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Progressioni verticali, incarichi extraistituzionali, concorsi e danno psico-fisico

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di Gianluca Bertagna

La rubrica settimanale con la sintesi delle novità normative e applicative sulla gestione del personale nelle Pa.

Progressioni verticali, possibile la prova orale

Le procedure per la progressione verticale disciplinate dall’articolo 52, comma 1-bis, del Dlgs 165/2001 richiedono una verifica sul possesso delle competenze professionali del dipendente che aspira alla progressione, da svolgere nell’ambito di una procedura comparativa riservata ai dipendenti in possesso del medesimo titolo di accesso previsto per i concorrenti che provengono dall’esterno. Nel prevedere la necessità di un accertamento delle competenze professionali, la norma ha stabilito che ciò avvenga mediante procedura comparativa, che può ben comprendere lo svolgimento di una prova orale (colloquio). Lo ha ribadito il Tar Puglia-Bari, sezione I, nella sentenza 30 aprile 2024, n. 538.

Autorizzazione per incarichi extraistituzionali in società cooperative

La Corte di Cassazione, sezione lavoro, nella sentenza 11 aprile 2024, n. 9801 ha stabilito che il pubblico dipendente che presti attività extraistituzionale presso una cooperativa, quale presidente del consiglio di amministrazione, è tenuto a richiedere l’autorizzazione all’amministrazione di appartenenza. È stato infatti affermato che «l’accettazione di cariche sociali in una società cooperativa, nella specie presidente del consiglio di amministrazione di una “società cooperativa sociale”, non incorre nella incompatibilità assoluta di cui all’articolo 60 del Dpr n. 3 del 1957, in ragione della deroga prevista dall’articolo 61 del medesimo Dpr. Ciò, tuttavia, non esclude che il lavoratore debba chiedere l’autorizzazione allo svolgimento dell’incarico extraistituzionale al datore di lavoro. Trova applicazione l’articolo 53 del Dlgs n. 165 del 2001, che costituisce disciplina volta a garantire l’obbligo di esclusività che ha primario rilievo nel rapporto di impiego pubblico in quanto trova il proprio fondamento costituzionale nell’articolo 98 della Costituzione con il quale, nel prevedere che “i pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione” si è inteso rafforzare il principio di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione previsto dall’articolo 97 della Costituzione. Il lavoratore pubblico contrattualizzato concorre all’attuazione della disciplina sulla incompatibilità, cumulo di impieghi e incarichi, e la norma di riferimento per quest’ultimo, va individuata nell’articolo 53, comma 7, che prende in esame le conseguenze per il lavoratore della mancanza di autorizzazione a svolgere l’incarico extraistituzionale. Il carattere gratuito dell’attività non esclude la necessità della valutazione di compatibilità e dunque dell’autorizzazione, come stabilito dall’articolo 53, comma 7, per gli incarichi retribuiti».

Prove psicoattitudinali nei pubblici concorsi

In mancanza di altra e più decisiva specificazione negli atti di concorso, la valutazione psicoattitudinale deve essere rivolta ed effettuata nei confronti dei soli candidati risultati idonei nella prima fase della selezione (prova scritta); diversamente opinando, si finirebbe, infatti, con l’operare la valutazione psicoattitudinale di candidati che non hanno alcuna possibilità di superare la procedura concorsuale, non essendo risultati in possesso dell’idoneità nella prima e autonoma prova selettiva della procedura. È quanto rinvenibile nella sentenza del 24 aprile 2024, n. 509 del Tar Toscana, sezione I.

Danno da usura psico-fisica per servizio prestato in più giorni consecutivi

La richiesta dei dipendenti (agenti di polizia locale) di ristoro del danno da usura psicofisica conseguente all’aver prestato servizio nel settimo giorno consecutivo oltre l’ordinario orario di lavoro è infondata alla luce dei principi di diritto consolidatisi nella giurisprudenza. Lo ha ricordato la Corte di Cassazione, sezione lavoro, nell’ordinanza 12 aprile 2024, n. 9959 ricordando che però è diverso il caso della totale soppressione del riposo settimanale nell’ambito della turnazione della polizia locale, anche in modo limitato (ad esempio, una settimana su cinque) come deciso dalla Suprema Corte (n. 24563/2016 e n. 24180/2013, in continuità con le Sezioni Unite n. 142/2013), dove, invece, va riconosciuto il danno da usura psico-fisica; appunto, in questo caso non si concretizza un mero spostamento temporale del riposo.