Personale

Pa e professionisti alleati per il Pnrr: al via i database delle competenze

Protocollo fra il ministro Pa e associazione professioni italiane, con Cup e lrete delle professioni tecniche

di Gianni Trovati

Il Recovery Plan può essere l'occasione per far decollare quel rapporto organico fra i professionisti italiani e la Pubblica amministrazione che finora è stato auspicato tante volte ma realizzato quasi mai. E i professionisti ci credono. È questo il senso del protocollo d'intesa firmato venerdì fra il ministro per la Pa Renato Brunetta e l'associazione professioni italiane, con il Cup e la rete delle professioni tecniche. Lo strumento al centro dell'accordo è il Portale del Reclutamento, il "linkedin italiano" che partirà a settembre e da cui le amministrazioni potranno scegliere i profili per a cui chiedere il supporto tecnico per i progetti e per gli interventi del Pnrr. E il canale che dovrebbe legare professionisti e Pa è quello disegnato dal decreto Reclutamento ora all'esame delle commissioni Affari costituzionali e giustizia del Senato.

Lì si prevede (articolo 1, comma 5) la creazione di due elenchi, uno per i "professionisti ed esperti per il conferimento di incarichi di collaborazione con contratto di lavoro autonomo", e l'altro per il "personale in possesso di un'alta specializzazione per l'assunzione con contratto a tempo determinato". I professionisti ovviamente guardano in particolare al primo elenco, a cui potrà accedere chi ha almeno 5 anni di permanenza nel rispettivo ordine o albo (articolo 1, comma 7). Sul piano operativo l'intesa, che dovrebbe essere presto allargata anche oltre i confini delle professioni tecniche per interessare commercialisti, avvocati e le altre professioni che servono per la gestione dell'immensa macchina del Recovery, prevede la creazione e la condivisione di database con i profili e le competenze dei diversi professionisti che si candidano a collaborare con la Pa. Le amministrazioni dovranno costruire delle mini-rose fra cui scegliere le persone da cui farsi aiutare.

L'accordo, e soprattutto la sua applicazione da settembre nell'ambito delle attività collegate al Pnrr, interessa in prima persona i professionisti ma rappresenta una scelta strategica anche per la Pubblica amministrazione. Che ora si trova ad avviare la realizzazione di un pacchetto di progetti come quelli elencati del Pnrr spesso sguarnita delle competenze tecniche e professionali indispensabili. La via più strutturale per superare questa carenza resta quella dei concorsi e degli organici che però, come mostrano anche le prime prove del concorso Sud, avrà bisogno di tempi più lunghi e di un ridisegno profondo come quello tentato con la revisione degli ordinamenti professionali da decidere con i contratti e da finanziare con la prossima legge di bilancio. Ma il calendario del Recovery Plan è serrato, e per partire subito occorrono anche le collaborazioni esterne dei professionisti. Com'è inevitabile, lo scenario ha già acceso qualche tensione con chi teme che le collaborazioni soppiantino le assunzioni con la via maestra del concorso. Ma in realtà i due strumenti non sono in contrapposizione: la Pa ha bisogno di entrambi, con tempi e finalità diverse e complementari fra loro.

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