Codice appalti, Oice: mancano norme sui servizi tecnici, rischio di «blocco della firma»
Lupoi: «in questo testo il progetto è totalmente sparito». Le società di ingegneria chiedono di intervenire anche sui compensi. Entrata in vigore a gennaio 2024 per evitare shock nella Pa
«Il progetto è una parte essenziale dell'opera, non è un aspetto marginale. E questo principio manca nel codice. Il progetto è "missing", totalmente sparito; come completamente sparita è la qualità del progetto». Il presidente dell'Oice Giorgio Lupoi segnala alla commissione Ambiente della Camera tutto il disappunto per un testo che ignora non tanto la "centralità del progetto" ma la stessa progettazione e chi lo realizza. Nel testo del codice, infatti, «mancano totalmente le regole per affidare i servizi tecnici», una situazione che rappresenta «un grave vulnus, frutto probabilmente di una scarsa attenzione a questa disciplina da parte di chi ha predisposto la bozza del nuovo codice, che però potrebbe innescare un serio rischio di blocco delle gare e, ovviamente, "della firma"». Il vuoto normativo, è stato spiegato alla Commissione, deriva dal mancato richiamo, all'interno dell'attuale codice, delle linee guida Anac nelle quali erano state trasfuse le regole specifiche su questi servizi tecnici. «Appare necessario sanare questo palese ed evidente vuoto normativo, dal momento che nel testo e nei diversi allegati non si rinviene alcuna disposizione utile per la gestione delle migliaia di procedure di affidamento di appalti di servizi di ingegneria e architettura». Quanto all'entrata in vigore delle norme, le società di ingegneria suggeriscono di posticiparla almeno a gennaio 2024, «per dar modo alle imprese, ma anche e soprattutto alle amministrazioni, di assimilare le varie modifiche».
Calcolo dei compensi per servizi tecnici
Un'altra assenza notata dalle società di ingegneria attiene alla quantificazione delle prestazioni dei servizi tecnici. Dal codice, denuncia l'Oice, è assente qualsiasi riferimento al Dl parametri «che oggi costituisce l'unico termine di riferimento per il calcolo dell'importo a base di gara di progettazioni, direzioni dei lavori e altre attività tecniche». «È opportuno, se non necessario - fa notare l'associazione - assicurare che la definizione dei compensi presunti delle attività da mettere in gara si basi su regole chiare e omogenee su tutto il territorio nazionale, come avvenuto fino ad oggi, anche per evitare possibili contenziosi con professionisti, studi professionali e società».
Meno mercato con gli affidamenti diretti
Un altro sintomo di scarsa attenzione al mercato della progettazione - oltre alla reintroduzione, contesta dall'Oice, dell'incentivo del 2% ai tecnici della Pa - è l'innalzamento della soglia per gli affidamenti diretti da 75mila a 139mila euro. Una misura il cui impatto è stato quantificato dalle società di ingegneria in una riduzione del numero delle gare di oltre il 33% e in valore di circa il 29%. Peraltro, è stato fatto notare che, secondo dati Inarcassa, il volume d'affari medio del singolo professionista è intorno a 40mila euro: «È impensabile che un singolo incarico possa costituire il fatturato di oltre 3 anni; non esiste una tale possibilità in nessun mercato», sottolinea Lupoi.
Project management sulle grandi opere
Tra gli aspetti sottoposti all'attenzione della Commissione Ambiente della Camera, c'è anche la proposta di prevedere, per gli appalti più impegnativi e complessi, l'utilizzo da parte dei Rup di incarichi di supporto analoghi alle funzioni svolte dal project manager, allo scopo di meglio governare tempi e costi. Più precisamente, l'Oice propone di introdurre questo obbligo per interventi di importo superiore ai 20 milioni di euro.