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Sud in crisi: anche Palermo a un passo dal dissesto

Con l’unica eccezione di Bari, tutte le maggiori città del Mezzogiorno hanno l’acqua oltre la gola

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di Gianni Trovati

La via crucis dei bilanci disastrati nelle città del Sud fa tappa anche a Palermo (si veda NT+ Enti locali & edilizia di ieri). Il preventivo di quest’anno è impossibile da chiudere (i termini scadono sabato), e il sindaco Leoluca Orlando ha deciso di aggrapparsi alla scialuppa del predissesto ideata nel 2012 per provare a evitare i default comunali.

Un esito del genere non era difficile da prevedere, con una capacità di riscossione che sui tributi si ferma al 55%, non arriva al 25% quando si guarda a multe e tariffe e crolla al 10% negli arretrati. Con queste percentuali, non è complicato immaginare nemmeno quali saranno le chance di successo del piano di riequilibrio, che ovviamente deve puntare sull’aumento delle entrate oltre che sui tagli di spesa.

Per averne un’idea basta andare a Napoli: la città è in pre-dissesto dal 2012, ma gli obiettivi del piano sono stati mancati e il default è stato fin qui evitato solo perché il Parlamento lo scorso anno ha fermato la mano alla Corte dei conti. Ora Gaetano Manfredi, candidato sindaco di centrosinistra e M5S, si è affidato a un immaginifico Patto per Napoli, che vorrebbe scaricare su un commissario la gestione del debito ma dovrebbe trovare in Parlamento una maggioranza disposta a votarlo. Ma con l’unica eccezione di Bari, tutte le maggiori città del Sud hanno l’acqua oltre la gola: Catania è fallita due anni fa, Messina è in pre-dissesto dall’anno scorso, Reggio Calabria è in predissesto dal 2013 e sopravvive grazie agli aiuti statali.

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