Fisco e contabilità

Legge di bilancio: scadenza unica al 30 aprile per preventivi 2023, Tari e rendiconto 2022

L'avanzo libero potrà contribuire alla costruzione degli equilibri del bilancio di previsione 2023/25

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di Elena Brunetto e Patrizia Ruffini

L'avanzo libero potrà contribuire alla costruzione degli equilibri del bilancio di previsione 2023/25, a condizione che sia prima approvato il rendiconto 2022 da cui scaturisce in modo definitivo; entrambi i documenti dovranno rispettare la «scadenza unica» del 30 aprile. La novità è una fra le poche che si sono aggiunte durante il dibattito parlamentare per aiutare gli enti locali nel raggiungere l'equilibrio del bilancio di previsione 2023.

Il termine per la deliberazione del bilancio diventa quindi il 30 aprile (superando il Dm Interno 14 dicembre di proroga al 31 marzo) e viene a combaciare con quello già stabilito, a regime, per la Tari; coincide inoltre con quello ordinario del rendiconto 2022.

Resta confermato in 400 milioni il fondo per il caro bollette (fondo per garantire la continuità dei servizi erogati), da destinare per 350 milioni di euro a favore dei Comuni e per 50 milioni di euro a favore delle Città metropolitane e delle province. Le risorse verranno ripartite con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Mef e il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, previa intesa in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali, entro il 31 marzo 2023, in relazione alla spesa per utenze di energia elettrica e gas, rilevata tenendo anche conto dei dati Siope.

Confermata anche la norma che stabilizza a regime il contributo riconosciuto ai comuni per il ristoro del gettito tributario non più acquisibile a seguito dell'introduzione della Tariffa per i servizi indivisibili (Tasi) di cui all'articolo 1, comma 639, della legge 147/2013, anche alla luce della sentenza della Corte costituzionale n. 220/2021. Il contributo si aggiunge a quello già previsto dall'articolo 1, commi 892-895, della legge 145/2018, per 190 milioni di euro annui dal 2019 al 2033. I comuni interessati possono dunque continuare a prevedere le medesime risorse attribuite fino all'anno 2022.

In tema di tributi è prevista l'esenzione Imu su immobili occupati e, di conseguenza, i comuni sono ristorati delle minori entrate con un fondo di 62 milioni di euro a decorrere dall'anno 2023.

In materia di imposta di soggiorno viene consentito ai comuni capoluogo di provincia aventi forte vocazione turistica (ossia che abbiano avuto presenze turistiche in numero venti volte superiore a quello dei residenti) di applicare l'imposta di soggiorno fino all'importo massimo di 10 euro a notte. Le modalità per l'attuazione di tale disposizioni dovranno essere definite con apposito decreto, su proposta del Ministro del Turismo, di concerto con quello dell'Interno e dell'Economia e delle finanze.

Nella parte spesa, per il solo anno 2023, è da prevedere l'emolumento accessorio una tantum da corrispondere al personale per tredici mensilità, nella misura dell'1,5 per cento dello stipendio, con effetti ai soli fini del trattamento di quiescenza. Per i Comuni tali oneri sono totalmente a carico del loro bilancio.

Occorrerà, invece, attendere il riparto per poter iscrivere nel bilancio 2023 i contributi per l'acquisto di alimentari di prima necessità, per i quali è previsto un fondo di 500 milioni di euro. Da definire anche l'impatto sui singoli enti dei contributi di minore entità, quali quello per il potenziamento di sicurezza urbana, per il finanziamento aggiuntivo della progettazione e assistenza tecnica specialistica, per i piccoli comuni a vocazione turistica e per le periferie inclusive.

Al fine di agevolare il rispetto dei tempi di pagamento nelle transazioni commerciali da parte degli enti locali, infine, in deroga all'articolo 222 del Tuel, è stato esteso, per il periodo dal 2023 al 2025, l'aumento del limite massimo di ricorso ad anticipazioni di tesoreria da tre a cinque dodicesimi delle entrate correnti.

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