemia contribuirà a diminuire ulteriormente le probabilità di congestione. Ma questo non significa che la causa originaria del problema in queste zone nevralgiche della grande viabilità sia sparita: il degrado di viadotti e gallerie, emerso con crolli e indagini giudiziarie, non si può eliminare definitivamente in pochi mesi. E infatti per la Liguria Autostrade per l’Italia (Aspi) ha programmato lavori per cinque anni. La differenza rispetto ai mesi scorsi è che ora c’è modo per organizzarsi, evitando che gli inevitabili disagi legati ai cantieri diventino sistematicamente code chilometriche. Tempi ancora non chiari per l’Abruzzo, ma anche lì si stanno progettando interventi per ridurre il più possibile i problemi.

I trimestri liguri

Aspi ha presentato alle istituzioni e ai gestori delle altre strade della Liguria il piano di interventi concertato con il ministero delle Infrastrutture (Mit), ribadendo che ci sono anche circa 4 miliardi di investimenti per costruire la Gronda di Genova (congelati in attesa della fine della lunga vicenda sulla potenziale revoca della concessione dopo il crollo del Ponte Morandi). Il piano è da 1,6 miliardi (più 917 milioni sull’A26, che però comprendono anche il tratto piemontese), quinquennale e diviso in trimestri, per ciascuno dei quali viene reso noto al pubblico il programma dettagliato delle chiusure e delle limitazioni al traffico, in modo che ci si possa abituare a convivere coi disagi. Infatti ci sono anche le previsioni di impatto dei cantieri sui tempi di percorrenza standard (quelli medi di prima del caos di quest’anno).

Nella documentazione resa nota l’altro ieri ci sono solo gli interventi relativi alle gallerie, che comportano tutti la necessità di lunghi scambi di carreggiata (da due a cinque chilometri). Infatti, c’è da lavorare su vari tunnel in stretta sequenza e peraltro non ci sono abbastanza by-pass per avere deviazioni più brevi.

In compenso, si approfitterà dei cantieri per cambiare le barriere antirumore (quelle precedenti sono state fatte smontare dopo che Mit e Guardia di finanza hanno scoperto che non erano a norma). Inoltre, si lasceranno le carreggiate sgombre in periodi critici come il ponte dell’Immacolata o i weekend delle stagioni turistiche (dalle 22 del venerdì alle 6 del lunedì). E saranno molto improbabili i prolungamenti mattutini improvvisi delle chiusure notturne che hanno caratterizzato i mesi scorsi: le ispezioni che più di frequente portano a scoprire difetti da riparare con urgenza sono pressoché completate.

Gli scambi di carreggiata di questo primo trimestre di attuazione del programma inizieranno il 20 ottobre e dureranno una-due settimane ciascuno. Sull’A10 in questa tornata basteranno pochi giorni e , anche se si creasse qualche coda, si prevede faccia perdere solo pochi minuti. Le date sono scelte non solo in base al traffico previsto in autostrade, ma anche di concerto con le istituzioni locali e i gestori delle strade limitrofe, in modo da impattare il meno possibile su una viabilità ordinaria che in Liguria è quasi sempre critica.

Gli interventi sui viadotti saranno programmati in seguito. Si prevede che solo in pochi casi sarà necessario chiudere tratti. Più spesso non ci saranno particolari disagi, perché si potrà lavorare sotto l’impalcato.

I viadotti dell’A14

Sulla parte centrale della dorsale adriatica le opere su cui c’è da lavorare sono meno, ma c’è da fare i conti con i sequestri disposti dal Tribunale di Avellino, nati dall’inchiesta sulle barriere di sicurezza non a norma. Quelle nuove sono già nei magazzini Aspi e saranno montate nell’ambito di un programma nazionale di sostituzione di tutte le barriere antecedenti all’attuale sistema di omologazione (1992), per cui la società nel suo corso attuale parrebbe abbandonare la linea difensiva tenuta nel processo di Avellino sulla strage del bus nel 2013, secondo cui non avrebbe avuto obblighi generalizzati di sostituzione.

Il 6 ottobre il gip ha confermato che sui nove viadotti sequestrati si può circolare a due corsie, sia pur ridotte e con limiti di velocità bassi. L’impedimento maggiore riguarda gli iter di approvazione dei lavori, bloccati dalle lungaggini dei Provveditorati alle opere pubbliche. Poi sarà il momento di impiantare i cantieri, che richiederanno di occupare una corsia di marcia. Per questo Aspi ha chiesto al gip di lavorare in notturna (dalle 21 alle 6), riaprendo la corsia di mattina. Anche questa richiesta è stata accolta.

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