Semplificazioni, commissariamento per gli uffici lenti
Silenzio-assenso, possibile l'autocertificazione dopo 10 giorni dalla richiesta
Fra le ambizioni del decreto Recovery approdato ieri in Gazzetta Ufficiale non c'è solo quella di blindare i tempi di attuazione del Pnrr. L'obiettivo è più largo, e punta anche a rendere operative una serie di semplificazioni che fin qui nella Pa sono state spesso confinate alla teoria della Gazzetta Ufficiale.
Fra i meccanismi rianimati dal decreto c’è quello dei poteri sostitutivi. Il tema ha tenuto banco sulla governance del Pnrr. Ma il decreto prova ad allargare lo stesso principio ai rapporti ordinari fra Pa e cittadini o imprese.
Il potere sostitutivo ovviamente esisteva già. Ma poteva scattare solo su richiesta dell’interessato, che spesso non sapeva a chi rivolgersi e come. Con le nuove regole sarà attivabile anche d'ufficio, da parte del responsabile (un singolo dirigente o una struttura) individuato in ogni Pa dal proprio organo di governo. Non bisogna trascurare il fatto che questo “commissariamento” degli uffici troppo lenti nel completare le pratiche comporta l'apertura di un procedimento disciplinare a carico dei responsabili.
L’altra regola rilanciata dal decreto è quella del silenzio-assenso. Arriva la possibilità, chiesta da tempo da imprese e professionisti, di certificarlo, per avere un documento da esibire quando l’assenso silenzioso della Pa è necessario per esempio a farsi finanziare la ristrutturazione di un immobile. Ma siccome il problema si pone appunto con amministrazioni poco propense a rilasciare bolli e certificati, la norma ha un meccanismo di chiusura che consente l'autocertificazione dopo 10 giorni dalla richiesta.
Il ricco pacchetto di interventi extra-Recovery contempla anche il rafforzamento dell'Anagrafe nazionale della popolazione, le cui certificazioni diventano esenti da imposte di bollo e diritti di segreteria, e della piattaforma delle notifiche (comprese quelle fiscali).
Ma più in generale, come accade per il Pil che il Recovery è chiamato ad ampliare in modo strutturale, nell'ottica costruita dal ministro per la Pa Renato Brunetta l'occasione del Pnrr punta a lasciare un'eredità stabile anche alla Pa. A questo compito dovrà lavorare l'Ufficio per la semplificazione che il decreto mette alle dipendenze dirette del titolare di Palazzo Vidoni. Fra i suoi compiti ci saranno la «misurazione e riduzione dei tempi e degli oneri a carico di cittadini e imprese» e la «promozione di interventi normativi, organizzativi e tecnologici di semplificazione» da coordinare con Regioni ed enti locali. Il rischio di inciampare nel solito elenco di buone intenzioni è evidente. Ma si può provare a superarlo attuando davvero l'ultimo punto contemplato da questo “mansionario”: la «verifica annuale» dei risultati delle semplificazioni, cioè quella valutazione d'impatto delle norme che di fatto in Italia è sempre mancata.