Scuola, organico prof coperto al 97,3% - Sostegno: 120mila supplenze in deroga
In classe circa 7 milioni di studenti (-120mila). Calano le reggenze: da 468 a 403
Ancora un fine settimana e lunedì, 1° settembre, prende il via il nuovo anno scolastico, il 2025/26. Per vedere i primi studenti in classe bisognerà aspettare l’8 settembre, con Bolzano, eppoi via via toccherà a tutti gli altri, fino a chiudere con Puglia e Calabria il 16 settembre. Complessivamente sono attesi circa sette milioni di alunni, circa 120mila in meno rispetto allo scorso anno, frutto amaro della denatalità, (-118mila per l’esattezza), distribuiti in 358mila classi. Ad accoglierli ci sarà il solito scenario in chiaro-scuro. Con la speranza che, per una volta, quest’anno le luci siano maggiori delle ombre. A farlo sperare sono i primi dati forniti ieri dal ministero dell’Istruzione e del Merito: entro settembre 41.901 nuovi docenti entreranno in ruolo, pari al 76,8% dei posti disponibili a livello nazionale, il 30% in più rispetto allo scorso anno (erano il 47,6%). Dopo gli ingressi su posto comune la copertura dell’organico è pari al 97,3%, rispetto al 94% del 2024/25 (siamo di fronte a una notizia positiva visto che negli ultimi anni ci si attestava sempre intorno al 90%).
Un segno di discontinuità con il passato si sta registrando sul sostegno, da sempre un nervo scoperto per migliaia di famiglie e i loro figli. I docenti di sostegno assunti quest’anno sono 7.820, per un totale di circa 121.879 insegnanti di ruolo e una copertura di organico al 95,2% (era l’89% prima di queste nuove assunzioni). Inoltre, per la prima volta, per garantire la continuità didattica agli studenti con disabilità, potranno essere confermati i supplenti annuali o con nomina fino al 30 giugno per i quali le famiglie hanno fatto richiesta di continuità. Si tratta di quasi 58mila prof su un totale di circa 122mila posti.
A fronte di questi numeri il numero delle supplenze (altro nervo scoperto della scuola italiana) sembra contenersi: sui posti in deroga di sostegno (lo zoccolo duro del precariato scolastico, ndr) saranno circa 120mila. Considerando anche i posti comuni, assegnati o da assegnare a un docente a tempo determinato, si stima si arriverà a quota 140/150mila supplenti (un numero elevato, ma distante dai 200/230mila precari stimati dai sindacati). Senza una radicale riforma del sistema di reclutamento degli insegnanti (quest’anno le strade per la cattedra sono salite a otto/nove, ndr) difficilmente si riuscirà a evitare il solito valzer di supplenti a scuola iniziata (che di solito prosegue anche fino a novembre/dicembre), a danno degli stessi insegnanti e soprattutto di studenti e famiglie.
Dal 1° settembre saranno operativi nelle scuole primarie e secondarie un migliaio circa di docenti specializzati nell’insegnamento dell’italiano agli stranieri, come misura per potenziare l’insegnamento della nostra lingua e contrastare la dispersione scolastica degli studenti stranieri con scarsa conoscenza dell’italiano. Sul fronte presidi, poi, le 326 immissioni in ruolo appena concluse hanno permesso di ridurre il numero di scuole affidate a un dirigente reggente, che passano da 468 a 403, con un calo di quasi il 14% (su questi dati incide anche il piano in atto di dimensionamento amministrativo della rete scolastica).
Per la maggioranza, e in particolare per il ministro Giuseppe Valditara, il lavoro fatto in questi mesi sta dando i suoi frutti: «l’anticipo delle procedure di nomina, l’incremento delle assunzioni realizzate, la continuità didattica per gli studenti con disabilità e la riduzione delle reggenze sono la prova del nostro impegno per dare risposte concrete al mondo della scuola - ha detto Valditara -. Un altro passo avanti verso un sistema che garantisca maggiore stabilità ai docenti e sia più efficiente per mettere realmente al centro la persona dello studente».