Progettazione

Prevenzione incendi delle facciate, ecco come verificare la sicurezza dei materiali da utilizzare

Una circolare dei Vigili del Fuoco individua i metodi di prova, riconosciuti in alcuni Stati Ue, per la valutazione sperimentale dei requisiti di sicurezza degli involucri (o delle chiusure verticali)

di Mariagrazia Barletta

Nell'attesa che si giunga all'elaborazione di un sistema europeo condiviso per la valutazione delle prestazioni al fuoco delle facciate, è possibile utilizzare metodi di prova riconosciuti e impiegati presso altri Stati dell'Ue. Più nel dettaglio, tali metodi possono essere di riferimento per effettuare valutazioni sperimentali dei requisiti di sicurezza antincendio posseduti dai sistemi che compongono le facciate di edifici civili. A stabilire quali norme tecniche possono essere impiegate a tal fine è la lettera circolare diffusa, ad inizio agosto, dal dipartimento dei Vigili del Fuoco. Era stata la regola tecnica verticale sulle chiusure d'ambito, ossia sulla sicurezza antincendio di facciate e coperture, emanata con il Dm 30 marzo 2022, a prevedere la predisposizione di un provvedimento dei Vigili del Fuoco che andasse a individuare i metodi di prova riconosciuti in altri Stati membri, da poter utilizzare anche in Italia per la valutazione sperimentale dei requisiti di sicurezza dei sistemi scelti per formare la cosiddetta "pelle" degli edifici.

I metodi di prova utilizzabili in Italia
I metodi di prova riconosciuti e impiegabili anche in Italia sono individuabili in un elenco di norme allegato alla lettera circolare, tra queste figurano la tedesca Din 4102-20 e la britannica Bs 8414, ma ci sono anche norme utilizzate in Francia, Polonia, Svizzera, in Ungheria, in alcuni Paesi scandinavi, in Slovacchia e Repubblica Ceca. In attesa, infatti, che arrivi a compimento il progetto europeo, alcuni Paesi hanno adottato test su larga e media scala, utilizzando metodologie autonome e differenti.

Obiettivo: elaborare soluzioni alternative
Le prove sperimentali, condotte secondo i metodi di prova elencati nella lettera circolare, serviranno ai progettisti per dimostrare il raggiungimento di specifici obiettivi di sicurezza antincendio tramite soluzioni alternative rispetto a quelle indicate nella regola tecnica sulle chiusure d'ambito. Gli obiettivi di sicurezza da garantire sono quelli identificati dalla Rtv 30 marzo 2022 e già contenuti anche nel Dm 25 gennaio 2019 che ha integrato le norme di prevenzione incendi per gli edifici di civile abitazione, nonché nelle linee guida sulla sicurezza antincendio delle facciate. Si tratta di evitare che le fiamme sviluppatesi all'interno di un edificio possano propagarsi verso l'esterno per mezzo delle chiusure d'ambito, o che un incendio divampato all'esterno di un edificio possa giungere fino agli ambienti interni facendosi strada attraverso il tetto o le facciate. Altro obiettivo primario consiste nel limitare la caduta di frammenti, parti disgregate o incendiate che possano compromettere l'esodo o il lavoro dei soccorritori.

Centrali le valutazioni del professionista antincendio
Sarà il progettista a valutare gli esiti delle prove applicandoli alla soluzione progettuale scelta. In altre parole, la prova restituirà una "classificazione" del comportamento all'incendio dell'elemento esaminato, ma è compito del progettista utilizzarla in riferimento al sistema facciata al fine di garantire il livello di prestazione richiesto dal Codice di prevenzione incendi. Per garantire il compiuto raggiungimento degli obiettivi di sicurezza antincendio tramite soluzione alternativa, gli esiti delle prove sperimentali (condotte secondo i metodi di prova riportati nella circolare) devono essere integrati, infatti, da una valutazione da parte del professionista antincendio, che tenga conto dello specifico metodo di prova adottato, delle specifiche destinazioni d'uso dell'edificio e delle tipologie di chiusura d'ambito. La circolare richiama anche il punto G.2.9 del Codice di prevenzione incendi, secondo il quale, tra l'altro, «il progettista assume piena responsabilità in merito alla valutazione del rischio d'incendio riportata nella documentazione progettuale relativa all'attività».

Il progetto passa anche per il Comitato tecnico regionale
Inoltre, giacché le valutazioni sperimentali sui sistemi di facciata potrebbero presentare aspetti di particolare innovazione e specializzazione, in caso di attività o progettazioni particolarmente complesse, la circolare prevede che i Comandi provinciali dei Vigili del Fuoco acquisiscano le valutazioni del Comitato tecnico regionale per la prevenzione incendi.

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