La Difesa paga l'Imu per gli alloggi in uso ai militari
La Cassazione conferma principi di diritto già enunciati in passato
La Corte di cassazione, con sentenza n. 3974/2021, torna a pronunciarsi sull'assoggettamento a Ici/Imu delle abitazioni di proprietà del ministero della Difesa concesse in uso al personale in servizio. Si tratta di conferma di principi di diritto già enunciati in passato (Cassazione nn. 3268/2019 e 27473/2017).
Nel caso scrutinato dalla Corte, le abitazioni di servizio erano collocate all'interno di uno stabilimento militare, e per questo motivo, ad avviso del ministero della Difesa, queste dovevano considerarsi esenti, visto che «tutti i fabbricati realizzati su aree urbane all'interno di basi, impianti, installazioni militari, sono considerati a tutti gli effetti di legge, 'infrastrutture militari' preordinate a garantire la funzionalità di enti, comandi e reparti militari preposti alla difesa dello Stato».
Ad avviso della Corte, le norme di esenzione, in quanto eccezionali, sono di stretta interpretazione, e pertanto idonee a «prevalere sulla disciplina classificatoria degli immobili di servizio, così come richiamata dal Ministero». Si tratta di precisazione importante, perché esistono diverse tipologie di alloggi di servizio, che pertanto sarebbero tutte soggette a imposta, in quanto gli alloggi comunque non sarebbero «destinati esclusivamente ai compiti istituzionali», condizione questa che non si verifica allorquando l'immobile è latamente o indirettamente riconducibile all'oggetto istituzionale. L'utilizzo diretto, infatti, esclude dal novero dell'esenzione «l'affidamento o la concessione del bene al godimento personale e privato di terzi a fronte del pagamento di un canone"». In tal caso, si concretizza una utilizzazione indiretta a fini istituzionali, in quanto il bene è prioritariamente destinato al soddisfacimento di esigenze di carattere privato, ovvero quelle abitative proprie del cessionario e della relativa famiglia.
Altra questione, in realtà risolta indirettamente, è quella della soggettività passiva con riferimento ad alloggi dati «in concessione» ai militari.
Oggetto del contendere erano, infatti, immobili soggetti a un canone concessorio, suddiviso a metà tra ministero della Difesa e ministero dell'Economia. Per la Difesa il canone ha carattere «non di corrispettivo da attività lucrativa, ma essenzialmente di rimborso dei soli costi di manutenzione». È evidente che se tale è la natura del canone concessorio, allora esso non è sufficiente a spostare la soggettività passiva dal ministero della Difesa all'utilizzatore, che quindi non può essere considerato soggetto passivo in quanto titolare di concessione su aree demaniali.
In conclusione, il Comuni potranno pretendere l'Imu da tutti gli alloggi di servizio in uso ai militari dell'aeronautica, marina, esercito e carabinieri, indipendentemente dalla circostanza che questi immobili siano all'interno di stabilimenti militari.
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di Marco Castellani (*) - Rubrica a cura di Ancrel