Anzianità di servizio, assemblee sindacali, contratti a termine e avvocatura interna
La rubrica settimanale con la sintesi delle novità normative e applicative sulla gestione del personale nelle Pa.
Anzianità di servizio in caso di passaggio per trasferimento di attività
In caso di passaggio di dipendenti per effetto di trasferimento di attività, previsto dall’articolo 31 del Dlgs 165/2001, l’anzianità di servizio, di per sé, non costituisce un diritto che il lavoratore possa fare valere nei confronti del nuovo datore di lavoro e deve essere salvaguardata in modo assoluto solo se all’anzianità si correlino benefici economici e il suo mancato riconoscimento comporti un peggioramento del trattamento retributivo in precedenza goduto dal lavoratore trasferito. L’anzianità pregressa, invece, non può essere fatta valere per rivendicare ricostruzioni di carriera sulla base della diversa disciplina applicabile al cessionario né può essere opposta al nuovo datore di lavoro per ottenere un miglioramento della posizione giuridica ed economica, perché l’ordinamento garantisce solo la conservazione dei diritti già entrati nel patrimonio del lavoratore alla data della cessione del contratto, non delle mere aspettative. È quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, sezione lavoro, nell’ordinanza 9 maggio 2024, n. 12724.
Assemblee sindacali online
L’Aran ha inserito nella propria banca dati l’orientamento applicativo Cqrs192 con il seguente testo: «In quali termini devono essere gestite le assemblee che si svolgano su piattaforma informatica, anziché in locali concordati con l’amministrazione? Sebbene la modalità di svolgimento delle assemblee su piattaforma informatica non sia regolata dal Ccnq, si ritiene che la piattaforma stessa possa essere considerata quale locale virtuale concordato e, dunque, rientrare in via analogica negli ambiti della previsione contrattuale. In ogni caso la valutazione sulla praticabilità di questa ipotesi sul piano operativo va ricercata in ambito locale tenendo conto delle caratteristiche peculiari dell’amministrazione e riponendo attenzione sulla necessità di rilevazione dei partecipanti collegati on line al fine di poter effettuare il monitoraggio finalizzato al rispetto del monte ore di assemblea spettante a ciascun dipendente».
Reiterazione abusiva di contratti a tempo determinato
La Corte di Cassazione, sezione lavoro, nell’ordinanza 16 maggio 2024, n. 13680, ha ribadito che «in caso di azione promossa dal lavoratore per l’accertamento dell’abuso di una successione di contratti a tempo determinato, il termine di impugnazione previsto a pena di decadenza dall’articolo 32, comma 4, lettera a), deve essere osservato a decorrere dall’ultimo dei contratti intercorsi tra le parti, atteso che la sequenza contrattuale che precede l’ultimo contratto rileva come dato fattuale, che concorre a integrare l’abusivo uso dei contratti a termine e assume evidenza proprio in ragione dell’ultimo contratto».
Compensi professionali all’avvocatura interna e gestione del limite annuale
L’articolo 9, comma 6, del Dl 90/2014 (convertito dalla legge 114/2014) ha previsto che i compensi professionali spettanti agli avvocati pubblici dipendenti in eccedenza rispetto allo stanziamento di bilancio (comunque, non superiore a quello del 2013) non possono essere liquidati in annualità successive. Lo ha affermato il Consiglio di Stato, sezione V, nella sentenza 21 maggio 2024, n. 4489 ritenendo che la norma pone una regola di ordine non esclusivamente temporale e cioè inerente al quando del pagamento, bensì alla stessa corresponsione, quale possibilità di ricevere l’erogazione delle somme. Questa lettura è coerente anche con la ratio della disposizione, volta proprio al contenimento della spesa pubblica, non già al suo solo differimento. Non sarebbe invece ragionevole né coerente un’interpretazione che volesse solo rinviare nel tempo la corresponsione, con l’effetto peraltro di determinare una crescita progressiva e potenzialmente esponenziale dell’esposizione debitoria dell’ente, di suo non allineata alla ratio del controllo e contenimento della spesa perseguita dalla legge.