I temi di NT+L'ufficio del personale

Anonimato nei concorsi, permessi per allattamento e retribuzione di risultato

di Gianluca Bertagna

La rubrica settimanale con la sintesi delle novità normative e applicative sulla gestione del personale nelle Pa.

Obbligo dell’anonimato nelle prove di concorso

Con la sentenza 17 luglio 2025 n. 6284, la sezione VII del Consiglio di Stato ha chiarito che l’abrogazione dell’articolo 14 del Dpr 487/1994 non ha cancellato l’obbligo di anonimato nelle prove scritte: il principio discende dagli articoli 3 e 97 della costituzione (uguaglianza, imparzialità e buon andamento) e trova oggi riscontro nel nuovo articolo 8, comma 3, del medesimo Dpr, che rinvia agli articoli 35, 35-ter e 35-quater del Dlgs 165/2001 in tema di integrità, trasparenza e omogeneità delle procedure. Il Consiglio ha precisato anche la natura “tertium genus” della prova pratica: se è un’operazione materiale eseguita davanti alla commissione, l’anonimato non è praticabile e la prova si atteggia come orale; se invece la prova pratica è scritta e viene valutata prima del colloquio, l’anonimato resta cogente. Decisivo è lo iato temporale tra correzione dell’elaborato e successivo orale. L’indirizzo si allinea alla giurisprudenza già consolidata (Consiglio di Stato, sezione III, 22 maggio 2019, n. 3323).

Permessi per allattamento

Sulla cumulabilità tra riposi per allattamento e permessi personali, l’Aran – con il parere n. 11429 del 5 giugno 2025 – ha affermato che i riposi giornalieri previsti dall’articolo 39 del Dlgs 151/2001 possono sommarsi ai permessi orari per particolari motivi personali e familiari previsti dall’articolo 41, comma 2, lettera d), del Ccnl 16.11.2022. In concreto, ove la dipendente avente diritto ai riposi (due ore) si assenti per l’intera giornata, le ore di permesso personale coprono il residuo necessario a completare la prestazione dovuta (nell’esempio, quattro ore). La lettura dell’Aran ha offerto una traccia operativa utile per gli uffici del personale, ferma la verifica di capienza e la corretta imputazione oraria.

Liquidazione della retribuzione di risultato da parte del dirigente del personale

Sul possibile conflitto d’interessi del dirigente del personale che adotta gli atti di liquidazione della retribuzione di risultato, l’Anac – nel parere del 9 luglio 2025 (funzione consultiva) ha suggerito un criterio di prudenza: quanto più il potere è vincolato, tanto minore il rischio; dove residuano margini (ordine e tempistiche delle liquidazioni), l’amministrazione dovrebbe azzerare la discrezionalità con direttive operative e presidiare i “fattori abilitanti” del rischio. L’obiettivo è garantire imparzialità e correttezza dell’azione, evitando che la gestione procedurale possa, anche solo astrattamente, avvantaggiare l’interesse privato del dirigente coinvolto.