Personale

Dirigenti Pa, tentativo bis per la stabilizzazione

La proposta torna in campo come emendamento al decreto Aiuti, sempre al Senato

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di Gianni Trovati

Un’idea, se è solida, non si arrende al primo fallimento. E l’idea di stabilizzare gli incarichi dirigenziali dei dipendenti pubblici nei ministeri, nelle amministrazioni dello Stato e nelle regioni evidentemente è solida.

La proposta era caduta in extremis tre settimane fa quando, dopo la pubblicazione della notizia su NT+ Enti locali & edilizia dell’11 maggio che aveva provocato una mezza sollevazione sindacale, l’emendamento al dl taglia prezzi che la conteneva, approvato in commissione al Senato, era stato stralciato all’ultimo dalla presidenza di Palazzo Madama. Ora torna in campo come emendamento al decreto Aiuti, sempre al Senato.

Il meccanismo è lo stesso. E prevede per la Pa statale e le regioni la possibilità di aprire «procedure straordinarie di inquadramento in ruolo» dei dipendenti arrivati da altre amministrazioni con un incarico temporaneo. Solo quelli che il gergo amministrativo chiama «articoli 19», e che lavorano per un periodo predeterminato per esempio nello staff di un ministro o di un presidente di regione. La «procedura straordinaria» permetterebbe di accasare gli interessati in via definitiva al ministero o alla regione, dopo «una prova scritta e orale di esclusivo carattere esperienziale in modo da assicurare la valorizzazione dell’esperienza maturata nello specifico settore di svolgimento dell’incarico espletato»: incarico che per definizione nasce per un’esigenza temporanea, eternabile però con una prova su misura.

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