Canone unico, da Ifel le istruzioni e la bozza di regolamento
Occorrerà stabilire le tariffe di occupazione, graduate a seconda della tipologia, durata, superficie, eccetera, in analogia a quanto avviene oggi per la Tosap/Cosap dei mercatali
Pubblicato dall'Ifel (fondazione Anci) lo schema di regolamento relativo al nuovo canone unico previsto dalla legge di bilancio 2020, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2021 salvo proroghe dell'ultimo momento.
Il nuovo prelievo è destinato a sostituire l'intero comparto dei tributi "minori", costituito dall'imposta sulla pubblicità, dalla Tosap e dai prelievi alternativi (Cosap, Cimp), nonché dalla Tari giornaliera. Trattandosi di un canone del tutto nuovo, anche se il termine per l'adozione dei bilanci 2021 è fissato al 31 gennaio prossimo, i regolamenti dovrebbero essere comunque approvati entro fine anno per evitare un buco nella disciplina dell'entrata con gravi conseguenze in termini di perdita di gettito.
Manca quindi pochissimo tempo a disposizione dei Comuni per l'approvazione delle delibere regolamentari, lavoro che l'Ifel intende agevolare fornendo agli amministratori e agli operatori degli enti locali soluzioni operative coerenti con la norma primaria e consapevoli degli spazi di autonoma regolamentazione delle entrate che il nostro ordinamento riserva ai Comuni.
L'Ifel è anche consapevole delle diverse criticità presenti nella disciplina del nuovo prelievo, suscettibili di produrre contenziosi e gravi incertezze applicative, senza considerare l'attuale situazione di emergenza sanitaria che rende tutto ancora più difficile non consentendo peraltro un confronto con le categorie interessate, sulle quali c'è il rischio di aumenti di tariffa per assicurare la stabilità del gettito complessivo.
Lo schema di regolamento proposto dall'Ifel è composto da 74 articoli e suddiviso in 5 capi: disposizioni di carattere generale, esposizione pubblicitaria, diritti sulle pubbliche affissioni, occupazioni di spazi ed aree pubbliche, canone mercatale. La scelta dell'Ifel di non prevedere un autonomo regolamento per il canone mercatale è dettato dalla circostanza che nulla è cambiato rispetto al regime autorizzatorio, per cui i Comuni possono copiare le attuali previsioni regolamentari che riflettono l'organizzazione interna di ogni singolo ente. Ovviamente occorrerà stabilire le tariffe di occupazione, graduate a seconda della tipologia, durata, superficie, eccetera, in analogia a quanto avviene oggi per la Tosap/Cosap dei mercatali.
Restano comunque da risolvere diverse questioni, come la mancata previsione delle aree soggette a servitù di pubblico passaggio nonché della pubblicità fonica, sonora e in genere di tutte quelle fattispecie imponibili che oggi non sono computate a metro quadro. Inoltre il vincolo di garantire il pareggio delle entrate porterà inevitabilmente ad un aumento delle tariffe, non essendoci peraltro un tetto massimo da rispettare. Senza ignorare poi la previsione, del tutto irrazionale, secondo cui l'occupante l'area mercatale dovrà utilizzare la piattaforma del PagoPa di cui all'articolo 5 del Dlgs 82/2005.
Per queste e per altre ragioni è stata chiesta una moratoria di un anno per l'entrata in vigore obbligatoria del nuovo canone, considerato il poco tempo a disposizione per lavorare su una regolamentazione oggettivamente complessa e l'attuale contesto emergenziale che rende tutto più difficile.
Organo di revisione e verifica dei controlli effettuati da organismi di I livello e successivi sui fondi Ue
di Rosa Ricciardi (*) e Maria Carla Manca (**) - Rubrica a cura di Ancrel