Il 73% degli atti da recapitare è sotto i mille euro
Poco meno della metà non supera i 300 euro Il 10% sopra i 5mila euro
Nell’articolato e consistente magazzino della riscossione c’è un altro dato che deve far riflettere anche la politica. Se alla fine dello scorso anno erano giacenti circa mille miliardi di crediti da recuperare come attestato anche dalla relazione consegnata dal ministro dell’Economia Daniele Franco in Parlamento a metà luglio, l’altra verità è rappresentata dall’importo non elevato degli atti della riscossione “congelati” per l’emergenza Covid. Poco meno della metà (47,4%) dei circa 4 milioni di cartelle di cui agenzia delle Entrate Riscossione (Ader) guidata da Ernesto Maria Ruffini dovrebbe far ripartire la notifica entro fine anno - senza un nuovo stop di Governo e Parlamento - è sotto i 300 euro. E il resto dello spaccato conferma che si tratta di debiti che, almeno secondo la fredda realtà dei numeri, hanno un importo contenuto: circa il 73% non superano i mille e appena il 9,7% è più elevato dei 5mila euro. Si tratta comunque solo di una prima tranche dei 20-25 milioni di atti accumulatisi nel periodo tra l’8 marzo 2020 e il 31 agosto 2021.
La questione è a chi saranno destinati. Premesso che un debito è tale e va onorato anche in rispetto di chi imposte, multe e contributi li paga fino all’ultimo centesimo, non si può fare a meno di osservare gli strascichi lasciati dalla pandemia. Molte attività hanno chiuso definitivamente i battenti a causa del Covid, altre hanno difficoltà ad affrontare i pagamenti ordinari così come tante famiglie. Da qui la necessità di una riflessione sull’eventualità di calibrare la ripresa delle notifiche.
Il problema più cogente, però, sono le cartelle già notificate e da pagare. Per quelle che erano già scadute prima dell’8 marzo 2020, «il contribuente dovrà procedere con il tempestivo versamento delle somme dovute o richiedere e ottenere un provvedimento di rateizzazione per evitare l’avvio delle procedure di recupero» ha ricordato Ader in una nota nei giorni scorsi. Per quelle scadute dall’8 marzo 2020 al 31 agosto bisogna pagare entro il 30 settembre. E il semplice procedere di proroga in proroga non basta a risolvere il problema.
Monitoraggio trimestrale e relazione al conto annuale, le verifiche del revisore
di Corrado Mancini e Patrizio Battisti - Rubrica a cura di Ancrel