Progettazione

Valutazione del rischio incendio di edifici residenziali, pronto il metodo inglese che è utile anche per l'Italia

La regola definita dal Bsi dopo l'incendio della Grenfell Tower di Londra è utile anche per applicare gli obblighi che scattano dal 30 settembre prossimo in Italia per gli edifici residenziali

di Mariagrazia Barletta

Una metodologia strutturata per favorire l'identificazione dei diversi fattori di rischio e programmare le conseguenti misure di mitigazione. L'organismo nazionale di standardizzazione britannico Bsi ha pubblicato un documento che definisce i passaggi fondamentali per valutare il rischio d'incendio delle facciate di edifici residenziali multipiano esistenti. Dunque, un documento di standardizzazione (Pas 9980:2022) - scaricabile gratuitamente a questo link, previa registrazione, oppure disponibile qui per i soli lettori abbonati - che delinea le buone pratiche da applicare per analizzare le probabilità di innesco di una facciata e le relative conseguenze in termini di eventuali danni alle persone e al bene stesso. In definitiva, viene messo a punto un approccio che ha come punto di approdo la definizione del livello di rischio: sta al professionista, valutare, seguendo la metodologia indicata e tramite il suo giudizio esperto influenzato dal proprio bagaglio di conoscenze, se tale rischio può essere ritenuto accettabile o se, invece, vanno progettate e realizzate opportune correzioni.

Il Pas britannico fa parte del corposo "pacchetto" di norme, raccomandazioni e leggi che nel Regno Unito ha fatto seguito al tragico incendio alla Grenfell Tower di Londra (14 giugno 2017), che ha stroncato 72 vite. Fa parte di quegli standard emanati da organismi di normazione riconosciuti in ambito antincendio, che possono essere utilizzati anche in Italia. Dunque, il documento britannico può essere particolarmente utile in riferimento ad un nuovo obbligo che da noi entra in vigore dal prossimo 30 settembre. Da questa data, infatti, per gli edifici di altezza antincendio superiore a 24 metri bisognerà redigere una valutazione del rischio incendi ogni volta che si realizzeranno modifiche alle strutture, alle finiture, al rivestimento delle facciate, agli isolanti termici o acustici.

Dal 30 settembre valutazione del rischio obbligatoria oltre i 24 metri
Il nuovo onere italiano deriva – va ricordato – dal Dm 25 gennaio 2019, in quanto fa parte delle misure di gestione della sicurezza antincendio che i condomìni dovranno applicare sia in condizioni ordinarie che in emergenza. Le misure di gestione della sicurezza contenute nel decreto del 2019 dovevano andare in vigore il 6 maggio 2020, tale scadenza è stata poi prorogata e agganciata alla fine dello stato di emergenza pandemico. Per cui, tutte le misure organizzativo-gestionali da attuare, compreso il nuovo obbligo di redazione della valutazione del rischio per le facciate degli edifici, vanno in vigore trascorsi sei mesi dalla chiusura dello stato di emergenza, ossia il 30 settembre 2022. Va detto anche che l'avvenuta redazione della valutazione del rischio incendi, così come accade per tutti i nuovi adempimenti legati alla gestione della sicurezza antincendio prescritti dal Dm del 2019, deve essere comunicata al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco competente per territorio. Lo si fa in occasione della presentazione dell'attestazione di rinnovo periodico della conformità antincendio. Va ricordato che in Italia, dal prossimo 7 luglio, sarà inoltre in vigore la nuova regola tecnica di prevenzione incendi sulle chiusure d'ambito, mentre il 29 giugno andrà in vigore la nuova Rtv sugli edifici di civile abitazione.

I criteri britannici per la valutazione del rischio
La guida del Bsi può essere un utile riferimento per valutare il rischio incendi associato alle facciate di edifici plurifamiliari esistenti, in quanto fornisce una serie di criteri sulla base dei quali il valutatore può dire se il rischio è da ritenersi entro una soglia ritenuta accettabile o se, invece, sono necessarie azioni correttive. Vanno però subito evidenziati alcuni limiti: il documento non prende in considerazione la propagazione ad altri edifici e neanche le prestazioni di resistenza al fuoco; inoltre, non è applicabile agli edifici di nuova costruzione. Nella valutazione - va sottolineato - necessariamente entra in gioco un giudizio anche soggettivo, basato sulle competenze e sull'esperienza di chi effettua la valutazione.
La guida ricorda che il livello di rischio (il rischio zero non esiste) è contenuto entro la soglia di accettabilità se, considerando i diversi scenari di incendio, la velocità di propagazione del fuoco all'interno dell'edificio dà alle persone il tempo di evacuare in sicurezza lo stabile e di mettersi in salvo, consentendo al contempo ai soccorritori di agire efficientemente. Ed è ovvio che anche la strategia antincendio adottata ha un suo peso nella valutazione, solo per fare un esempio: le modalità scelte per la diffusione dell'allarme hanno un'influenza diretta sui tempi del pre-movimento che coprono le fasi che vanno dalla rivelazione dell'incendio al momento in cui la persona si accinge a mettersi in cammino per porsi in salvo. La velocità di propagazione dell'incendio deve far i conti con i tempi necessari per l'evacuazione, considerando in quanto tempo le condizioni ambientali nell'edificio diventano tali da rendere gli occupanti incapaci di porsi in salvo raggiungendo o permanendo in un luogo sicuro.

Approccio necessariamente olistico
Ovviamente, anche per le facciate le variabili in gioco sono tante e una guida non può coprirle tutte: solo un'attenta ed esperta analisi caso per caso può portare ad una corretta valutazione. Questo però non scalfisce l'utilità dei criteri esposti nel Pas. Anzi, il documento raccomanda prima di tutto di considerare l'edificio nelle sue peculiarità, mettendo in campo un approccio olistico. È necessario mettere a sistema più fattori considerando: la composizione delle facciate, la loro configurazione, le prestazioni antincendio, l'altezza dell'edificio, la possibilità di avere incendi secondari, le caratteristiche del fabbricato, il contesto e la strategia antincendio con tutte le misure di prevenzione, di protezione e gestionali adottate, le difficoltà che le squadre di soccorso potrebbero incontrare e altro ancora.

Misure proporzionali al rischio
Le raccomandazioni proposte seguono anche un approccio molto pragmatico, calibrando la valutazione in funzione della complessità dell'edificio, ponendo in primo piano la salvaguardia della vita umana ma considerando anche che le misure mitigative devono essere proporzionali al rischio stesso, senza esporre i residenti a costi spropositati. Seppure sia il valutatore, in base alle sue competenze ed esperienza a dare il giudizio necessario dopo aver ben analizzato la documentazione tecnica e aver conosciuto in modo approfondito l'edificio, la guida identifica alcuni casi per i quali la valutazione del rischio non è necessaria, come ad esempio per le facciate in muratura tradizionale prive di materiali e rivestimenti combustibili. Anche la non utilità di un'approfondita valutazione del rischio – raccomanda il "Pas" britannico - va comunque debitamente spiegata e documentata.

In ogni caso, il documento aiuta a seguire un approccio strutturato che può essere utile anche per dimostrare che sono stati compiuti tutti gli sforzi ragionevolmente praticabili per valutare: le prestazioni al fuoco dell'involucro, la velocità di propagazione del fuoco, le modalità di propagazione dell'incendio attraverso le facciate, le possibili fonti di ignizione, le implicazioni sull'esodo, i danni che un incendio potrebbe arrecare alle persone eccetera. Inoltre, potrebbe anche accadere che la complessità dell'edificio faccia nascere l'esigenza di attivarsi con valutazioni tecniche più approfondite, utilizzando i metodi della fire safety engineering o prove antincendio anche in larga scala secondo lo standard Bs 8414 cui si potrà fare riferimento anche in Italia nell'attesa che si giunga ad un sistema armonizzato di classificazione europeo per le prestazioni relative al comportamento al fuoco delle facciate.

Punto di partenza: la conoscenza approfondita dell'edificio
Ogni valutazione nasce dalla conoscenza approfondita dell'edificio che si concretizza nello studio della documentazione tecnico-progettuale, nelle verifiche sul posto e in eventuali ispezioni e campionamenti. È ovvio che bisogna avere un quadro il più completo possibile sulla composizione delle pareti esterne e dei relativi rivestimenti, ma è altrettanto importante capire se i materiali, i sistemi e i prodotti presenti sono stati installati conformemente a quanto riportato nella documentazione tecnica del produttore. Sopralluoghi e ispezioni sono basilari: non importa quanto dettagliata ed esaustiva sia la documentazione progettuale, in quanto ciò che è stato costruito può essere molto diverso da ciò che è stato progettato. Non è raro - mette in guardia il documento britannico – che un prodotto venga sostituito, talvolta anche con altri con scarse performance.

Approfondimenti e illustrazione di casi studio
Nella guida sono presenti esempi pratici e casi studio che aiutano a comprendere meglio l'approccio proposto ed anche approfondimenti su temi specifici. Ad esempio, alcuni allegati approfondiscono i principali fattori di rischio da analizzare e le condizioni, pure da considerare nelle valutazioni, che possono influenzare negativamente l'azione dei soccorritori. Nell'allegato E viene sottolineata l'importanza di valutare anche il rischio che la caduta di parti della facciata (o il suo collasso) possa compromettere l'intervento delle squadre di soccorso (e anche l'esodo).

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