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Incidenti nelle scuole, debutta lo scudo legale che protegge i presidi

In vigore dal 21 dicembre il decreto Fisco-lavoro che esclude la responsabilità per interventi strutturali e di manutenzione

di Eugenio Bruno e Valentina Maglione

In argine alla responsabilità dei presidi per gli incidenti negli istituti scolastici. Lo ha messo lo “scudo” inserito dal Parlamento nel decreto legge fisco-lavoro (Dl 146/2021) durante la conversione in legge ed entrato in vigore lo scorso 21 dicembre.

Si tratta di una novità molto attesa, che circoscrive la responsabilità dei dirigenti scolastici, escludendola se si rispettano determinate condizioni. Finora, infatti, i presidi sono stati spesso chiamati in causa in caso di infortunio con l’accusa (ampia) di non aver predisposto tutte le misure organizzative in grado di garantire la sicurezza a scuola.

Ma, quando si parla di sicurezza negli istituti scolastici, accanto alle responsabilità dei presidi vengono in considerazione quelle degli amministratori locali. Perché, se i dirigenti scolastici sono equiparati ai “datori di lavoro”, i sindaci e i presidenti di provincia rappresentano “l’ente proprietario”, per questo spesso chiamati a rispondere, anche penalmente. È di inizio dicembre la notizia della richiesta di archiviazione per la sindaca di Crema, indagata per lesioni colpose dopo che un bimbo si era schiacciato una mano in una porta tagliafuoco all’asilo nido. Da tempo i primi cittadini chiedono al Governo di correggere le norme sulla responsabilità; ora novità dovrebbero arrivare con la riforma del Testo unico degli enti locali.

Le norme per i presidi

Partiamo dai punti fermi messi dalle disposizioni già approvate. In base al decreto legge 146/2021, che modifica il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro (decreto legislativo 81/2008), ora i dirigenti scolastici sono esentati da qualsiasi responsabilità civile, amministrativa e penale, a patto che abbiano chiesto tempestivamente gli interventi strutturali e di manutenzione necessari per garantire la sicurezza dei locali e degli edifici assegnati e che abbiano adottato le misure di carattere gestionale di loro competenza nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente.

La norma precisa poi che gli interventi relativi all’installazione degli impianti e alla loro verifica periodica e gli interventi strutturali e di manutenzione su aree non assegnate alle scuole, vani e locali tecnici, tetti e sottotetti delle sedi delle istituzioni scolastiche restano a carico dell’amministrazione.

Quello che possono fare i presidi è interdire l’uso di aule e spazi o anche dell’intero edificio, se, valutando con la diligenza del buon padre di famiglia, rilevano l’esistenza di un pericolo grave e immediato; la decisione va tempestivamente comunicata all’amministrazione. In questi casi non scattano per i dirigenti scolastici i reati di interruzione di un servizio pubblico e di procurato allarme.

Soddisfatto il presidente dell’Assocazione nazionale presidi, Antonello Giannelli: «La nuova norma aiuta a fare chiarezza», spiega, ricordando come la «responsabilità degli edifici fosse uno dei punti controversi perché era riconosciuto in giurisprudenza ma non dal diritto positivo». Averlo adesso chiarito dovrebbe far sì, ad esempio, che «non ci siano più sanzioni degli organi di controllo sui presidi per l’eventuale presenza a scuola di estintori scarichi. Ovviamente - chiarisce Giannelli - se il preside ha avvisato gli enti locali, perché è a questi ultimi che tocca intervenire». Tale precisazione, a suo giudizio, è «un contributo di «chiarezza necessaria»; inoltre, «è importante aver dato ai presidi il potere di chiudere singoli locali o intere scuole usando semplicemente la diligenza del padre di famiglia». Del resto, su questo tema Anp si batte da quasi 20 anni. Già dopo il terremoto di San Giuliano di Puglia e il crollo della scuola “Francesco Jovine” dell’ottobre 2002, che costò la vita a una maestra e 27 bambini, l’Associazione presidi si fece promotrice di una proposta di legge in materia che non raggiunse poi il numero di firme necessarie per il deposito.

Le misure per i sindaci

L’assetto della responsabilità dovrebbe essere modificato anche per gli amministratori locali.

Il Governo ha annunciato un disegno di legge per la riforma del Testo unico degli enti locali (decreto legislativo 267/2000). In base alle bozze circolate, verrebbe riscritto l’articolo 50 del Tuel. Questa norma, infatti, oggi assegna al sindaco e al presidente della provincia la responsabilità tout court dell’amministrazione dell’ente. Mentre, in base alla modifica allo studio, si precisa che sono gli organi «politicamente» responsabili dell’amministrazione dell’ente, mentre ai dirigenti spetterebbero le responsabilità amministrative. Ma il disegno di legge, pronto da metà ottobre, è ancora in attesa di essere esaminato dal Consiglio dei ministri.

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