Attestazione della presenza, concorsi e part time
La rubrica settimanale con la sintesi delle novità normative e applicative sulla gestione del personale nelle Pa
La rubrica settimanale con le indicazioni sintetiche delle novità normative e applicative intervenute in tema di gestione del personale nelle pubbliche amministrazioni.
Falsa attestazione della presenza in servizio
Un dipendente comunale ha abbandonato il posto di lavoro senza la prescritta autorizzazione e senza le relative timbrature, così integrando la falsa attestazione della presenza in servizio. Allo stesso, l'ente ha comminato la sanzione disciplinare del licenziamento senza preavviso. La Corte dei conti, sezione giurisdizionale per il Trentino-Alto Adige (sezione di Bolzano), con la sentenza n. 20/2021, ha condannato il dipendente al risarcimento del danno erariale in favore dell'amministrazione datrice di lavoro per la somma corrispondente alle retribuzioni percepite e non dovute (assenza di controprestazione lavorativa) in ragione di falsa attestazione della presenza in servizio, con violazione del dovere di osservanza dell'orario di lavoro secondo le modalità stabilite dall'ente.
Produzione dei titoli nei concorsi
Il Tar Lombardia, nella sentenza n. 899/2021, ha ritenuto che quando nel bando di concorso (lex specialis) è prescritta la produzione (in originale, in copia autentica o mediante dichiarazioni sostitutive di certificazione e/o di atto notorio Dpr 445/2020) dei titoli la mancata produzione da parte del candidato comporta l'esclusione dal concorso. In particolare, secondo i magistrati «l'indicazione dei titoli posseduti contenuta nel curriculum (regolarmente prodotto dal candidato) non può considerarsi utile sostituzione della mancata produzione dei titoli stessi. Non si tratta di un mero formalismo, considerato che il bando richiedeva la produzione "materiale" dei titoli (in originale o in copia autentica, ovvero, nei casi consentiti dagli articoli 46 e 47 del Dpr 445/2000, mediante dichiarazioni sostitutive di certificazioni o dichiarazioni sostitutive dell'atto di notorietà). È evidente che la produzione dei titoli non può essere ritenuta equipollente alla loro semplice indicazione. La produzione dei titoli è da ritenersi parte essenziale della domanda di partecipazione ai fini della ammissione e della successiva valutazione».
Pubblico impiego a tempo parziale e libera professione di avvocato
La libero professione forense è totalmente incompatibile con il pubblico impiego, anche con quello a tempo parziale. Lo ha confermato la Corte di cassazion sezione lavoro , con la sentenza n. 9660/2021, con la quale ha dato continuità alla convergente giurisprudenza della Corte costituzionale e delle Sezioni Unite della stessa Suprema Corte.
Termini per l'impugnazione degli atti di concorso
È principio generale per cui nei concorsi pubblici il termine di impugnazione decorre dalla data di conoscenza del relativo esito, che coincide di regola con la pubblicazione del provvedimento di approvazione della graduatoria, in quanto questo atto consente ai candidati di percepire la lesione attuale della loro posizione; tuttavia la regola «subisce un adattamento nel caso di impugnativa dei giudizi negativi delle prove orali o pratiche, allorquando sia il bando che le presupposte fonti normative di rango primario o secondario prevedano una forma di pubblicità obbligatoria che, oltre a garantire la par condicio fra i candidati e la trasparenza dell'azione amministrativa, incida sulla decorrenza del termine perentorio per impugnare, davanti al giudice amministrativo, il giudizio negativo formulato dalla commissione esaminatrice (Consiglio di Stato, sezione V, n. 3829/2019). Sono queste le conclusioni del Consiglio di Stato, sezione II, contenute nella sentenza n. 2909/2021, con la quale è stato rigettato il ricorso di un partecipante a un pubblico concorso, non ammesso nella graduatoria finale (per mancato superamento della prova orale), che riteneva che il termine di impugnazione decorresse dall'approvazione degli atti conclusivi della procedura e non dalla antecedente comunicazione dell'esito (negativo) del colloquio del quale era stato informato.