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Strada dei Parchi: la «bocciatura» del Pef? Il Mit non ha mai dato i chiarimenti chiesti da Bruxelles

La società rettifica la ricostruzione della vicenda come diffusa sulla base del decreto del Gip di Teramo

di Massimo Frontera

Nessuna bocciatura del Pef da parte della Commissione Ue e nessun dolo nell'assegnazione dei lavori sulle autostrade A24 e A25. Strada dei Parchi Spa - al centro dell'inchiesta della procura di Teramo che ha portato al sequestro di fondi di società e amministratori del Gruppo Toto - fornisce la sua versione dei fatti sulla vicenda del Piano economico e finanziario come ricostruita dal decreto firmato dal Gip di Teramo, Roberto Veneziano, che ha ordinato il sequestro di 26 milioni di euro a dirigenti del concessionario e ad altre due società.

Il provvedimento del gip
Sulla vicenda del Pef della società Strada dei Parchi, il decreto del Gip, come ampiamente riportato dall'Ansa, contiene le motivazioni che hanno portato la Commissione Ue a "bocciare", alla fine del 2019, la proposta della società «perché violava la concorrenza, rappresentava un aiuto di Stato nonché un'incompatibile modifica contrattuale». Del nuovo piano economico e finanziario della società concessionaria delle autostrade A24 e A25 si comincia a discutere nel 2014, un anno dopo la scadenza del procedente Pef. «I contenuti salienti della proposta bocciata - scrive l'Ansa - erano i seguenti: prolungamento della concessione per 10 anni, fino al 2040; investimenti per 3.140 milioni di euro di cui 2.000 pubblici; aumento delle tariffe del 2,5% medio per il periodo 2020-2022 e di 3,27 nel periodo 2023-2040; apporto di capitale proprio per 257 milioni; autofinanziamento per 3.140 milioni; estinzione del credito Anas per 650 milioni». La proposta della società predisposta inizialmente nel 2013 da 5,429 miliardi fu respinta dal Mit in quanto prevedeva la realizzazione di parte del tracciato fuori sede e quindi estranea alla Convenzione. «Dopo lunghe trattative, si legge nel decreto, l'11 luglio 2019 SdP presentò una proposta che, seppur "tra riserve dell'Amministrazione concedente", fu comunque fatto proprio dal Mit, approvato dal Cipe e inviato per il parere obbligatorio alla Commissione Europea». La vicenda si consuma nel periodo del cambio di governo, con l'avvicendamento, il 5 settembre del 2019, tra il ministro uscente Danilo Toninelli e l'attuale ministra Paola De Micheli. Secondo la versione fornita da Strada dei Parchi (si veda oltre), il ministro Toninelli portò la proposta al Cipe (il 1° agosto) mentre De Micheli inviò la proposta alla Commissione Ue, la quale, riporta il decreto il Gip, rispose il 28 ottobre 2019 bocciando la proposta con le seguenti motivazioni: «la proroga di 10 anni appariva una misura in grado di incidere negativamente sulla concorrenza per l'accesso alla gestione dell'infrastruttura nonché una modifica sostanziale del Contratto; la previsione di un contributo pubblico di 2.000 milioni di euro configurava un inammissibile aiuto di Stato; l'impatto dei lavori aggiuntivi sul valore della Concessione appariva di dubbia compatibilità con la disciplina delle modifiche contrattuali».

La replica di Autostrada dei Parchi
La società contesta la ricostruzione secondo cui la Commissione avrebbe bocciato il Pef, in quanto - questa è la tesi sostenuta da Strada dei Parchi - la Commissione non è mai arrivata al punto di approvare o meno il Pef perché non è stata mai soddisfatta dei chiarimenti chiesti al governo a partire dall'ottobre 2019 ed è stata pertanto costretta ad archiviare il procedimento nel gennaio 2020. Nel comunicato diffuso il 24 novembre, la società ricorda che la revisione del Pef si è resa necessaria dopo che con la legge n.228/2012 (a seguito del terremoto dell'Aquila del 2009) ha imposto la messa in sicurezza antisismica delle due dorsali autostradali in quanto infrastrutture strategiche. «Dopo anni di confronto - afferma la società - con il ministero dei Trasporti e il ministero dell'Economia – la cui estenuante lunghezza non può certo essere attribuibile al Concessionario, l'interesse del quale era esattamente opposto – nel 2019 il nuovo Pef fu finalmente predisposto dal Mit e dal Mef d'intesa con il Concessionario». Il Pef, aggiunge la nota di Strada dei Parchi, è stato «approvato prima dall'Autorità dei Trasporti nel luglio 2019 e poi portato dal ministro Toninelli l'1 agosto al Cipe, che ne prese atto in attesa del successivo parere della Commissione Ue». L'invio del Pef a Bruxelles, ricorda ancora la società, «avvenne dopo il cambio di Governo, e dunque per mano della ministra De Micheli. La Commissione Ue per ben due volte, nell'ottobre e nel dicembre del 2019, ha chiesto al Mit alcuni chiarimenti, non ottenendo mai risposta. Tanto che il 23 gennaio 2020 comunica, per il tramite della Rappresentanza italiana a Bruxelles, di essere costretta ad archiviare il procedimento "alla luce della mancanza di riscontro" da parte delle autorità italiane. In conseguenza di ciò, nell'aprile 2020, il Consiglio di Stato ha commissariato lo stesso Ministero dei Trasporti 'per non aver concluso l'iter amministrativo"». «Come si evince da questa ricostruzione dei fatti - conclude SdP - nessuna inadempienza può essere attribuita a Strada dei Parchi e parlare di bocciatura del Pef da parte della Commissione Ue è un falso clamoroso.

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