Le ultime pronunce dei giudici tributari in materia di Tosap/Cosap
Tosap – Esenzione – Occupazione soggetto esente – Occupazione concessionario – Gestione economica e funzionale – Inapplicabilità esenzione
La Sezione ha ricordato che, in tema di tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (TOSAP), l’esenzione prevista per lo Stato e per gli altri enti pubblici dall’art. art. 49, comma 1, lett. a), del D.lgs. n. 507/1993, postula che l’occupazione, quale presupposto del tributo, sia ascrivibile al soggetto esente, sicché, nel caso di occupazione di spazi rientranti nel demanio o nel patrimonio indisponibile dello Stato da parte di una società concessionaria per la realizzazione e la gestione di un’opera pubblica (nella specie, un tratto di rete autostradale inclusiva di un viadotto sopraelevato), alla stessa non spetta l’esenzione, in quanto è questa ad eseguire la costruzione dell’opera e la sua gestione economica e funzionale, a nulla rilevando che l’opera sia di proprietà dello Stato, al quale ritornerà la gestione al termine della concessione.
Riferimenti giurisprudenziali
Corte Suprema di Cassazione, n. 11886/2017
Riferimenti normativi
Art. 49, comma 1, lett. a), D.lgs. n. 507/1993
Corte Suprema di Cassazione, Sezione Sesta, Ordinanza n. 35408 del 01/12/2022
Tosap/Cosap – Giurisdizione – Presupposti tassa e canone – Tributo per godimento esclusivo o speciale di spazi e aree – Corrispettivo concessione uso esclusivo o speciale beni pubblici
La Corte ha richiamato la giurisprudenza della Cassazione con riguardo alla Tassa di occupazione di spazi ed arre pubbliche (TOSAP) rispetto al Canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (COSAP), secondo la quale solo la prima è devoluta alla giurisdizione delle commissioni tributarie, rientrando invece il secondo in quella ordinaria. Ciò non in base al mero mutamento terminologico, ma all’esito di una disamina sostanziale dei due prelievi che induce a rilevare come il ‘canone’ fosse stato concepito dal legislatore come qualcosa di ontologicamente diverso, sotto il profilo strettamente giuridico, dalla ‘tassa’. Se quest’ultima è un tributo che trova la propria giustificazione nell’espressione di capacità contributiva rappresentata dal godimento di tipo esclusivo o speciale di spazi ed aree altrimenti compresi nel sistema di viabilità pubblica, il primo (canone) costituisce, invece, il corrispettivo di una concessione dell’uso esclusivo o speciale di beni pubblici per l’occupazione di suolo pubblico, con la conseguenza che la legittima pretesa del canone da parte dell’ente locale non è sovrapponibile alle stesse ipotesi per le quali poteva essere pretesa la tassa.
Riferimenti giurisprudenziali
Corte Suprema di Cassazione, SS. UU., n. 24541/2019 e n. 14864/2006
Riferimenti normativi
Art. 63, D.lgs. n. 446/1997
Art. 38, D.lgs. n. 507/1993
Corte Suprema di Cassazione, Sezioni Unite, Ordinanza n. 32121 del 31/10/2022
Tosap – Aree destinate a parcheggio – Non sovrapponibilità Tosap e Tari – Presupposto impositivo – Sottrazione bene uso pubblico – Uso bene suscettibile di produrre rifiuti
Il Collegio ha precisato che, per le aree destinate a parcheggio, è indebita ogni sovrapposizione tra la Tosap e la Tari, affermando che la mera occupazione o detenzione di un qualsivoglia spazio non sarebbe di per sé sufficiente a giustificare un tributo, se non accompagnata da elementi specificativi del vantaggio economicamente apprezzabile che ciò arreca, anche in relazione alle caratteristiche dello spazio occupato. In tal senso, la disciplina di Tosap e Tari muove dal presupposto di una relazione di fatto tra il soggetto passivo e un bene immobile (aeree scoperte, locali, strade, piazze), ma con differenti caratteristiche, poiché nel caso della Tosap rileva l’occupazione di un spazio del demanio o del patrimonio indisponibile dell’ente locale, anche sine titulo, e nel caso della Tari rileva, invece, l’occupazione o la detenzione di locali ed aree scoperte a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti. Il differente testo delle norme rende evidente che nel primo caso il presupposto impositivo si ha in ragione della sottrazione del bene all’uso pubblico e della sua destinazione ad un uso particolare, nel secondo caso il presupposto impositivo si ha per l’occupazione e l’uso di un bene (dal quale il detentore trae un vantaggio) suscettibile di produrre rifiuti.
Riferimenti giurisprudenziali
Corte Suprema di Cassazione, n. 2179/2020
Riferimenti normativi
Artt. 38, 39 e 62, D.lgs. n. 507/1993
Corte Suprema di Cassazione, Sezione Quinta, Sentenza n. 25548 del 30/08/2022
Cosap – Regolamento comunale – Illegittimo ampliamento presupposto di fatto norma primaria – Disapplicazione Regolamento locale – Competenza giudice ordinario
La Sezione ha affermato che spetta al giudice - ex Allegato E, art. 5, Legge n. 2248/1865 - il potere di disapplicazione del Regolamento locale ritenuto illegittimo per contrasto con la norma primaria. A tal proposito, ha richiamato il principio, già espresso con l’Ordinanza della Cassazione n. 18108/2016, secondo il quale, in tema di canoni per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (COSAP) - che, in ragione della loro natura di corrispettivi, ricadono nella giurisdizione ordinaria - il giudice ha il potere di disapplicare il Regolamento comunale che ampli illegittimamente il presupposto di fatto richiesto dalla norma primaria per l’assoggettamento al canone, ove non ricorrano opere che evidenzino una qualche sottrazione della superficie all’uso pubblico.
Riferimenti giurisprudenziali
Corte Suprema di Cassazione, n. 18108/2016
Riferimenti normativi
Allegato E, art. 5, Legge n. 2248/1865
Corte Suprema di Cassazione, Sezione Sesta, Ordinanza n. 21714 del 08/07/2022
Cosap – Corrispettivo concessione – Utilizzazione particolare o eccezionale bene pubblico – Mancanza formale concessione – Occupazione di fatto
La Corte ha ribadito l’orientamento già espresso in base al quale «il canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, istituito dall’art. 63 del D.Lgs. 15 dicembre 1997, n. 446, come modificato dall’art. 31 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, risulta configurato come corrispettivo di una concessione, reale o presunta (nel caso di occupazione abusiva), dell’uso esclusivo o speciale di beni pubblici», cosicché esso è dovuto non in base alla limitazione o sottrazione all’uso normale o collettivo di parte del suolo, ma in relazione all’utilizzazione particolare o eccezionale che ne trae il singolo ed è irrilevante la mancanza di una formale concessione quando vi sia un’occupazione di fatto del suolo pubblico.
Riferimenti giurisprudenziali
Corte Suprema di Cassazione, n. 10733/2018, n. 1435/2018 e n. 18037/2009
Riferimenti normativi
Art. 31, Legge n. 448/1998
Art. 63, D.lgs. n. 446/1997
Corte Suprema di Cassazione, Sezione Prima, Ordinanza n. 18171 del 06/06/2022