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Le novità nel contenzioso tributario dal 2 settembre 2024: una riforma digitale e procedurale per un sistema più efficiente

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di Francesco Foglia (*) - Rubrica a cura di Anutel

Con l’entrata in vigore del Dlgs 220/2023, dal 2 settembre 2024, il processo tributario subisce una profonda trasformazione. Questa riforma, parte di una più ampia revisione del sistema tributario italiano, porta con sé cambiamenti significativi, che riguardano soprattutto la digitalizzazione, la trasparenza e l’efficienza delle procedure. Rivolgendosi principalmente ai professionisti del settore e agli operatori degli enti locali, queste novità puntano a semplificare la gestione dei contenziosi tributari e a ridurre i tempi processuali.

Il processo telematico: La nuova normalità per gli atti processuali

Uno dei cardini della riforma è l’obbligo di depositare e notificare gli atti processuali esclusivamente in modalità telematica. Questo passaggio obbligatorio alla digitalizzazione è stato progettato per garantire maggiore trasparenza, rapidità e controllo, riducendo significativamente l’uso della carta e snellendo il flusso di informazioni tra le parti e le autorità giudiziarie.

In particolare, l’obbligo del deposito telematico riguarda sia il contribuente ricorrente che l’ente resistente, entrambi tenuti a utilizzare la piattaforma della giustizia tributaria per il deposito degli atti, dalle memorie difensive ai documenti probatori. La Posta elettronica certificata (Pec) diventa il canale esclusivo per le notifiche e le comunicazioni da parte della Corte di Giustizia Tributaria, con l’obbligo per le parti di mantenere aggiornato l’indirizzo Pec comunicato all’organo giudicante. La mancata notifica di eventuali variazioni dell’indirizzo Pec comporterà conseguenze sul rispetto dei termini processuali, poiché le comunicazioni della Corte saranno sempre considerate come valide se effettuate presso l’ultimo indirizzo conosciuto.

Un aspetto innovativo è poi l’obbligo per il giudice tributario di utilizzare solo il fascicolo telematico, non potendo prendere in considerazione documenti cartacei non digitalizzati e conformi all’originale. Questa previsione comporta una completa rivoluzione del modo in cui vengono presentati i documenti in giudizio, imponendo agli avvocati e ai difensori tributari di digitalizzare ogni singolo atto processuale. I documenti non conformi digitalmente sono considerati non presenti nel relativo fascicolo e di fatto come inesistenti.

Attestazioni di conformità e responsabilità del difensore

Uno degli elementi più complessi della riforma è la gestione delle attestazioni di conformità. L’articolo 25-bis del Dlgs 546/1992, introdotto dal Dlgs n. 220/2023, stabilisce che la copia digitale di un documento deve essere accompagnata dall’attestazione di conformità all’originale, certificata dal difensore della parte che deposita il documento. In mancanza di tale attestazione, il documento non può essere preso in considerazione dal giudice.

La responsabilità del difensore è dunque ampliata, poiché questi deve garantire che i documenti digitalizzati siano una riproduzione fedele e conforme agli originali. L’assenza o l’erroneità di tale attestazione può avere conseguenze gravi per la parte, portando alla non ammissione del documento in fase processuale. Questo introduce nuovi obblighi di verifica, che richiedono un’attenzione ancora maggiore da parte dei professionisti del settore.

La testimonianza nel processo tributario: novità e procedure telematiche

Una delle novità più interessanti riguarda la prova testimoniale, introdotta gradualmente nel contenzioso tributario con la legge n. 130/2022 e ora regolamentata dal Dlgs 220/2023. Tradizionalmente, il processo tributario italiano ha sempre privilegiato le prove documentali, riducendo al minimo l’uso di testimonianze orali. Tuttavia, con le modifiche introdotte, è ora possibile presentare testimonianze scritte utilizzando un modulo standardizzato messo a disposizione dal ministero dell’Economia e delle Finanze.

Questo modulo, scaricabile dal sito del dipartimento della giustizia tributaria, può essere compilato e firmato digitalmente dal testimone, che lo trasmette tramite Pec al difensore. Quest’ultimo provvede poi al deposito telematico del modulo nel fascicolo processuale. L’introduzione di questa procedura telematica facilita notevolmente l’acquisizione delle testimonianze, evitando la necessità di convocare fisicamente i testimoni davanti alla Corte.

La novità della prova testimoniale rappresenta una sfida per molti operatori, soprattutto per quanto riguarda la sua gestione in termini probatori. Sebbene sia ancora limitata a specifici casi, l’ammissione della testimonianza apre nuove prospettive per i difensori, che potranno ampliare le strategie difensive oltre le classiche prove documentali. Tuttavia, è bene sottolineare come la testimonianza potrà essere ammessa solo in presenza di precisi requisiti di ammissibilità, il che richiederà necessariamente una preparazione accurata da parte dei difensori nell’individuazione dei testimoni e nella raccolta delle prove.

Chiarezza e sintesi nella redazione degli atti processuali

Un altro aspetto chiave introdotto dal Dlgs 220/2023 è il richiamo alla chiarezza e sintesi nella redazione degli atti processuali. Questo principio, già presente in ambito civile con il Dm 110/2023, viene ora esteso al contenzioso tributario, con l’obiettivo di ridurre la complessità e la prolissità degli atti presentati. Il legislatore ha voluto puntare su documenti più chiari, concisi e comprensibili, in modo da rendere più rapida ed efficace la valutazione degli atti da parte dei giudici tributari.

Gli avvocati e i difensori dovranno quindi adottare un linguaggio giuridico più sintetico e preciso, evitando di appesantire inutilmente gli atti processuali con argomentazioni eccessivamente complesse. Questa misura, volta a migliorare la leggibilità e l’efficienza del processo, richiederà necessariamente l’adozione di un diverso approccio da parte di molti professionisti abituati a produrre ricorsi e scritti difensivi spesso molto articolati e dettagliati.

Implicazioni pratiche per gli enti locali e i professionisti

Per gli enti locali e i professionisti del settore tributario, le novità introdotte dal Dlgs n. 220/2023 avranno un impatto notevole sia a livello operativo che organizzativo. L’adozione di strumenti digitali per la gestione dei contenziosi imporrà agli uffici tributi locali di rivedere le proprie modalità di lavoro, dotandosi di adeguati strumenti tecnologici e formativi per gestire correttamente i depositi telematici, le attestazioni di conformità e le comunicazioni via Pec.

I professionisti tributari, invece, dovranno acquisire competenze più avanzate in ambito tecnologico per gestire le nuove responsabilità introdotte dalla riforma. La preparazione e il deposito degli atti processuali, insieme alla gestione delle prove testimoniali, richiederanno una conoscenza dettagliata delle piattaforme telematiche e delle nuove norme procedurali, per evitare errori che possano compromettere la validità degli atti.

Conclusioni

La riforma del processo tributario, avviata dal Dlgs 220/2023, rappresenta un passo fondamentale verso la modernizzazione e la digitalizzazione del sistema giudiziario italiano. Tuttavia, il successo di questa trasformazione dipenderà dalla capacità degli operatori, pubblici e privati, di adattarsi alle nuove modalità operative. La sfida sarà quella di garantire un equilibrio tra efficienza digitale e tutela dei diritti, in un contesto che si evolve rapidamente verso una gestione sempre più telematica del contenzioso.

(*) Docente Anutel

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