Progettazione

Recovery plan, società di ingegneria pubbliche a supporto della Pa per progettare le opere

De Micheli: pensiamo a strutture come Italferr per aiutare chi non ha competenze e risorse

di Mauro Salerno

Chissà che fine ha fatto la «centrale di progettazione» che era stata immaginata dall'ex ministro Danilo Toninelli per colmare le lacune tecniche di Comuni e altri enti pubblici . Sarà passata di moda, come tante altre soluzioni creative introdotte dalle nostre leggi di Bilancio. I problemi della scarsa competenza progettuale e della carenza di personale tecnico delle amministrazioni però sono rimasti. E rischiano di mettere in pericolo la capacità di spendere le risorse che arriveranno con il Recovery fund. Se non ci sono i progetti, come fanno gli stanziamenti a tradursi in cantieri? E allora tanti saluti all'ambizione di rilanciare gli investimenti.

La questione ha travalicato lo stretto ambito degli addetti al lavori e ormai è stranota anche dalle parti di Palazzo Chigi. Per questo nel quadro delle regole di governance del Recovery fund un passaggio dovrebbe essere dedicato anche all'incremento della capacità di progettazione degli interventi.

Lo ha lasciato trapelare la stessa ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli , intervenendo a all'incontro pubblico organizzato dalla Conferenza delle Regioni, con Ance, Confindustria e Luiss per presentare i risultati dello studio condotta tra Rup e imprese per indagare i motivi che impediscono alle opere pubbliche italiane di decollare. La ministra ha innanzitutto spiegato che non tutti i fondi che arriveranno dall'Europa saranno aggiuntivi. In una prima fase («il primo triennio») le risorse saranno sostitutive di quelle già stanziate per una ragione di convenienza economica («hanno un costo più basso del debito pubblico dunque garantiscono un vantaggio») . Poi ha spiegato come il governo pensa di accelerare la progettazione per non incorrere nella tagliola del 2026, quando bisognerà dare conto della spesa dei fondi ricevuti.

De Micheli ha ribadito che il «coordinamento della progettazione degli interventi sarà assicurato dalla Struttura di missione» di cui si sta discutendo proprio in queste ore. Ma che ci sarà anche un ruolo importante «per le società pubbliche che hanno competenza nel campo della progettazione». La ministra ha citato l'esempio di Italferr, che insieme a altre strutture simili «potrà essere di supporto nella progettazione a enti che non hanno competenza e risorse necessarie» per svolgere questo compito cruciale.

Nel decreto che definirà le regole di ingaggio sull'utilizzo dei fondi dovrebbero poi trovare spazio anche scorciatoie normative ulteriori rispetto a quelle definite con il decreto Semplificazioni. «Ci saranno semplificazioni aggiuntive sul fronte delle procedure di autorizzazione degli interventi», ha annunciato De Micheli. Che ha anche spiegato che il non si tratterà di bypassare le norme sulla valutazione di impatto ambientale, come la Via, su cui il Governo intende mantenere i giusti controlli. Piuttosto «ci saranno tempi ristretti per alcuni pareri», in modo di accelerare la fase a monte della realizzazione degli investimenti.

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