I temi di NT+Rassegna di giurisprudenza

Le ultime pronunce dei giudici tributari in materia di imposta sulla pubblicità

di Carmelo Battaglia

Imposta pubblicità – Requisiti – Utilizzo segno distintivo – Struttura impianto – Centri commerciali – Segnaletica, frecce direzionali, orari apertura/chiusura – Inapplicabilità imposta

La Sezione ha chiarito che, ai fini dell’applicazione dell’imposta sulla pubblicità, l’installazione deve risultare obiettivamente idonea a far conoscere ad un numero indeterminato di possibili acquirenti o utenti il nome, l’attività o il prodotto dell’impresa, e non abbia, quindi, soltanto una mera finalità distintiva. Non basta, dunque, la sola esposizione in luogo pubblico, perché si deve avere riguardo anche alle modalità di utilizzo del segno distintivo e alla struttura dell’impianto che lo contiene. Nel caso di specie, la Sezione ha confermato il giudizio reso dalla CTR, che ha valutato la non idoneità ad essere considerati installazioni pubblicitarie dei cartelli di segnaletica, finalizzati ad orientare i clienti all’interno di un centro commerciale, o delle frecce direzionali o delle segnalazioni circa gli orari di apertura/chiusura.

Riferimenti giurisprudenziali
Corte Suprema di Cassazione, n. 11530/2018

Riferimenti normativi
Art. 5, D.lgs. n. 507/1993

Corte Suprema di Cassazione, Sezione Sesta, Ordinanza n. 3141 del 02/02/2023

Imposta pubblicità – Soggettività passiva – Titolare mezzo diffusione messaggio pubblicitario – Fornitore beni e servizi oggetto pubblicità – Potenziale incremento attività contribuente – Vantaggio immediato e diretto beneficiario

La Corte ha confermato una recente pronuncia, ribadendo che il soggetto passivo dell’imposta comunale sulla pubblicità, ai sensi dell’art. 6 del D.lgs. n. 507/1993, si identifica, oltre che in chi dispone del mezzo attraverso il quale il messaggio pubblicitario viene diffuso, anche in chi produce o vende la merce o fornisce i servizi oggetto della pubblicità, a condizione che il messaggio pubblicitario, finalizzato al richiamo dell’attenzione del pubblico sul prodotto o sul servizio, sia potenzialmente idoneo a incrementare il risultato positivo dell’attività commerciale del contribuente, in quanto strettamente correlato a un vantaggio immediato e diretto dell’imprenditore beneficiario, rispetto alla risonanza del messaggio pubblicitario nella platea dei consumatori destinatari.

Riferimenti giurisprudenziali
Corte Suprema di Cassazione, n. 9696/2022

Riferimenti normativi
Art. 6, D.lgs. n. 507/1993

Corte Suprema di Cassazione, Sezione Sesta, Ordinanza n. 34270 del 22/11/2022

Imposta pubblicità – Presupposto – Mezzo pubblicitario – Promozione immagine aziendale e mezzo divulgazione – Messaggi pubblicitari plurimi con unico mezzo – Determinazione tributo

Il Collegio ha ricordato che, in tema di imposta comunale sulla pubblicità, l’art. 7, comma 1, del D.lgs. n. 507/1993 identifica il presupposto impositivo nel “mezzo pubblicitario”, inteso come qualsiasi forma di comunicazione avente lo scopo di promuovere la domanda di beni o servizi e di migliorare l’immagine aziendale in collegamento inscindibile con la forma adoperata per la divulgazione, con la conseguenza che, nell’ipotesi di plurimi messaggi pubblicitari, concernenti diverse aziende, collocati su un unico pannello, il tributo deve essere determinato in base alla superficie espositiva utilizzata da ciascuna delle imprese pubblicizzate, indipendentemente dalle dimensioni cumulative del mezzo pubblicitario.

Riferimenti giurisprudenziali
Corte Suprema di Cassazione, n. 252/2012

Riferimenti normativi
Art. 7, comma1, D.lgs. n. 507/1993

Corte Suprema di Cassazione, Sezione Sesta, Ordinanza n. 32368 del 03/11/2022

Imposta pubblicità – Concetto ‘sede’ – Distributori automatici – Esclusione riconducibilità sede legale o sede effettiva – Esclusione rapporto pertinenziale – Inapplicabilità esenzione

La Sezione, dando continuità ai principi già espressi, ha confermato che, con riferimento al concetto civilistico di ‘sede’, è da escludersi che il distributore automatico di cibi o bevande o altri servizi (come le cabine fotografiche automatiche) possa ricondursi al concetto tanto di sede legale quanto di quella effettiva di esercizio dell’attività sociale; altresì, neppure si può ipotizzare un rapporto pertinenziale con la sede della società, in ragione dell’ampia diffusione territoriale che impedisce a monte la stessa configurabilità di un rapporto durevole di servizio del singolo distributore alla sede sociale. Dall’esclusione della possibilità che al punto automatico di esercizio possa attribuirsi la qualificazione di sede, ne consegue l’inapplicabilità dell’art. 17, comma 1-bis, del D.lgs. n. 507/1993, che prevede un’esenzione fiscale, come tale da ritenersi di stretta interpretazione.

Riferimenti giurisprudenziali
Corte Suprema di Cassazione, n. 32086/2019, n. 7783/2019 e n. 2915/2013

Riferimenti normativi
Art. 7, comma 1-bis, D.lgs. n. 507/1993

Corte Suprema di Cassazione, Sezione Sesta, Ordinanza n. 31441 del 25/10/2022

Imposta pubblicità – Avvisi accertamento – Delibere tariffarie comunali – Atti soggetti a pubblicità legale – Esclusione obbligo allegazione atti conoscibili

Con riferimento alle delibere tariffarie delle amministrazioni comunali nella fiscalità locale, la Corte ha ricordato il principio in base al quale, in tema di imposta sulla pubblicità, le delibere comunali relative all’applicazione del tributo ed alla determinazione delle relative tariffe non rientrano tra i documenti che devono essere allegati agli avvisi di accertamento ai sensi dell’art. 7 della Legge n. 212/2000, in quanto detto obbligo è limitato agli atti richiamati nella motivazione che non siano conosciuti o altrimenti conoscibili dal contribuente, ma non anche gli atti generali, come le delibere del consiglio comunale, che, essendo soggette a pubblicità legale, si presumono conoscibili.

Riferimenti giurisprudenziali
Corte Suprema di Cassazione, n. 21814/2019

Riferimenti normativi
Art. 7, Legge n. 212/2000

Corte Suprema di Cassazione, Sezione Sesta, Ordinanza n. 26064 del 05/09/2022