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Il revisore e la nuova programmazione dei lavori pubblici - Il Building Information Modeling

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di Rosa Ricciardi (*) - Rubrica a cura di Ancrel

Come è ben noto, l’interesse e l’impegno dei revisori è volto anche alla riduzione dei tempi per la realizzazione delle opere pubbliche tanto per i correlati riflessi sui bilanci comunali quanto perché solo la conclusione dei lavori consente di soddisfare le esigenze della comunità che hanno motivato il finanziamento di quell’opera. Con il pagamento delle prestazioni professionali, dei Sal a favore degli operatori economici si restituiscono sotto forma di migliore qualità della vita cittadina le risorse prelevate a famiglie e imprese. Risorse che troppo spesso vengono spostate agli esercizi successivi con la reimputazione di entrata e spesa, con il Fpv o sotto forma di quote vincolate e destinate degli avanzi di amministrazione.

Un grande aiuto arriva nel 2024 dal nuovo codice dei contratti pubblici, Dlgs 36/2023, perché da un lato va letto come un “alleato dei Rup”, chiamati a reimpostare la loro attività lavorativa secondo i principi del risultato e della fiducia, dall’altro come un “alleato degli amministratori locali”, perché possano migliore il collegamento logico che da sempre è richiesto tra la programmazione triennale, le strategie patrimoniali e il bilancio di previsione.

È ben noto e a tutti chiaro che i programmi triennali dei lavori, dei servizi e forniture devono rispettare il Dup e devono essere coerenti con le risorse e le spese del bilancio previsione, ma quanta difficoltà ogni giorno nella comunicazione all’interno delle strutture amministrative.

Da sempre i Servizi Bilancio e Ragioneria auspicano da parte degli uffici tecnici l’adozione di modalità che possano assicurare la produzione di dati strutturati di ogni singola opera, sin dalla programmazione degli investimenti pubblici e dalla formulazione del bilancio di previsione, al fine di assicurare la continuità dei flussi informativi con regolarità e attendibilità.

La gestione e quantificazione del patrimonio ancora oggi è un obiettivo non raggiunto per troppe amministrazioni locali, per questo il Pnrr ritiene necessaria la nuova contabilità economico-patrimoniale “accrual”, da adottare entro il 2026.

Ma la contabilità finanziaria ed economico-patrimoniale altro non è che la fotografia di un nuovo processo aziendale, di una serie di attività interconnesse tra loro per svolgere meglio la gestione operativa e funzionale. Se i processi aziendali sono tutto ciò che c’è tra l’input e l’output, i revisori devono “avvicinarsi” all’ufficio tecnico per verificare la nuova presenza di attività strutturate scomponibili in operazioni elementari, la sequenza logico-temporale di tali operazioni, la presenza di risorse che devono trasformarsi in opere pubbliche realizzate, in tempi concordati e prefissati nei documenti di programmazione.

In tal senso, con l’introduzione dei nuovi processi e tecnologie digitali che si stanno diffondendo in ogni ambito e settore, i revisori devono impegnarsi al massimo ed essere i principali promotori e driver affinché l’innovazione digitale e ambientale del patrimonio e delle infrastrutture pubbliche diventi una realtà per tutti gli enti locali del nostro Paese.

Debbono avvicinarsi ai nuovi sistemi di gestione dei dati prodotti dai Rup, imparare a conoscere le loro peculiarità e il loro funzionamento.

A tal riguardo, quanti colleghi revisori e responsabili dei settori economico-finanziario degli enti locali sanno dell’obbligatorietà, prevista dall’articolo 43, comma 1, del Dlgs 36/2023, dell’utilizzo del Bim, (Building Information Modeling) ossia della Gestione Informativa Digitale, per la realizzazione di tutte le nuove opere pubbliche di importo superiore a 1 milione di euro a partire dal 1° gennaio 2025?

Quanti sanno di questa obbligatorietà che dovrà coordinarsi con il Bilancio, fin dalla fase di programmazione delle nuove opere?

Se il revisore si avvicina a questa novità, si rende conto che il Bim è un vero e proprio sistema di gestione dei processi digitalizzati perché i dati presenti, organizzati e strutturati fin dalla fase iniziale del bilancio permettono di alimentare i sistemi informativi legati alla gestione del patrimonio immobiliare e infrastrutturale con i relativi riflessi sul bilancio consuntivo.

Infatti, il Bim è un processo che organizza i dati in modo tale da essere da supporto alle scelte necessarie per gestire un bene lungo tutto il ciclo di vita di un’opera pubblica, dalla ideazione, passando per la programmazione e pianificazione per concludersi con la dismissione o riutilizzo del bene.

È evidente che risulta fondamentale che i Rup devono poter essere formati per evitare che tutto si traduca nell’adozione di una tecnologia per partecipare alle gare di appalto, di un modello tridimensionale.

Ma è altrettanto fondamentale per i revisori che il Bim sia visto, in un’ottica economico-contabile, come una modalità per produrre e utilizzare dati analitici, che siano analizzabili e interrogabili nel corso delle fasi di affidamento dei contratti, della progettazione e della realizzazione dei lavori.

Ancrel non sarà estranea a questo nuovo obiettivo formativo per migliorare la preparazione dei revisori e dei ragionieri degli enti locali.

(*) Vice presidente Ancrel nazionale

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